Era il 2012 quando il Centro Inail per la sperimentazione ed applicazione di protesi e presidi ortopedici, fiore all’occhiello dello sviluppo hi tech in fatto di protesi sostitutive di arti che hanno subito amputazioni, annunciava il semaforo verde per l’avvio della sperimentazione di “ReWalk”, un esoscheletro che era da validare al fine di verificarne l’effettivo e concreto potenziale tramite una sperimentazione che doveva metterne alla prova le promesse: consentire alle persone con paraplegia agli arti inferiori di poter tornare a camminare. Già perché tale è la possibilità che consente questa altissima struttura tecnologica: letteralmente, la parola lo definisce come uno “scheletro esterno”, un’architettura indossabile che sostiene e sorregge il corpo consentendo di poter riprendere il cammino.
Naturalmente tale opportunità è vista come un obiettivo di autonomia da tutte quelle persone che, secondo la propria specifica situazione funzionale, potrebbero utilmente indossare un giorno un esoscheletro. Non si tratta solo di utopia, soprattutto dopo questo biennio di attività dell’Area Ricerca e Formazione del Centro Protesi INAIL che ha iniziato allora a validare, dal punto di vista tecnico e clinico, questa possibilità: ReWalk consisteva in una soluzione tecnologica in cui presente e futuro sembravano già unirsi in una “ortesi attiva con struttura metallica”, dotata di motori a livello di anche e ginocchia e gestita grazie ad un sistema informatico computerizzato; pur non in grado di far mantenere l’equilibrio in autonomia, ReWalk poteva rendere attuabile camminare aiutandosi con l’appoggio in avanti dei bastoni canadesi.
Ora, il futuro è già più a portata di mano e a distanza di un paio di anni da quella luce verde, il Centro Protesi Inail ha scelto di coniugare la ricerca e la tecnologia con un’iniziativa del tutto insolita e molto intelligente: dal proprio portale ha lanciato un appello specificamente rivolto a persone con lesione midollare che tramite la compilazione di un form on line possono dare il proprio contributo alla raccolta di dati e informazioni utili a lavorare sull’esocheletro del futuro a partire dalle esigenze specifiche dei soggetti. “Questionario per lo sviluppo di un esoscheletro.
Aiutaci a capire come farlo bene”: con questo invito, che suona quasi come uno slogan, le persone sono invitate a cliccare su questa pagina in cui si approda ad uno spazio che è contemporaneamente di ascolto e conoscenza di tante singole realtà personali e che costituirà il nucleo prezioso di una grande dote di informazioni capaci di trasformarsi in progettualità e in progettazione. Da sempre nei Centri Protesi Inail lavorano competenze multidisciplinari; la ricerca e lo sviluppo di tecnologia decisamente innovativa è già possibile ed è rivolta alla realizzazione del braccio bionico, delle mani poliarticolate, di ginocchia elettroniche, piedi a restituzione d’energia. Soluzioni che portano l’hi-tech dentro la quotidianità di ogni giorno, capace di restituire alle persone autonomie perdute e nuovi modi di vivere i propri spazi, dal tempo libero, allo sport, al lavoro, alla partecipazione più ampia alla vita di ogni giorno.
Intorno a questo nuovo ambizioso progetto lavorano esperti in robotica umana, ingegneri, figure mediche e terapeutico-riabilitative, scienziati ma, prima di tutti, vi sono coinvolte le persone che possono giovarsi dei progetti, delle ricerche e delle tecnologie messe a punto. Il metodo, dunque, anche grazie all’iniziativa del questionario on line resta quello prezioso – e premiante quando si parla di disabilità – della progettazione partecipata, il cooperative design. In un’epoca in cui tutti i processi elaborativi e decisionali si auspica passino sempre più da un percorso collaborativo, nel Centro Inail questa è realtà, a maggior ragione con l’attuale programma di ricerca appoggiato ad un invito che TechAbility@work non può che contribuire a far rimbalzare: “Se sei un soggetto mieloleso con lesione non superiore a D4 puoi aiutare il progetto compilando il questionario presente a questo link.
L’obiettivo attuale è di giungere ad un prodotto ancora più avanzato di ReWalk, con lo scopo di sviluppare “un esoscheletro attivo in grado di consentire la deambulazione di soggetti mielolesi. A partire dall’esperienza già maturata su Rewalk, l’obiettivo è quello di fare meglio, con un dispositivo che riunisca in sé caratteristiche di maggior leggerezza, affidabilità e sicurezza pur mantenendo contenuti i costi”: questo è l’impegno e verso questo traguardo gli sguardi e le forze sono concretamente orientate. A fianco del Centro Protesi c’è un’altra prestigiosa realtà: l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova in cui è stata capitalizzata una competenza specifica nella robotica umanoide.
L’esoscheletro che è sotto la lente della ricerca sarà dunque diverso da quelli esistenti, ma per giungere a perfezionarlo e realizzarlo al meglio è ancora fortemente necessario capire come possa essere utile ai bisogni di autonomia, mobilità, indipendenza delle persone con tale situazione di disabilità motoria affinché possano recuperare spazi di partecipazione autonoma alla vita relazionale e professionale di ogni giorno.
Vale la pensa sottolineare che quanto accade nei vari Centri Protesi dell’Inail ha il gusto di quel saper fare italiano pieno, allo stesso tempo, di sapere e sapore: di altissima competenza e di profondissima passione. Le protesi realizzate (TechAbility ha toccato l’argomento in qui) sono il frutto di un percorso produttivo attento, finemente qualificato che porta a costruirle con materiali particolari fatti di fibre provenienti dalla ricerca e capaci di restituire caratteristiche di affidabilità, leggerezza, maneggevolezza, qualità al prodotto. Così un giorno sarà per l’esoscheletro e nella tecnologia ci sarà davvero, concretamente, la soluzione e la possibilità di tornare a muovere nuovi primi passi.
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