Safe Harbor, Ansip: nuovo accordo con Usa entro tre mesi

Un nuovo accordo sul Safe Harbor, dichiarato invalido dalla Corte di Giustizia europea quando a invio dei dati di cittadini Ue in America, sarà trovato entro tre mesi. Lo ha annunciato oggi il Vicepresidente  Andrus Ansip, responsabile per il mercato unico digitale: “dobbiamo concludere un accordo con i nostri partner statunitensi entro i prossimi tre mesi. La Commissione, invitata ad agire rapidamente, non ha perso tempo. Oggi fornisce chiari orientamenti e si impegna a rispettare un calendario preciso per la conclusione dei negoziati in corso. L’UE è il più importante partner commerciale degli Stati Uniti, così come gli Stati Uniti sono il più importante partner commerciale dell’UE. I flussi di dati tra i nostri continenti sono essenziali per le persone e per le imprese. Sebbene esistano strumenti alternativi, un quadro nuovo e più sicuro è la soluzione migliore per proteggere i cittadini e ridurre gli oneri amministrativi che gravano sulle imprese, soprattutto sulle startup”.

Nel frattempo le aziende devono conformarsi alla sentenza e avvalersi di eventuali strumenti alternativi per il trasferimento dei dati. Come preannunciato dal primo Vicepresidente Timmermans e dalla Commissaria Jourová il giorno della sentenza, la Commissione oggi ha emanato alcuni orientamenti sulle possibilità per i trasferimenti transatlantici di dati in seguito all’emanazione della sentenza finché non verrà istituito un nuovo quadro. La comunicazione esplicativa della Commissione analizza le implicazioni della sentenza e indica quali sono i meccanismi alternativi per trasferire i dati personali negli Stati Uniti. La Commissione inoltre continuerà a collaborare strettamente con le autorità indipendenti per la protezione dei dati al fine di garantire l’applicazione uniforme della sentenza. La Commissaria Vera Jourová ha dichiarato: “Sono necessarie potenti misure di salvaguardia per garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini. E le imprese hanno bisogno di chiarezza in questa fase di transizione. Il nostro obiettivo oggi è spiegare in che modo le imprese possono trasferire legittimamente i dati nel periodo transitorio. Continueremo inoltre a collaborare strettamente con le autorità nazionali di protezione dei dati, che sono responsabili dell’applicazione delle norme in materia di protezione dei dati negli Stati membri. Abbiamo intensificato il dialogo con gli Stati Uniti su un quadro rinnovato e solido per i flussi transatlantici di dati e proseguiremo le discussioni a Washington la prossima settimana. Qualsiasi nuovo accordo dovrà conformarsi alla sentenza della Corte.”

La comunicazione, spiega la Commissione, definisce le basi alternative per i trasferimenti di dati personali verso gli Stati Uniti, che non pregiudicano l’indipendenza delle autorità di protezione dei dati e la loro facoltà di esaminare la legittimità di tali trasferimenti. Attualmente le imprese possono effettuare trasferimenti dei dati sulla base di soluzioni contrattuali: le clausole contrattuali devono prevedere obblighi, ad esempio misure di sicurezza, informazione dell’interessato, misure di salvaguardia nel caso del trasferimento di dati sensibili e così via; norme vincolanti d’impresa per i trasferimenti all’interno di un gruppo che consentono di trasmettere liberamente i dati personali tra le diverse filiali di una multinazionale.

E oggi il Garante per la privacy italiano ha dichiarato decaduta l’autorizzazione emanata a suo tempo con la quale si consentivano i trasferimenti di dati verso gli Stati Uniti proprio per effetto della sentenza sul Safe Harbor. Per poter trasferire dati oltreoceano, società multinazionali, organizzazioni e imprese italiane dovranno di conseguenza ricorrere alle altre possibilità previste dalla normativa sulla protezione dei dati personali.

 

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