Sport no limits. Passione, preparazione e tecnologia nei medaglieri paralimpici

L’estate 2014 è tempo di vari campionati di sport paralimpico. Conclusi da poco la 37esima edizione dei Campionati italiani assoluti di nuoto paralimpico a Bari, i Campionati del mondo di pallacanestro in carrozzina a Incheon  in Corea del Sud, la Regata Nazionale 2.4mR Guldmann Cup, il Campionato italiano di atletica leggera FISDIR e quello di ginnastica artistica e ritmica a Cesena, l’attenzione si sposta su tante altre discipline che fra agosto e settembre continueranno a vedere i propri atleti cimentarsi in campionati nazionali, europei, mondiali.

TechAbility@work apre una finestra sullo sport non solo per veicolare un’altra delle tante dimensioni delle abilità, ma anche per sottolineare alcuni aspetti spesso concomitanti nelle discipline paralimpiche: un alto livello di tecnologia negli ausili per lo sport, una imponente preparazione atletica unita ad un valore sociale aggiunto.

Per quanto riguarda la dote tecnologica, da sempre in questo mondo si porta avanti la ricerca sui materiali con cui predisporre strumenti  ad hoc per l’attività fisica, agonistica e professionale o meno, e talvolta proprio da questo ambito sono nati percorsi che hanno condotto alla produzione di ausili usati anche da chi l’atleta non fa. Sul versante della progettazione e della ricerca in tecnologie, vanno segnalate almeno due direttrici distinte nelle quali lo sport che si confronta con la disabilità fa da apripista: la ricerca e lo studio di tecnologia negli ausili per lo sport e l’attenzione agli impianti con gli studi di accessibilità sulle barriere architettoniche e percettive.

handbykeRelativamente alla sperimentazione protesica e alla ricerca tecnologica su ad ausili e materiali utili a realizzare strumenti sempre più leggeri e manovrabili, si vedono fibre di carbonio e titanio diventare leggerissime carrozzine, handbyke, easybike, wheelchair tennis ma anche protesi per gli arti inferiori o superiori che consentono di danzare, correre, camminare. La leggerezza unita alla manovrabilità soprattutto per gli ausili che servono negli sport di movimento sono il requisito verso cui la sperimentazione e la progettazione si sono ormai mosse in modo deciso e con risultati brillanti: fece notizia il risultato di Alex Zanardi lo scorso anno alle Paralimpiadi, un’eco trainata dalla notorietà del suo nome e messa in rilievo dal fatto che dentro la sua handbyke c’erano così tante competenze “dal futuro” che hanno fatto del suo strumento un modello di eccellenza.
Leggerezza, flessibilità, prontezza di risposta al movimento impresso dalle braccia, stabilità e performanza nel girare, avanzare, retrocedere sono requisiti che una carrozzina su cui siede un atleta deve possedere in modo spiccato, a garanzia della sua sicurezza che gli consente così di mettere a segno un risultato brillante come dimostra anche la campagna pubblicitaria di una delle aziende maggiormente orientata alla produzione di ausili per lo sport e il tempo libero, la OFFcar. Nello sport paralimpico, sono tante le discipline che nella carrozzina trovano l’ausilio dell’autonomia e quelle caratteristiche sono necessarie per le carrozzine da basket o pallavolo con il sitting volley, rugby, tennis. Ma non occorre essere atleti per avvalersi di quanto la tecnologia va realizzando e sempre maggiori possibilità sono offerte anche al tempo libero e alle attività fisiche all’aperto, nelle passeggiate o nel trekking persino su percorsi da considerarsi poco accessibili con sedie a ruote consuete (un ausilio in questo senso è “Easytrekking”). E poi c’è il versante delle protesi per gli arti, inferiori e superiori, che consentono rapidità, flessibilità, nuove autonomie: le fibre di carbonio e titanio danno già da tempo la possibilità a molti atleti con disabilità di correre, camminare, danzare come per Adrianne Haslet Davis, ballerina che perse una gamba nell’attentato alla maratona di Boston del 2013 e che grazie ad una speciale “gamba bionica” ha potuto di recente tornare a ballare grazie a una protesi progettata dal gruppo di biomeccatronica del Massachussets Institute of Technology-Media Lab. Ma anche in Italia ci sono varie aziende che si dedicano a questo tipo di progettazione e produzione impegnandosi anche sul versante della ricerca e dello sviluppo; un elenco completo è sul sito di Superabile dell’Inail.

protesi 3dAttualmente, fra le promesse più innovative ci sono sviluppo e applicazioni della stampa in 3D nel campo dell’assistenza, della salute, dell’autonomia, come mostrato all’Exposanità di maggio 2014. Dalla stampante 3D in fatto di protesi ci sono promesse per ora sperimentali ma progetti provenienti da varie parti del mondo puntano tutti alla terza stella a destra: quella vicina ad un mondo che per ora non c’è ma che promette di arrivare presto e riprodurre nuove ossa dell’apparato motorio, un esoscheletro, protesi varie mentre allo studio ci sono già tessuti, vasi sanguigni, biologia cellulare da stampare con bio-stampanti. Stampato in 3D anche l’esoscheletro che ha consentito al ragazzo con paraplegia che lo ha indossato di dare il calcio di inizio ai recenti Mondiali di calcio in Brasile.

Sempre sul versante della progettazione ma stavolta “lato impianti”, il Comitato Italiano Paralimpico (CIP) ha istituito un settore dedicato proprio allo sviluppo di un’impiantistica sportiva accessibile investendo in professionalità che la connettano a tutte le dimensioni di accessibilità ad essa correlabili. Una tale visione coinvolge competenze di architetti e ingegneri che sempre di più sono chiamati anche dalle normative sovranazionali a misurarsi con l’abbattimento delle barriere architettoniche e sensoriali. Negli impianti sportivi l’attenzione dovrà esser data ai parcheggi, ai servizi, agli spogliatoi, alle tribune ma anche a tutta l’informazione di orientamento e segnaletica che dovrebbe coinvolgere anche esperti di comunicazione accessibile. Fra le iniziative innovative del CIP che ricade anche sulle strutture, un recente accordo siglato con il Ministero della Difesa che ha aperto la “Sezione Promozione e sviluppo pratica sportiva per il personale disabile della Difesa” con cui si favorirà “l’avviamento sportivo dei reduci dalle missioni di pace all’estero di Aeronautica, Esercito, Marina e Arma dei Carabinieri, attraverso la reciproca messa a disposizione di strutture e tecnici qualificati e la possibilità, per atleti paralimpici di alto livello, di gareggiare sotto le insegne dei Gruppi Sportivi della Difesa”.

Per quanto riguarda il rilievo sociale che lo sport riveste, vale la pena sottolineare che l’attività sportiva molto spesso traina la persona con disabilità fuori dal proprio senso del limite e verso un modo rinnovato di affrontare la propria vita anche nel momento in cui un incidente o una patologia sembravano averla “fermata”; in alcuni casi poi può divenire anche una dimensione professionale nuova. Sempre però lo sport svolto dalle persone con disabilità restituisce a chi osserva e segue questi atleti uno sguardo del tutto positivo e scevro da concetti legati alla mancanza di abilità che non di rado divengono stigma sociale e che sono il primo ostacolo ad una piena partecipazione paritaria alla “società di tutti”.

AbilityChannelFar conoscere questa “nicchia” di grande valore (anche economico) è un compito che ancora una volta il web svolge molto bene, con la sua viralità contagiosa e le chance di autorappresentazione dei contenuti che viene dalle web tv di alcune federazioni: quando si naviga in Internet fra gli sport paralimpici, piuttosto dell’eccezionalità di una medaglia si nota infatti che vengono premiati l’aspetto narrativo, il racconto, la cronaca dei fatti, la valorizzazione della ricerca tecnologica e ingegneristica che affiancano la preparazione atletica. Un’attenzione costante al vasto e vivace ambito di sport e disabilità viene da AbilityChannel, una webtv che con lo slogan “Una disabilità positiva” racconta piccole e grandi storie di successi personali e di squadra, dando voce a passione e determinazione che sempre nello sport fanno da traino ai risultati. In Tv, Rai Sport offre “Sportabilia”, rubrica dedicata agli sport paralimpici. Chi volesse seguirli, l’estate promette ancora numerosi appuntamenti: i Mondiali di tiro a segno in Germania, i Campionati Europei di nuoto in Olanda, il Campionato Europeo under 22 di Basket in carrozzina a Saragoza, i Campionati italiani a squadre di tennis. Da segnalare, proprio in scadenza in questo periodo, un’iniziativa culturale legata allo sport: il Concorso fotografico Buen Vivir Plus promosso dal Centro Sportivo Educativo Nazionale e rivolto a giovani e scuole.

Ma in rete si trova eco di un’altra notizia per un evento che ancora deve avvenire ma che è già storico: la prima “Giornata mondiale paralimpica” che si svolgerà ad ottobre a Roma nello scenario celebrativo di via della Conciliazione e piazza San Pietro dove lo slogan “Believe to be Alive“ segnerà il via di una nuova partenza.

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Giornalista pubblicista e Dottore di ricerca in Scienze della Comunicazione con un progetto sulla “Cultura accessibile”, dal 2011 al 2013 è stata assegnista di ricerca nel Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale (CoRiS) della Sapienza Università di Roma per un progetto sulla e-Inclusion nel lavoro delle persone con disabilità finanziato dall’Istituto Superiore di Comunicazione e Tecnologie dell’Infromazione (Iscom) del MISE. Da oltre un decennio svolge ricerca sulle opportunità offerte dall’ICT nel promuovere e realizzare l’inclusione e la partecipazione delle persone con disabilità. Ha lavorato nella Fondazione ASPHI Onlus di Bologna occupandosi di integrazione dei disabili tramite assistive technologies. Nel 2013 ha promosso la seconda edizione del seminario “Inclusione digitale. Promotori di accessibilità” realizzato nel Dipartimento CoRiS insieme con IBM Italia. E’ Docente a contratto di Tecnologie Digitali per l'Apprendimento presso l'Università Lumsa di Roma. Ha scritto numerosi articoli e saggi sul tema tra cui “Sciences for Inclusion. Cultural approach to disability towards the Society for all” e “Oltre il senso del limite" di Bonanno Editore.

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