Net Neutrality: AT&T protesta e ferma gli investimenti in fibra ottica

Le dichiarazioni di Obama prima, e il dibattito che si è scatenato in America dopo la presunta replica del Presidente della FCC Tom Wheeler, fanno da sfondo alla decisione presa nelle scorse ore dalla AT & T che ha deciso di mettere in pausa gli investimenti previsti per portare la fibra ottica e la connessione internet ad alta velocità in 100 città degli Stati Uniti. Una decisione che resterà in vigore fino a che la Federal Communications Commission (FCC), l’agenzia americana preposta alla regolamentazione del settore delle comunicazioni, non deciderà in materia di net neutrality.

La dichiarazione dell’Amministratore Delegato della compagnia, Randall Stephenson, è solo la prima mossa commerciale da parte di un provider di servizi Internet in risposta alla chiamata inaspettata del presidente Barack Obama alla Commissione al fine di classificare Internet come servizio di pubblica utilità. La presa di posizione del presidente ha avuto pesanti conseguenze sulle azioni dell’azienda e il taglio alle spese previste per 2015 ne è una prova.

Non possiamo investire soldi nella distribuzione di fibra ottica in 100 città senza sapere con quali norme saranno regolati quegli investimenti“, ha detto Stephenson in una conferenza. La decisione dell’implementazione della propria rete in fibra era stata resa pubblica nel mese di aprile e coinvolgeva metropoli come Chicago, Los Angeles e Miami. Ora, dopo un incontro con gli investitori, si è deciso di non procedere ai lavori in attesa di nuovo ordine.

Secondo Jim Cicconi, Vp di AT & T “il piano della Casa Bianca volto a regolamentare internet, sarebbe un tremendo errore che andrebbe a minare lo sviluppo e la sopravvivenza stessa di internet, nonché gli interessi nazionali“.

Con questa mossa l’AT & T si unisce alle proteste dell’industria e dei legislatori repubblicani contro la proposta di Obama: secondo gli oppositori creare una regolamentazione del traffico Internet più severa comporterebbe un rallentamento della crescita degli investimenti, oltre che un’ingerenza della FCC in questioni non strettamente di sua competenza.

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