Sì alla net neutrality: per FCC internet sia public utility

Internet come una utility con gli Internet service provider che non possono interferire con il traffico web degli utenti. E’ questa la direzione che prenderà la Federal Communications Commission
 americana, chiamata nelle prossime ore a pronunciarsi sulla net neutrality. Ad annunciarlo è lo stesso Presidente dell’authority Tom Wheeler sulle pagine di Wired con una lettera aperta che lascia poco spazio alle congetture.

Il numero uno della FCC, infatti, , è stato chiaro: i provider di servizi internet a banda larga che oggi operano in un regime di sostanziale autoregolamentazione dovranno d’ora in poi essere disciplinati, come avviene per le “public utility”. Questo per garantire che il traffico sulle proprie reti sia gestito in maniera da non discriminare nessuno. Dunque, no alle corsie preferenziali sul web: i fornitori – ha specificato Wheeler – non potranno rendere più veloce l’accesso ad alcuni siti in cambio di tariffe più care. E, allo stesso tempo, non potranno rallentarli o bloccarli. Perché la rete fornisce “servizi essenziali per la collettività” e le regole devono essere uguali per tutti. “Propongo ai miei colleghi – ha spiegato ancora Wheeler – le più forti tutele per un internet aperto. Le più forti che siano mai state proposte dalla Fcc per assicurare il diritto degli utenti della rete di andare dove vogliono, quando vogliono. E i diritti degli innovatori di introdurre nuovi prodotti senza chiedere il permesso a nessuno“. La proposta sarà messa ai voti oggi, ed è probabile che vada in porto, visto anche il supporto della Casa Bianca e di Barack Obama, nonchè dei principali protagonisti della Silicon Valley: Facebook, Amazon e Google, oltre ai siti di streaming come Netflix o di musica condivisa come Spotify, sostengono, infatti, il principio della net neutrality.

Diverso l’atteggiamento delle telco: Verizon, AT&T a Time Warner Cable da tempo spingono per poter fornire un servizio più veloce alle aziende che pagano ma è uno scenario contro cui si è più volte scagliato il presidente americano Barack Obama.  Ma le tlc si preparano a resistere in tutte le maniere, perché per loro la proposta di regolamentare internet con le norme delle public utility risalenti agli anni ’30 può solo creare danni e limiti alla concorrenza. E per questo già minacciano azioni legali.

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