Nuovi particolari sulle attività di Verizon dopo lo scandalo Datagate che ha coinvolto governi e agenzie di sicurezza. Verizon Communications, fornitore americano di banda larga e telecomunicazioni ha ricevuto dal Governo degli Stati Uniti 150.000 richieste di informazioni sui propri clienti nel corso del primo semestre del 2014.
È quanto emerge da un rapporto sulla trasparenza pubblicato dall’azienda dopo le pressioni degli azionisti a divulgare le informazioni condivise con il governo. Nello specifico il governo, da gennaio a giugno 2014, ha emesso 72.342 citazioni, di cui la metà prevedono la richiesta di informazioni su un determinato numero di telefono o l’indirizzo IP, mentre le altre riguardano informazioni transazionali, come le informazioni sui numeri di telefono contattati.
Verizon ha inoltre ricevuto oltre 37.327 ordini del tribunale, tra cui 714 ordini di intercettazioni telefoniche, e oltre 3.000 richieste dei registri relativi alle chiamate dei numeri telefonici in uscita e in entrata. Ha inoltre eseguito 14.977 richieste da agenzie di sicurezza federali e statali e dalle forze dell’ordine locali.
La compagnia sottolinea di aver ricevuto tali domande in relazione ad attività customer: sono poche, a detta dell’azienda, le richieste di dati dei clienti aziendali. “Ripetiamo il nostro appello ai governi di tutto il mondo al fine di rendere pubblico il numero di richieste per il controllo dei dati provenienti dai clienti delle aziende di telecomunicazioni” ha dichiarato nel blog aziendale della Verizon Randal Milch, consigliere generale.
Non tutti le richieste delle autorità, però, hanno avuto seguito. Verizon, infatti, ha respinto circa il 3% delle citazioni e il 4,5% degli ordini giudiziari.
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