Tyco Retail Solutions ha annunciato i risultati di un nuovo report “Use Cases Driving the Current Surge in RFID Adoption” dedicato all’RFID e al crescente utilizzo del mondo del retail. Il team di ChainLink Research, che ha realizzato l’indagine, ha intervistato oltre 120 retailer in America e in Europa per indagare sul crescente interesse e sull’utilizzo dell’RFID nel retail.
In estrema sintesi il miglioramento dell’accuratezza dell’inventario, la riduzione delle condizioni di out of stock e l’incremento della disponibilità degli articoli nel punto vendita sono i tre motivi principali che spingono i retailer ad implementare l’RFID.
Il report pone l’accento sull’opportunità di miglioramento rispetto alle ricerche precedenti: se paragonato alla scansione manuale tradizionale del codice a barre, l’RFID permette infatti di effettuare cicli di conteggio in tempi 25 volte più rapidi. Un conteggio frequente e preciso migliora l’accuratezza dell’inventario, generalmente del 20-30%, consentendo a un gran numero di retailer di raggiungere quasi il 100% della precisione. Ciò permette di generare allerte affidabili sui rifornimenti, diminuendo le condizioni di out-of-stock (in genere del 15-30%) e aumentando la disponibilità degli articoli nel punto vendita. Lo studio ha svelato che quasi tutti i retailer impegnati in implementazioni RFID hanno registrato un aumento delle vendite nelle categorie nelle quali hanno adottato questa tecnologia a livello di articolo.
Secondo Ann Grackin, CEO di ChainLink Research, “L’RFID ha fatto molta strada negli ultimi anni grazie alla definizione di standard, alla riduzione dei prezzi dei sistemi e delle etichette e alla maggiore affidabilità della tecnologia RFID. Sono ora disponibili applicazioni software che possono essere integrate nei sistemi IT dei retailer e che sono user-friendly a livello di store. Anche l’expertise dei tecnici è cresciuta, le tecnologie si sono evolute in soluzioni complete, e technology provider e system integrator hanno acquisito maggiore esperienza per quel che riguarda retail e integrazione dei sistemi”.
Ma, ovviamente, non è tutto rose e fiori. Se è vero che i numeri legati all’RFID sono in crescita, è pur vero che in molti casi i retailer abbandonano iniziative di implementazione e gli intervistati delle ricerche hanno incluso tra le cause principali le modalità di utilizzo poco definite, la carenza di supporto da parte del management e altre priorità di business. Queste risposte sottolineano l’importanza della selezione di modalità di utilizzo e piani di sviluppo che favoriscano un ROI più rapido, in modo tale che i vantaggi siano sufficientemente importanti da prevalere su investimenti e altre iniziative che distolgono l’attenzione del management.
Una tendenza comune nelle implementazioni di successo, invece, è data dal fatto che sono state applicate dove garantiscono un ROI più rapido. Esistono categorie di prodotto che, ad esempio, hanno in comune l’esigenza di dover essere esposte in tutte le varianti possibili, affinché il modello più appropriato si trovi nel posto e nel momento giusti quando il cliente entra. Il risultato è un incremento nelle vendite derivante dalla disponibilità di inventario nel negozio e dalla diminuzione delle condizioni di out of stock. L’RFID si dimostra quindi un abilitatore fondamentale, favorendo un incremento dell’accuratezza dell’inventario e garantendo allerte più puntuali qualora sia necessario effettuare rifornimenti degli articoli mancanti. “Di recente retailer come Macy’s, Walmart, Saks e tanti altri hanno implementato l’RFID su miliardi di articoli, realizzando un grande vantaggio in termini operativi, finanziari e di customer satisfaction rispetto alla concorrenza che non utilizza questa tecnologia” ha concluso Grackin.
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