Tlc, Gambardella: “la nuova Agenda digitale europea punti sugli operatori”

Una “nuova agenda digitale per rimettere l’Europa sulla mappa dello sviluppo digitale facendo leva sul potenziale degli operatori“: lo chiede il presidente di Etno Luigi Gambardella, l’associazione delle società di telecom europee, nel workshop organizzato assieme a Telecom Italia. Per il presidente “oggi è il momento giusto per avere un dibattito sulle politiche future, perché dal 2010 uno sforzo è stato fatto ma ancora molti punti restano aperti” e invece “con una nuova Commissione e Parlamento può essere l’occasione di cambiare l’approccio di policy al settore, guardando al futuro e lasciando i vecchi paradigmi”. Perché “una migliore regolamentazione è base della crescita”. Gambardella spiega come “le infrastrutture sono oggetto di grandi investimenti per avere ultra broadband”, ma “con queste regole, quelle degli ultimi 10 anni, siamo imbrigliati” e “rimaniamo indietro rispetto a USA e altri competitor”. Invece bisogna “permettere agli operatori europei di diventare grandi“. Per questo bisogna puntare a “ridurre la regolazione sui prezzi all’ingrosso e permettere il consolidamento del settore“.
La nuova agenda digitale dovrebbe quindi “riconoscere le sfide della connettività mobile” e mettere in campo “politiche che aiutino la diffusione del 4G e spianino la strada alla leadership europea del 5G”. Inoltre dovrebbe dare vita a regole per l’ultra broadband più favorevoli agli investimenti. Perché se non si consente ai players europei di diventare “più forti a casa”, allora si lascia che le aziende non-Ue facciano razzia delle europee che diventano sempre più piccole.

Marco Patuano, intervenuto al workshop,  chiarisce che “il vero tema oggi è l’importanza che i grandi operatori europei facciano investimenti, per permettere di creare una piattaforma su cui costruire un ambiente di servizi digitali che metta in moto circolo virtuoso. Partiamo dagli investimenti e partirà tutta la famiglia di servizi digitali”.  In questo senso “Il piano industriale di Telecom Italia ha un’importante componente di accelerazione degli investimenti, su cui stiamo andando più velocemente di quanto avessimo progettato, l’azienda ha le risorse per fare questi investimenti e questo è quello che conta”.
Per Patuano il semestre europeo di presidenza italiana è un’opportunità per creare un “maggiore allineamento tra la politica industriale e la regolamentazione di settore. Pensare a un mondo di regole senza una visione di politica industriale si rischia di fissare regole astrattamente condivisibili ma poi scarsamente utili all’Ue e ai Paesi membri“. Invece, prosegue, “oggi all’Ue servono investimenti, infrastrutture, creare le opportunità per l’occupazione e serve la possibilità di ridurre i costi improduttivi“.

L’ad di Telecom Italia non ha tralasciato di affrontare il tema della concorrenza che arriva dagli over-the-top “è una minaccia chiarissima per chi deve investire miliardi di euro” come Telecom Italia, ma con essi sono anche “possibili alcune alleanze“. Ma bisogna capire che “i servizi alla clientela non si possono limitare alla pura connettività o pura voce”.  

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