Innovation Union Scoreboard 2014: Ue più innovativa, restano differenze tra le regioni

L’Unione Europea tiene il passo nel campo dell’innovazione ma il rendimento delle regioni dell’Unione non mostra segnali positivi. Questo è il quadro tracciato dal rapporto “Innovation Union Scoreboard 2014” della Commissione Europea, giunto alla tredicesima edizione. Dal 2001 il documento fornisce una valutazione comparativa annuale delle attività di ricerca e della performance in termini di innovazione degli Stati Membri dell’Unione Europea, prendendo in esame punti di forza e di debolezza del sistema. Lo studio prende in considerazione anche i paesi in attesa di aderire all’Unione Europea (come la Serbia, la Macedonia, la Turchia) o che per motivi di contiguità geografica sono coinvolti nelle politiche europee (come la Norvegia, la Svizzera, l’Islanda)

commissione ueDal rapporto emerge un quadro sostanzialmente positivo sul tema dell’innovazione. L’Unione Europea, così come tutti gli stati Membri, è sicuramente più innovativa rispetto agli anni precedenti ma le differenze tra gli Stati sono ancora visibili e fanno fatica a diminuire.  Ad una prima analisi, infatti, l’UE ha colmato in parte il gap in tema di innovazione nei confronti degli Stati Uniti e del Giappone ma le differenze all’interno dell’Unione rimangono tangibili, in particolare a livello regionale.

All’interno dell’Unione la classifica dei paesi più innovativi rimane relativamente stabile con la Svezia al primo posto, seguita dalla Danimarca, dalla Germania e dalla Finlandia mentre il Portogallo, l’Estonia e la Lettonia sono i tre paesi che hanno registrato nel corso degli ultimi anni i miglioramenti più significativi. La maggior parte dei progressi sono legati all’apertura e all’appealing del sistema di ricerca dell’Unione Europea, ad una crescente collaborazione nel campo del business e alla commercializzazione della conoscenza, così come si evince dal numero delle licenze e dei brevetti ricavati dall’estero.

L’innovazione negli Stati Membri

Gli Stati Membri sono classificati in quattro gruppi di prestazioni in base al loro rendimento medio di innovazione

  • Danimarca, Finlandia, Germania e Svezia sono gli “Innovation Leaders” ovvero paesi con una performance di innovazione superiore alla media europea;
  • Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e il Regno Unito sono gli “Innovation Followers” con capacità di innovazione superiore o vicina alla media europea;
  • Croazia, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Italia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna sono i “Moderate Innovators” con performance al di sotto della media UE;
  • Bulgaria, Lettonia e Romania sono i “Modest Innovators” con livelli di innovazione ben al di sotto della media.

In generale i paesi più innovativi danno il meglio di sé in tutte le dimensioni di analisi: attraverso gli input in ricerca e innovazione, attraverso attività innovative di business fino a raggiungere effetti economici positivi. Gli “Innovation Leaders”, seguiti dagli “Innovation Followers” hanno subito, invece, piccole variazioni nelle loro performance in tutte le otto dimensioni di innovazione mentre altri paesi raggiungono punteggi migliori se presi nelle singole dimensioni.

Svezia, Finlandia, Irlanda e Regno Unito hanno il miglior punteggio per quanto riguarda la gestione delle risorse umane; Danimarca, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito raggiungono posizioni di vertice nella categoria dedicata all’efficacia dei sistemi di ricerca; Estonia, Finlandia, Svezia e Danimarca sono ai livelli più alti nel settore della Finanza; Svezia , Germania, Finlandia e Slovenia raggiungono il punteggio più alto per quanto riguarda gli investimenti delle imprese; Danimarca , Regno Unito, Belgio e Svezia sono i top performer nella categoria dedicata all’imprenditorialità; Danimarca, Austria , Germania e Svezia raggiungono posizioni di vertice nelle attività intellettuali; Germania, Lussemburgo, Svezia e Irlanda sono i più performanti nella categoria riguardante gli innovatori; Irlanda, Germania , Lussemburgo e Danimarca raggiungono i massimi risultati nei risultati economici.

L’innovazione fuori dagli stati membri

innovazioneRestando in Europa ma al di fuori dell’UE, la Svizzera conferma la sua posizione predominante nel campo dell’innovazione, seguita dall’Islanda, considerata una “Innovation Follower”, dalla Norvegia e dalla Serbia, entrambe nella categoria dei “Moderate Innovators”, e dalla Macedonia insieme alla Turchia, presenti nella classifica dei “Modest Innovators”.

A livello globale la Corea del Sud e gli Stati Uniti difendono la loro posizioni di top innovators a livello globale, con il Giappone a seguire, mentre il livelli di performance dell’UE superano di misura quelli dell’Australia e del Canada, con un gap significativo nei confronti dei paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa). Tra questi paesi solo la Cina è sulla strada per ridurre in tempi sempre più ridotti e a livelli elevati la distanza con l’Unione Europea.

Il quadro complessivo e l’Italia

Nel complesso, quindi, l’UE sta migliorando le sua performance in materia di innovazione. Nel corso degli ultimi otto anni, dal 2006 al 2013, il tasso di crescita medio annuo dell’UE in innovazione ha raggiunto il 1,7% e vede un andamento positivo di tutti gli Stati Membri in questo campo. A fronte dell’exploit del Portogallo, dell’Estonia e della Lettonia in qualità di leader nell’innovazione il rapporto evidenzia un basso tasso di crescita in alcuni paesi al top della classifica come la Svezia (si parla di una decrescita relativa considerati gli altissimi livelli riscontrati nel paese e che lo portano, anche quest’anno al primo posto della classifica), il Regno Unito e la Croazia.

I dati di quest’anno mostrano che le prestazioni nel campo dell’eccellenza delle conoscenze, dell’internazionalizzazione, dell’innovazione e della collaborazione aziendale registrano ancora delle disparità mentre nelle questioni relative alle risorse umane e all’apertura del sistema di ricerca europeo c’è stata una maggiore crescita in termini di innovazione. Al contrario, una crescita negativa è stata osservata per quanto riguarda l’innovazione delle imprese e il sostegno finanziario all’innovazione.

La situazione dell’Italia non sembra tra le migliori. Ci troviamo nella categoria dedicata ai “Moderate Innovators” europei in una fase in cui altri paesi appartenenti al nostro stesso gruppo, con un ritardo nel campo dell’innovazione, si stanno muovendo efficacemente e in tempi brevi per compensare questa distanza.  Anche se in termini di innovazione ci sono stati dei miglioramenti,  in generale l’Italia resta al di sotto della media dell’Unione Europea all’interno della sua categoria. Sono poche le regioni che tengono il passo con l’innovazione e con i livelli UE: Piemonte, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Il rendimento dell’Italia, secondo il rapporto, è cresciuto costantemente fino al 2012, per poi incontrare un lieve calo nel 2013.  Anche se la resa innovativa ha registrato un buon risultato i dati restano inferiori rispetto alla media UE.  Tra i punti deboli c’è un basso numero di dottorandi extraeuropei e la scarsa presenza di piccole e medie imprese innovative e interessate a collaborare.

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