“Il Tribunale di Milano ha deciso che il servizio UberPop rimane sospeso in tutte le città italiane in cui opera in seguito alla causa per concorrenza sleale promossa da alcune associazioni di tassisti. In tutte le sedi abbiamo cercato di dimostrare che non è così e che, anzi, un’apertura del mercato gioverebbe a tutti, operatori e consumatori“. Commenta così Benedetta Arese Lucini, General Manager di Uber Italia, l’annuncio del Tribunale di Milano che, poche ore fa, ha confermato il blocco del servizio respingendo il reclamo della multinazionale. “Uber – ha aggiunto Arese Lucini – non smetterà di lavorare per trovare nuove soluzioni in linea con i suggerimenti delle autorità e per continuare a offrire alle persone e alle città un’alternativa economica, affidabile e sicura per muoversi, e un’opportunità concreta alle centinaia di driver che hanno sino ad oggi percorso questa strada insieme a noi”. Secondo la manager di Uber Italia, “oggi abbiamo visto l’ennesima interpretazione delle norme di una legge del 1992 che governa ancora il sistema della mobilità italiana. Quelle stesse norme che sia per l’Authority dei trasporti che per quella per il Mercato e la Concorrenza andrebbero aggiornate anche rispetto alle innovazioni tecnologiche introdotte da applicazioni come la nostra”.
Nelle scorse settimane il tribunale milanese aveva già disposto l’inibitoria all’utilizzo del servizio, accogliendo il ricorso presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti. Uber poi ha fatto reclamo contro la decisione chiedendo in prima battuta la sospensione dell’inibitoria, bocciata nei giorni scorsi. Oggi è stato respinto anche il reclamo nel merito. La app UberPop, spiegano “non vale a limitare in alcun modo l’inquinamento o la concentrazione del traffico“, anche perché “la clientela” del servizio probabilmente in “mancanza di Uber si rivolgerebbe” non ai tassisti ma “ai mezzi di trasporto pubblico di linea ovvero all’uso di biciclette o city cars“. Lo scrivono i giudici di Milano nella sentenza con cui hanno respinto il reclamo di Uber contro il blocco dell’applicazione. Nel provvedimento, tra l’altro, il collegio, presieduto da Marina Tavassi, parla di “ragioni di sicurezza del consumatore” che il servizio non garantirebbe. In più, secondo i giudici, “il sistema dei prezzi di UberPop” non ha “regole predeterminate e trasparenti ed anche questo elemento non va certo a vantaggio dei consumatori”. Per il Tribunale, poi, “sorprende che alcune Associazioni di consumatori siano intervenute a sostegno del reclamo proposto da Uber ipotizzando che tale servizio possa valere a ridurre l’inquinamento della città o il livello del traffico”.
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