#IoT e il futuro dell’umanità: l’intervista a Jason Silva

Device, processi, cose e persone. L’internet of Everything ha a che fare con tutte queste dimensioni che, insieme, descrivono una profonda rivoluzione che interesserà la società a 360°. Le persone più volte sono state chiamate in causa, anche sulle nostre pagine, come i destinatari e attori ultimi della rivoluzione del mondo interconnesso. L’Internet of Things, infatti, deve avere come obiettivo quello del miglioramento della qualità della vita delle persone, sia nella loro dimensione privata e di cittadini che di professionisti e lavoratori.

jasonsilva_4
Jason Silva

Si può provare, allora, a immaginare che umanità crescerà con l’Internet of Things e cosa accadrà all’essere umano iperconnesso? Ne abbiamo parlato con Jason Silva, filosofo, visionario e divulgatore americano nato in Venezuela e stabilizzatosi in America, recentemente inserito tra i primi 30 influencer globali sul tema dell’IoT. Con lui abbiamo parlato di Internet of Things, ovviamente, ma anche di futuro, umanità e tecnologie. Quello che emerge è uno scenario estremamente stimolante. E anche vagamente inquietante?

1) Nel 2012 a Sidney, parlando di scienza, tecnologie e futuro, lei ha dichiarato: “Abbiamo intrapreso il nostro percorso per diventare Dei”. E’ un’affermazione che apre a una serie di fascinazioni che racchiude il vero respiro di questo processo. Cosa significa? Come l’IoT contribuirà a tale scenario?

E’ una grande metafora, nel senso che sempre di più gli esseri umani stanno diventando una “forza geologica”. Le decisioni prese da cultura e mente hanno un effetto sul mondo molto più profondo di quanto abbiano i fenomeni geologici. I nostri memi sono più forti dei nostri geni, ormai. I passi in avanti compiuti nelle biotecnologie faranno fare un salto in avanti alla nostra biologia e i salti in avanti fatti nelle nanotecnologie tesseranno atomi nel mondo, così come noi già facciamo con il codice binario di zero e uno nello spazio digitale. Come ha detto Mark Pesce: il mondo diventerà linguisticamente malleabile.

2) Un mondo sempre più connesso e tecnologicamente avanzato dove, secondo gli esperti, nel 2020 ci saranno 50 miliardi di device connessi. Come cambieranno gli esseri umani come conseguenza dell’IoT? Come possono comportarsi le persone per guidare questa rivoluzione e non subirla?

Diventeremo una specie diversa. Già oggi la nostra intelligenza è distribuita in quelle serie di cicli di feedback cybernetici che riceviamo dai nostri device e tecnologie. Siamo noi gli architetti ma siamo noi stessi continuamente progettati dalle cose che realizziamo. McLuhan lo ha detto meglio: noi costruiamo gli strumenti ed essi ci ricostruiscono e ridefiniscono.

3) IoT, big data, analisi basate sui sistemi di intelligenza artificiale, informazione che diventa conoscenza accessibile a livello globale e locale. Come tutto questo ridisegnerà il panorama culturale e scientifico nei prossimi anni?

Io credo che il testo di Jeremy Rifkin ne “La società a costo marginale zero” sia illuminante su questo punto. Molti centri di costo verranno azzerati perché tutto sarà automatizzato da sistemi di intelligenza artificiale e passeremo da un modo di scarsità a un mondo dell’abbondanza. Noi supereremo e trascenderemo ogni limitazione.

4) In un tweet ci può dire come sarà il mondo interconnesso nel 2100?

“Nuovi kit di costruzione della realtà.” Un mondo dove la materia sarà programmabile via nanotecnologie, un mondo dove la biologia sarà a sua volta programmabile via biotecnologie.

(La versione inglese dell’intervista è disponibile qui.)

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here