Autorità Privacy e Anticorruzione insieme per linee guida su trasparenza

Una commissione mista tra Autorità Garante per la Privacy e quella Anticorruzione per stilare linee guida che definiscano gli obblighi di trasparenza e pubblicazione dati per gli enti pubblici mettendoli in relazione con le esigenze di riservatezza dei singoli e per evitare i “rischi” connessi da una parte con una divulgazione di eccessiva quantità di dati e dall’altra con possibili omissioni. L’idea di costituire un gruppo di lavoro è stata avanzata nel corso della tavola rotonda “Trasparenza e privacy. Le questioni aperte e l’opportunità di un intervento normativo”, a cui hanno preso parte  i presidenti delle due Authority, Antonello Soro e Raffaele Cantone e  la presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro.

Il punto di partenza è che “la trasparenza è il vero antidoto alla corruzione”,  ha spiegato Cantone. Ma immettere on line, sui siti istituzionali degli enti, troppi dati con un “eccesso di trasparenza” rischia di determinare una “opacità per confusione“, come l’ha definita Soro, insistendo invece sulla necessità di una “trasparenza democratica e non demagogica“.

Per una trasparenza che funzioni serve una regia accorta” ha spiegato Soro  “un eccesso di dati immessi in rete, sulla base degli obblighi a cui gli enti pubblici sono tenuti, rischia di produrre una “opacità per confusione“. “Non è in discussione – ha spiegato il Garante – la trasparenza come forma ineludibile dell’agire amministrativo“, ma allo stesso tempo “l’obbligo di trasparenza non sempre è una garanzia di reale trasparenza“. Il punto, quindi, è definire bene quali informazioni debbano essere rese note e accessibili, perché di pubblica utilità. Tenendo conto anche di un altro aspetto, secondo Soro: e cioè che esiste “un problema di sostenibilità della disciplina” da parte degli enti chiamati a rispettarla.

Il centro del problema è rappresentato dagli obblighi fissati nel decreto legge 33/2013, che in parte vanno limati e ripensati, chiarendo bene quali dati e quali documenti gli enti devono rendere pubblici. Un veicolo potrà essere la delega sulla Pa al vaglio del Senato, che ha però tempi lunghi, se si considerano anche i decreti attuativi. Inoltre, ha rimarcato Finocchiaro “è opportuno intervenire in maniera sistematica, evitando interventi a macchia di leopardo: l’obiettivo è fornire al cittadino i dati realmente utili alla prevenzione della corruzione e al controllo pubblico”. In questo senso potrà fare da apripista il lavoro di una commissione ad hoc che, secondo Cantone potrebbe darsi uno o due mesi di tempo per definire un quadro.

I componenti di questa commissione, in attesa di un insediamento formale, sono già stati individuati oggi al termine del convegno: ne faranno parte per la Privacy la vice presidente Augusta Iannini e Licia Califano; e, per l’Anticorruzione, Angela Nicotra e Francesco Merloni.

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