Medicina di urgenza e IoT: la rete entra nelle ambulanze e salva le vite

Le emergenze mediche hanno nel tempo, soprattutto in quello risparmiato, la chiave fondamentale per salvare la vita delle persone con i minuti che possono davvero fare la differenza tra la vita e la morte, disabilità e recupero. In questo senso i dispositivi intelligenti connessi a Internet porteranno a miglioramenti in molti settori tra cui la medicina di emergenza. E’ quanto crede Physio-Control una società globale specializzata in prodotti di emergenza medica: La connettività Internet permetterà, insieme alle altre funzionalità, ai dispositivi medici fino ad allora separati, di interagire uno con l’altro, scambiando dati e fornendo un supporto intelligente alle decisioni degli operatori, dentro e fuori l’ospedale”, dichiara Kristina Furlan, di Physio-Control. “Una sfida enorme”, continua, “è quella di essere sicuri di sfruttare dati e connettività in modi che abbiano dimostrato di aumentare e migliorare la cura del paziente, pur rimanendo facile da usare” aggiunge l’esperta in un articolo sul tema.

Nel report in questione si evidenzia come le due cause più frequenti di morte nel mondo siano le malattie coronariche e gli ictus, ed è in questi ambiti che l’Internet of Things avrà la più grande opportunità di dimostrare la sua utilità: ogni anno nel mondo ci sono 32,4 milioni di infarti e ictus, che portano a 14 milioni di morti. E il tempo è un fattore chiave: i pazienti colpiti prima saranno trattati dai soccorsi, e più alta sarà la probabilità di scongiurarne la morte o danni permanenti.

Partiamo dall’ictus che può essere causato da un blocco in un’arteria che alimenta il cervello (ictus ischemico) o dalla rottura di un vaso sanguigno indebolito (ictus emorragico). Circa l’85% di ictus è di natura ischemica e i pazienti colpiti possono essere trattati entro le prime 3-5 ore con l’attivatore tissutale del plasminogeno (tPA), un enzima che scompone coaguli e migliora le possibilità di recupero da ictus. Ma in caso di ictus emorragico il tPA può causare ancora più sanguinamento tale che si rende obbligatoria una tac prima di poterlo somministrare. Ma speso il tempo non basta per poter fare tali accertamenti.

1-strokefinderLe cose potrebbero cambiare con  lo Strokefinder, letteralmente il “rilevatore di infarto”,  una casco di plastica dotato di antenne che circonda la testa del paziente: le antenne ricevono impulsi di microonde che passano nei tessuti e, grazie a un computer portatile collegato, sofisticati algoritmi possono riconoscere con che tipo di ictus si ha a che fare. Strokefinder è stato sviluppato per l’utilizzo sia in ospedali che in ambulanze, ed è il frutto del lavoro di ricercatori della Chalmers University of Technology, Sahlgrenska Academy, e Sahlgrenska University Hospital in Svezia. Il dispositivo è in procinto di essere validato con marchio CE per l’utilizzo in Europa, cosa che potrebbe accadere entro l’anno. “La mia aspettativa è che Strokefinder fornirà un importante supporto alle decisioni e porterà all’introduzione di tPA in ambulanze” afferma Mikael Persson, professore di ingegneria biomedica presso la Chalmers University of Technology. In questo schema, Persson spiega che Internet sarà utilizzato per la comunicazione con gli ospedali in cui, nella maggior parte dei casi, saranno prese le decisioni riguardanti il ​​trattamento successivo del malato. “La comunicazione su Internet tra il sistema Strokefinder e agli ospedali sarà quindi importante per aiutare i medici a prepararsi per il paziente in arrivo” dice.

Sul fronte degli attacchi di cuore, troviamo LIFEPAK 15, un monitor defibrillatore e monitor cardiaco portatile in grado di trasmettere i dati dell’elettrocardiogramma (ECG) dei pazienti su Internet: il dispositivo, inoltre, utilizza algoritmi per monitorare la ECG del malato, avvisando il personale d’emergenza in caso di  cambiamenti significativi. Lifepak ha un software intelligente che è in grado di interpretare l’ECG”, dice il dottor Liudvikas Jagminas, MD, vice presidente per la medicina d’emergenza presso la Yale School of Medicine. E il monitoraggio è utile in due modi: aiuta i paramedici a capire se il paziente è in condizione di passare per il pronto soccorso o se l’ambulanza deve puntare subito verso un laboratorio specializzato per risparmiare tempo. In secondo luogo LIFEPAK 15 può inviare i dati dei pazienti, tramite l’integrazione diretta server-to-server, al sistema di assistenza e informazione sanitaria dell’ospedale. I dati possono essere inclusi nel registro elettronico del paziente ed esaminati dai medici del pronto soccorso: conoscere in anticipo la diagnosi dei pazienti che andranno a trattare, permetterà loro di mobilitare le risorse necessarie e prepararsi in modo più efficiente.

Si tratta  solo di due esempi di quello che l’Internet delle cose potrà fare per migliorare, ed allungare, la vita delle persone. La medicina di urgenza rappresenta uno dei tanti tasselli che compongono il futuro della salute con l’avvento della rete. Una futuro fatto di cose, dati e processi interconnessi che hanno nelle persone, nella loro vita, l’obiettivo fondamentale.

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