Il numero di oggetti collegati relativi all’Internet of Things raggiungerà quota 38,5 miliardi nel 2020, contro i 13,4 miliardi registrati quest’anno: è quanto emerge dai nuovi dati di Juniper Research, un incremento di oltre il 285%. Mentre le applicazioni IoT per le “smart home” stanno conquistando sempre più spazio sui media e nell’informazione, in realtà è il settore dei servizi industriali – come la vendita al dettaglio, l’agricoltura, gli edifici intelligenti, e le infrastrutture per le smart city – che includerà la grande maggioranza dei device connessi. Le cause, secondo Juniper, sono attribuibili principalmente al fatto che i sensori saranno utilizzati soprattutto per impieghi legati al business, piuttosto che dai consumatori.
La ricerca ha anche rilevato che, mentre il numero di dispositivi collegati supera già il totale di esseri umani sul pianeta di oltre il doppio, per la maggior parte delle imprese il fatto stesso di riuscire a collegare in modo corretto i dispositivi per ottenere informazioni utili rimane una priorità assoluta: “siamo ancora in una fase iniziale per l’IoT,” ha dichiarato Steffen Sorrell, analista di Juniper. “Sapere quali informazioni raccogliere e come integrare l’IoT nei sistemi di analisi rimane ancora una sfida enorme.”
Inoltre, gli ostacoli d’interoperabilità a causa di norme e leggi che si contraddicono continua a rallentare il progresso. Non esiste, infatti, ancora un ecosistema normativo univoco e la creazione di un ambiente in cui sviluppare un sistema universale per l’Internet of Things rimane ancora lontano. Nonostante questo, però, s’intravedono segnali che indicano che le organizzazioni per le standardizzazioni e le partnership tra aziende stanno cominciando a impegnarsi per superare questi ostacoli.
Dal punto di vista dei consumatori, secondo Juniper, le principali applicazioni dell’IoT si vedranno soprattutto nelle smart home, nelle connected car e nelle implicazioni derivanti dal settore sanitario: per quanto riguarda la prima, il concetto non è nuovo e per gli analisti l’idea è ormai ben presente nelle menti dei consumatori fin da quando si diffondevano le prime sperimentazioni all’interno delle case delle classi agiate, ma con l’arrivo di device più abbordabili come i termostati connessi (uno su tutti, il Nest di Google) e le Smart TV, la penetrazione potrebbe crescere; le connected car, invece, soffrono di qualche problema in più legato alla sicurezza, ma sono sicuramente avvantaggiate per la forte curiosità e l’interesse che suscitano nei consumatori; infine, il reparto sanitario potrebbe beneficiare della capacità dell’IoT della raccolta dati a distanza per i pazienti che presentano patologie gravi, per le quali è difficile spostarsi o sulle quale è problematico intervenire in maniera tempestiva ed efficace.
Sulla questione della sanità digitale, Intel Security ha di recente diffuso un rapporto sull’eHealth, il quale stima che queste tecnologie possono far risparmiare alla sanità 63 miliardi di dollari nell’arco di 15 anni, con una riduzione dal 15% al 30% dei costi per le apparecchiature ospedaliere. Tuttavia, secondo quanto emerge dal report i benefici della sanità in rete possono essere offuscati da quattro criticità principali: il furto delle informazioni personali, la manomissione intenzionale e dolosa dei dispositivi, il deterioramento e i guasti accidentali.
Come detto, però, Juniper ritiene che la maggior parte degli applicativi IoT riguarderanno il settore industriale e il lato business: per quanto concerne il settore retail, l’IoT porterà con sé il concetto di raccolta di informazioni in real time sui comportamenti e sulle preferenze dei clienti, con forti implicazioni per il miglioramento dell’esperienza degli utenti e per la capacità di comprendere quali prodotti sono i più gettonati e quali, invece, si possono rimuovere dai magazzini riducendo gli sprechi; per la produzione industriale, invece, l’IoT ha la capacità di aumentare la produttività ed elaborare Business Insight utili per esplorare nuove strade e per ottimizzare i processi (anche se, allo stato attuale, sono poche le aziende che stanno effettivamente implementando questo tipo di soluzioni); un altro ramo fondamentale che nel 2020 vedrà una particolare crescita, è quello degli edifici connessi, dove i sensori saranno in grado di incidere sulla sicurezza (rilevamento della presenza ma anche dello stato di salute delle infrastrutture) e sull’efficienza energetica, riducendo gli sprechi e ottimizzando l’impiego della corrente elettrica, del gas e di altri fonti energetiche.
L’attenzione per i fabbricati connessi è confermata anche da recentissimi dati di ABI Research, che stimano oltre otto milioni di sistemi di gestione degli edifici (Building Management System, BMS) saranno per l’appunto aggiornati ed integrati con piattaforme, applicazioni e servizi che utilizzano la tecnologia dell’ Internet Of Things entro il 2020, aggredendo un mercato dal valore di circa 34 miliardi di dollari.
Infine Juniper dedica alcune considerazioni anche sul settore pubblico e le smart city, identificando alcuni comparti che cresceranno in maniera più significativa rispetto ad altri: tra tutti l’illuminazione pubblica avrà un ruolo di primo piano, essendo uno dei punti nevralgici delle città, sia per quanto riguarda i costi, sia per la sicurezza dei cittadini che preferiscono strade sempre illuminate. In questo contesto l’IoT è in grado di abbattere notevolmente i costi ed è proprio quello che ha dimostrato una recente partnership tra Cisco e Amburgo per le illuminazioni limitrofe alla zona portuale, aumentando la sicurezza per pedoni e ciclisti nel porto e consentendo allo stesso tempo di risparmiare energia, illuminando solo le zone effettivamente percorse attraverso un sistema di rilevazione delle attività.
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