Editoria: passa dal mobile la nuova convergenza digitale

La crescita del numero di possessori di dispositivi mobili negli ultimi due anni e l’adozione sempre più marcata di abbonamenti con tariffe flat hanno avuto come conseguenza l’esplosione del numero di coloro che si collegano ad Internet in mobilità e mentre il traffico voce va a picco, quello dati aumenta in modo significativo.

Le sim che hanno effettuato traffico dati nel primo trimestre del 2014 sono state 38,6 milioni, 7,1 milioni in più rispetto al corrispondente trimestre del 2013 e addirittura 11,8 milioni in più rispetto al 2012.

Mobile_Revolution

Allo stesso tempo i volumi di traffico dati veicolati dalle reti mobili sono esplosi in modo esponenziale e nel 2013 hanno superato  i 340 petabyte  con un incremento del 32% rispetto all’anno precedente e di oltre il 78% negli ultimi due anni.

Traffico_Dati
A fronte di questi dati, non stupisce che la maggior parte del tempo di connessione avvenga in mobilità. Secondo gli ultimi dati sulla total digital audience rilasciati da Audiweb, relativi al mese di giugno 2014, smartphone e tablet contano per circa il 59% del tempo trascorso in Rete.

La mobile audience nel giorno medio è rappresentata da 15 milioni di persone superando quella che si collega da pc, rappresentata da 12,9 milioni di persone. Anche il tempo di collegamento nel giorno medio è superiore, 1 ora e 34 minuti quella da mobile rispetto ad 1 ora e 17 minuti da pc.

Apple iPhone 3Gs with Social Media and Network Apps
Cosa significano in concreto questi dati per il mondo editoriale?
Una straordinaria opportunità di raggiungere un pubblico di lettori più ampio che mai prima d’ora e di ampliare l’audience dei propri mezzi tenendo in considerazione il fatto che il 60 per cento di chi naviga in mobilità, oltre 10 milioni di persone, accedono a siti di news e informazione.

Si tratta peraltro di un target molto interessante, composto per la maggior parte da giovani, nella fascia d’età che va dai 18 ai 34 anni, che molto probabilmente hanno avuto rarissimi contatti con un’edicola tradizionale. Sono gli effetti della della rivoluzione digitale guidata principalmente dal mobile:  gli utilizzatori di smartphone e tablet sono i nuovi lettori.
Per non perdere questa opportunità occorre però che gli editori mettano il mobile al centro delle proprie strategie di marketing editoriale. Ogni contenuto editoriale dovrebbe già oggi essere creato rispondendo prima di tutto a questa domanda: come si vedrà e come si leggerà su uno schermo di uno smartphone o di un tablet?

E’ un approccio tutt’altro che banale. I contenuti pensati per essere distribuiti attraverso le App o su schermi touchscreen sono altra cosa non solo rispetto a quelli che normalmente vengono realizzati per la carta stampata ma anche a quelli realizzati per il web. Le cosiddette “digital replica”, le repliche in pdf rese disponibili fino ad oggi dagli editori sui tablet sono quanto di più sbagliato si possa immaginare e servono principalmente a cercare di compensare la perdita di copie cartacee nelle certificazioni Ads relative alla diffusione, che sono alla base delle trattative con clienti e centri media nella definizione degli investimenti pubblicitari.

Ma non è questa la strada. Nel nuovo contesto di navigazione in mobilità, i giornali sono chiamati a ripensare completamente l’approccio alla distribuzione dei propri contenuti perché quello che i nuovi lettori digitali si aspettano su questi supporti è diverso da quello che quotidiani e riviste hanno prodotto fino ad oggi.
I giornali del futuro – quanto meno quelli che sopraviveranno – saranno qualcosa sempre meno legato alla carta.
Può sembrare un’affermazione eccessiva e la carta ha sicuramente il suo fascino, ma un prodotto editoriale digitale è in grado di offrire molto ai lettori in termini di interattività e di esperienza di lettura, che si traduce in engagement e fidelizzazione con la testata.

Questo vuol dire che occorre ripensare a fondo il contenuto, il modo in cui viene prodotto e realizzato, la modalità con la quale viene distribuito e la frequenza con cui questo viene aggiornato. Sono tutti elementi dirompenti per quello che comportano all’interno della filiera di realizzazione del prodotto editoriale. A partire dalle redazioni che dovranno essere completamente multimediali. E’ inimmaginabile che possano sopravvivere strutture composte da persone che lavorano solo sulla carta.  Questo vuol dire che cambieranno i ritmi e i tempi di produzione, che occorrerà adattarsi a nuove modalità di lavoro e investire in risorse, formazione e nuove tecnologie.

Così come sarà necessario focalizzare la produzione editoriale su contenuti a valore aggiunto e sviluppare delle strategie per monetizzare la propria produzione editoriale perché le informazioni generaliste, quelle che vengono comunemente definite come “breaking-news”, sono e saranno sempre più disponibili in modalità gratuita.

Per far questo i media debbono investire sul rafforzamento del proprio brand per fidelizzare il lettore considerando soprattutto le opportunità offerte dalle audience di nicchia che continueranno a chiedere informazione di qualità, specializzata, targettizzata sulla base dei propri interessi e da utilizzare sempre più in mobilità perché la nuova convergenza digitale passa principalmente da qui.

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