“SOS Sordi”: un segno digitale per la sicurezza reale

L’ICT per l’inclusione amplia gli spazi di cittadinanza. Questa affermazione è sempre più vera, via via che nuove applicazioni delle tecnologie vengono “traslate” in diversi settori e ambiti della vita quotidiana e in risposta a differenti esigenze di accesso trasformando così la multicanalità del digitale in una concreta chance di cittadinanza reale.

sosNello “scouting” del nuovo che TechAbility@work cerca nell’ambito dell’hi-tech connesso alla disabilità, questa volta parliamo di un servizio che varie Regioni italiane stanno via via facendo proprio: si tratta di “Sos sordi”, un progetto realizzato dall’ENS-Ente Nazionale Sordi e dalla Polizia di Stato con l’obiettivo di rendere accessibili i servizi legati a situazioni di emergenza. Grazie ad una app, scaricabile gratuitamente su tablet e smartphone con sistemi iOS e Android, si consente ad una persona sorda di gestire in autonomia una richiesta di aiuto finalizzata a segnalare un incidente o un furto, a richiedere l’intervento di un’ambulanza, della polizia stessa, dei carabinieri, dei vigili del fuoco o del soccorso stradale, quest’ultimo reso possibile con il contributo di Aci Global. Fra le Regioni dotatesi di questo servizio, patrocinato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, dalla fine di marzo c’è anche il Lazio che il 6 maggio ha visto il Consiglio Regionale approvare le “Disposizioni per la promozione del riconoscimento della lingua dei segni italiana e per la piena accessibilità delle persone sorde alla vita collettiva; Disciplina dello screening uditivo neonatale”, una legge regionale molto attesa dagli utilizzatori della LIS-Lingua dei Segni Italiana che è da considerarsi una vera lingua veicolare per le persone sorde “segnanti”: diversa di nazione in nazione, la Lingua dei Segni viene espressa utilizzando le mani appunto per segnare le parole e i concetti. La Legge regionale prevede, fra le varie cose, anche il sostegno all’uso di nuove tecnologie e l’uso della LIS “nei percorsi formativi professionali, nei servizi pubblici e nella comunicazione istituzionale” sostenendo  la realizzazione di tg regionali  e programmi tv con sottotitoli e traduzione simultanea. 

C’è da dire che fra le persone sorde c’è anche un altro approccio alla comunicazione, quello degli “oralisti” (www.fiadda.it) che invece hanno appreso  l’uso della lingua orale e utilizzano di consueto la lingua italiana grazie a un’educazione logopedica specifica, solitamente da avviare nei primi anni di vita, poiché nessun sordo è “muto”! (L’apparato fonatorio non è investito dalla sordità…). I sordi oralisti sono dunque in grado di interloquire con chiunque parlando la lingua italiana e leggendone il labiale: per loro questa stessa legge regionale presenta forti limiti poiché sbilanciata a favore della LIS. I due approcci alla comunicazione si ripercuotono naturalmente nell’uso delle tecnologie e nelle misure destinate a sostenerle. Le persone sorde segnanti  senza la LIS non hanno la possibilità di dialogare con altri a meno che non “segnino” a loro volta e per questo spesso scontano difficoltà di accesso all’informazione e alla cultura; inoltre soffrono la scarsa diffusione dei servizi di interpretariato LIS in vari settori: dal lavoro alla scuola, dai contenuti mediali e specificamente televisivi alle conferenze pubbliche.

“Sos Sordi” arriva dunque a colmare questo “gap” di comunicazione: poiché le esigenze di accesso sono diversificate e grazie al digitale profilabili quasi “uno ad uno” in un’ottica di user centered design, questo nuovo servizio potrà essere utile a molti, e non solo ai segnanti. Il funzionamento è semplice e sfrutta le caratteristiche consuete di una app: dall’invio della richiesta alla geolocalizzazione, dai dati personali alla scelta del soccorso richiesto – opzionata selezionando l’icona specifica fra le varie di SOS – fino alla possibilità di inviare contatti aggiuntivi di un familiare o di un interprete LIS: la richiesta viene presa in carico dalla centrale operativa selezionata che risponde inviando un feedback di rassicurazione e di avvio dell’intervento alla persona stessa nel giro di pochi secondi. Tutto ciò è stato reso possibile dal fatto che la Polizia di Stato ha ormai convertito le centrali operative da un funzionamento analogico ad uno digitale consentendo così di poter attuare questo tipo di servizi e di interventi che riescono a farsi carico dell’accoglimento di un diritto di cittadinanza sostanziale, sentir garantita la propria esigenza di sicurezza, grazie ad un “segno digitale”.

 

 

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