Da digitalizzazione a Digital Transformation: la nuova Canon raccontata da Enrico Deluchi

Foto di Artiom Gorgan (CC BY 2.0)

Dalla digitalizzazione si è passati a parlare di trasformazione digitale, ovvero di come il digitale può trasformare completamente le imprese impattando su diversi ambiti in modo più o meno disruptive. La digitalizzazione dei documenti, e quindi la riduzione del materiale cartaceo, rappresenta una delle condizioni necessarie. “La tendenza a produrre sempre più documenti digitali – afferma Enrico Deluchi, dal 2014 Amministratore Delegato e Presidente di Canon Italiarappresenterebbe una minaccia per un’azienda come la nostra che tanto ha lavorato con i volumi di stampa. Abbiamo avuto certamente la necessità di focalizzarci su nuovi asset: l’anno scorso abbiamo acquisito IDM, una società italiana specializzata in servizi di Document and Business Process Outsourcing.  L’approccio innovativo di IDM, unitamente all’eccellenza tecnologica che da sempre contraddistingue le nostre soluzioni, ci permette di prendere in carico l’intero ciclo di vita del documento, gestendolo a 360° per conto dei nostri clienti”.

Cosa serve alle PA per raggiungere l’obiettivo dematerializzazione? Cosa manca ancora all’appello tra Leggi, tecnologia e cultura?

La digitalizzazione e dematerializzazione dei processi è un imperativo che non è più possibile ignorare. Studi di mercato e casi concreti dimostrano che tutte le realtà in cui si è scelto di abbracciare una strategia di digitalizzazione hanno ottenuto in cambio importanti benefici in termini di produttività e competitività. Canon Italia è oggi pronta a mettere in campo le tecnologie, le competenze e i servizi necessari per contribuire alla trasformazione digitale delle imprese private e del settore pubblico. Attualmente nel nostro Paese sono presenti tutti gli ingredienti – dalla cultura all’esperienza – per mettere in atto il cambiamento. E’ però necessario riuscire a definire la giusta struttura legislativa capace di favorire il raggiungimento di questo grande obiettivo – si pensi ad esempio alle politiche fiscali relative alla tracciabilità delle transazioni. Le imprese devono avere solide ragioni per investire in infrastrutture digitali. Indubbiamente servono a questo scopo decisioni di carattere politico. Un aspetto importante è rappresentato dalle competenze necessarie all’implementazione di un simile cambiamento; si tratta di abilità tanto in ambito informatico quanto legate alla capacità di generare un’esperienza positiva per il consumatore e una buona comunicazione. Infatti la mia esperienza mi insegna che le aziende dotate di un’interfaccia online semplice, pratica e intuitiva sono in grado di creare un contatto più efficace con utenti e clienti.

L’immagine, come ha dichiarato anche lei, si usa ora per comunicare e non più per archiviare. Come si sta trasformando alla luce di questo un’azienda come Canon?

Questa mia considerazione riguarda più che altro la fotografia e, quell’epoca in cui venivano stampate, collezionate e archiviate le immagini negli album. Prima dell’avvento della fotografia digitale e online, l’immagine era uno strumento per conservare dei ricordi; tutto ciò è considerevolmente cambiato con l’avvento delle piattaforme social che consentono una modalità diversa di utilizzo degli scatti. Video e immagini vengono condivisi immediatamente sul web, diventando così parte di un immenso mare di contenuti virtuali. Oggi la quantità di fotografie e di video realizzati è significativamente maggiore. La ragione di ciò risiede nel fatto che è cambiato lo scopo e il concetto stesso del gesto di scattare una fotografia. In un certo senso siamo diventati tutti pubblicitari di noi stessi; la capacità di comunicare ha assunto un grande valore, quasi superiore al contenuto stesso. In un mondo in cui l’immagine riveste un ruolo di primaria importanza abbiamo creato il progetto IoX, Imaging of Italian Xellence che intende promuovere il nostro territorio e la nostra cultura ma soprattutto aiutare la diffusione del bello attraverso la tecnologia. Del resto il motto “Come and see” di Canon rispecchia perfettamente l’autorevolezza di una grande azienda riconosciuta in tutto il mondo in ambito di imaging.

Ha affermato in una intervista che ciò che contraddistingue in positivo Canon è il clima collaborativo presente in azienda. Come si crea un clima di questo tipo? E quanto è importante nei processi di digital transformation?

Una solida cultura aziendale si crea quando si hanno scopi e valori chiari. Sarà perché è un’azienda giapponese, dove determinati temi sono molto sentiti come ad esempio il rispetto verso il prossimo. La filosofia di Canon è ben descritta dal termine Kyosei un concetto unico che significa “Vivere e lavorare assieme per il bene comune”. Ovviamente questa visione va coltivata. E’ un terreno su cui si possono innestare progetti, attività e iniziative, generando propensione e disponibilità all’ascolto. Si tratta di un modus operandi essenziale per riuscire a muoversi nella direzione del cambiamento.

Canon si definisce azienda innovativa anche sulla base dell’elevato numero di brevetti registrati. Quale altro parametro può misurare il grado di innovazione di un’azienda?

Diversi sono gli indicatori. Tra quelli economici c’è ad esempio il margine di fatturato tra core business e nuovi business: in questo senso si è più innovativi quando si riesce a creare nuovi fatturati e nuovi margini di guadagno con aree di nuovo business. Tra gli indicatori organizzativi c’è la capacità di migliorare e implementare il diversity management. E’ importante riuscire a raccogliere all’interno dell’azienda competenze diversificate e persone con caratteristiche fra loro differenti, legate a provenienza professionale o origine culturale. Infine è indice di innovatività la capacità di comunicare e collaborare tra diversi reparti.

Come vede Canon tra 5 anni?

Immagino Canon come un’azienda in cui la componente B2B sarà ancora più importante rispetto ad oggi; una parte sempre più significativa di margini di guadagno sarà infatti data da servizi e non più dalla vendita di prodotti, ciò anche in relazione al contesto mondiale di riferimento che va sempre più verso l’utilizzo e non più verso il possesso degli oggetti. La immagino un’azienda attenta a nuove aree di business come ad esempio quella medicale e sanitaria, anche a seguito dell’acquisizione di Toshiba medical health care.  Non escludo una diffusione della stampa 3D anche per il settore della chimica. Mi aspetto un’azienda con unità e settori di business sempre più integrati, collegati e interoperabili.

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