Peers, l’organizzazione che aiuta a “legalizzare” la Sharing economy

La Sharing Economy, ovvero quel sistema che permette di accedere a bene e servizi in modo condiviso, negli ultimi anni ha cambiato il modo di vivere, viaggiare e consumare di molte persone, ma la nascita di un nuovo fenomeno economico è avvenuta all’interno di un contesto legislativo e, più in generale, sociale che non si muove certo alla stessa velocità del web. Lo dimostrano i tanti problemi giudiziari avuti da Uber – l’app che fornisce un servizio di noleggio auto con conducente – nel nostro paese, ma anche da Airbnb dopo che un utente americano del portale ha dovuto pagare una multa di 2.400$ per aver affittato illegalmente – secondo le leggi di New York – il proprio appartamento.

Da una questione meramente “tecnica”, quindi, sempre più spesso si arriva a minacciare l’esistenza stessa della Sharing Economy, e qualcuno sembra averlo capito.

Peers, ad esempio, è un’organizzazione nata dal basso, ma supportata da diverse realtà del settore, che si pone l’obiettivo di diffondere la conoscenza del fenomeno – che non è ancoramainstream, specialmente in Italia – e contribuire a preservarlo attraverso una serie di azioni che favoriscano la nascita di una legislazione specifica in ogni paese.

L’obiettivo di Peers è quindi molto ambizioso: fornire una piattaforma e gli strumenti per consentire di riformare localmente e dal basso le diverse legislazioni nazionali, in modo che tengano in considerazione l’ambito di azione della Sharing Economy.

A luglio si sono tenuti diversi meet-up in varie città in tutto il mondo – tra cui Milano, il portale è stato lanciato nel mese di agosto e a breve partirà la prima campagna, rivolta ai sindaci, affinché rendano le loro città condivisibili. È presto per dire se le iniziative di Peers avranno successo, ma di certo l’organizzazione rappresenta l’espressione di una necessità più generale, presente e crescente, di adattare il contesto legislativo offline alle realtà che nascono sul web, per favorirne lo sviluppo invece di essere d’ostacolo. (Fabrizia Endrizzi)

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