Cultura, informazione e digitale: a Urbino il Festival del Giornalismo culturale

Che cosa è la cultura oggi e come viene veicolata? Cosa sta cambiando con i media digitali nel modo in cui si fa, e si fruisce, la cultura? E’ da queste domande, e da una serie di evidenze sempre più forti delle abitudini di consumo culturale in Italia, che nasce l’idea del festival del giornalismo culturale, evento curato dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione e Discipline Umanistiche dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e organizzato da Lella Mazzoli in collaborazione con Giorgio Zanchini.

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Lella Mazzoli è Direttore Istituto Formazione Giornalismo Urbino e Direttore del Festival del Giornalismo Culturale.

La manifestazione, giunta alla terza edizione, nasce da più di una considerazione: nei secoli abbiamo assistito ad uno spostamento dal concetto di cultura, alta e bassa, all’idea di una pluralità di culture. E’ impossibile, oggi, pensare alla cultura e non intenderla al plurale. Lo dimostrano i dati” spiega Lella Mazzoli, Direttore del Festival, riferendosi a quanto rilevato all’interno dell’Osservatorio News-Italia su come si informano gli italiani. “Più volte abbiamo chiesto agli italiani dove cercano, e  trovano, l’informazione culturale ed essi rispondono che la rintracciano ovunque, nei tradizionali tg, nei talk show e nei canali monotematici. Ciò dimostra che la dicotomia cultura alta/cultura bassa è stata superata dal fatto che ci sono le culture e ognuno di noi cerca la sua informazione culturale, quella più vicina a interessi personal e formazione.”

Un dato che ha portato a voler approfondire quanto sta accadendo all’informazione culturale oggi che un altro attore è arrivato ad arricchire ulteriormente i “luoghi” delle culture, ovvero il mondo del digitale.

Carta stampata, Tv, radio e cinema sono tutti interessati dalla rivoluzione del digitale. La maggior parte dei giovani, ma non solo loro, ormai cercano informazione non più “in spazi e tempi precisi dedicati alla ricerca ma in spazi tempi molto più ampi”. Il concetto degli spazi e dei tempi dell’informazione culturale sono molto cambiati con i social, col mobile e con i second screen tale che le persone realizzano ricerche transmediali: “nessuno guarda più solo un medium ma la stessa cosa viene vista su media diversi con un vantaggio straordinario del web rispetto ad altri.”
La tv è ancora la regina tra le fonti di informazione culturale: secondo l’Osservatorio l’88% degli italiani si informa con la televisione ma il dato significativo è che più del 70% oggi lo fa sul web. “E’ tutta qui la portata del cambiamento” spiega Mazzoli.  “Sta cambiando il modo di fare ricerca e informazione: il web dà la possibilità di controllare in tempo reale, di guardare più fonti e piattaforme. Siamo passati dai tre canali Rai agli albori della Tv, alle tre reti commerciali, poi sono arrivati i canali monotematici e ora le all news. Ma la rete è comunque impareggiabile.”

L’informazione culturale è dunque sottoposta ad un ampliamento e a una necessaria trasformazione che però, sia online che offline, in rete che sulla carta stampata, ha anche molto a che fare con il giornalismo scientifico e con giusto modo di divulgare la i temi scientifici. “L’informazione scientifica è un pilastro della informazione culturale ma temo che in Italia non si sappia fare divulgazione scientifica di qualità né verso il pubblico più ampio né verso target più tecnici e specifici” analizza Mazzoli riferendosi alla difficoltà, anche per chi fa ricerca accademica, di avere informazioni e confronto sufficienti, ma è verso il grande pubblico che il problema emerge con forza ancora maggiore. “Quando parliamo di giornalismo scientifico ci sono due problemi: da una parte ci sono studiosi che non hanno la capacità di divulgare in modo semplice e dall’altra ci sono giornalisti che spesso dimostrano di non avere le conoscenza tecnica per parlare di scienza. E’ un problema pericoloso: se non si unisce la conoscenza del problema a una buona capacità di comunicarla ai più, si rischia che ai cittadini arrivino informazioni parziali. Nel settore medico questo aspetto crea problemi seri.” Non mancano casi di eccellenza nel BelPaese, specifica il Direttore, ma si potrebbe fare molto di più.

Anche di questi temi si parlerà al Festival del Giornalismo Culturale curato dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione e Discipline Umanistiche dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo che si terrà a Urbino il 23-24 aprile 2015 e a Fano il 25-26 aprile 2015: un’occasione per “scattare una fotografia della situazione dei quattro media rispetto all’informazione culturale. Lo faremo con tanti amici provenienti dai diversi “mondi”, e con tutto il pubblico che è invitato a partecipare e a dibattere con gli ospiti del Festival. In ottica di pluralità il festival darà molto spazio anche aventi a latere su musica, cinema e anche al cibo, uno dei luoghi della cultura più apprezzati dagli italiani.”

Ulteriori informazioni su temi e argomenti del festival sono disponibili qui.

 

 

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