UberPop, Francia convalida il divieto del servizio in tutto il Paese

La Francia ha inflitto un duro colpo alla strategia di Uber: il tribunale del Paese ha stabilito che una legge (precedentemente contestata dalla società) è conforme alla costituzione e tutte le critiche dell’azienda californiana sono state respinte. Nello specifico si tratta di una legge che vieta ai privati di fornire servizi (come i taxi) senza una regolare formazione professionale: di fatto, la legge ha vietato il servizio UberPop in tutto il Paese.

A differenza di altri servizi che impiegano autisti regolarmente formati e in possesso delle giuste licenze, UberPop collega clienti con autisti che non hanno alcuna formazione particolare e sono sprovvisti di licenze o di permessi di carattere burocratico. La corte francese ha quindi confermato che la legge vieta tali servizi e UberPop non potrà essere attivo: “La Corte costituzionale respinge tutti gli argomenti sollevati dalla società e dichiara le parti contestate della legge conformi alla Costituzione“, ha dichiarato il giudice.

Uber ha descritto la decisione della corte come “deludente“. La società ha dichiarato che continuerà comunque a lavorare con il governo francese, nel tentativo di elaborare “nuove regole di buon senso, al fine di avere autisti più sicuri, offrire soluzioni affidabili e dare nuove opportunità di lavoro ai guidatori “.

La decisione riguarda però anche un altro procedimento penale contro due dirigenti di Uber in Francia: Pierre-Dimitri Gore-Coty, general manager di Uber nell’Europa Ovest, e Thibaud Simphal, direttore delle operazioni della società in Francia, sono stati accusati di “pratiche commerciali ingannevoli” e “complicità nell’esercizio illegale della professione di tassista”. Se il giudice si fosse  pronunciato a favore di Uber, avrebbe eliminato oltre la metà delle spese che hanno affrontato i due manager per il processo, ma è andata diversamente.

La società californiana ha provocato le ire dei tassisti francesi autorizzati, che pagano fino a 240.000 € per una licenza regolare per lavoro e insistono sul fatto che il servizio di ride sharing offerto in questo modo sia illegale. Il rapporto con la Francia è molto complesso: questa estate ci sono state violente proteste da parte dei tassisti, tali da indurre il Governo Hollande a chiedere ad Uber di interrompere il servizio (richiesta esaudita dall’azienda) in concomitanza con l’arrivo delle accuse ai due dirigenti.

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