Open Data e la gestione delle calamità naturali

Consumo del suolo, cambiamenti climatici, mancata prevenzione e urbanizzazione non controllata rendono più gravi gli effetti delle calamità naturali. Il nostro Paese, da sempre a forte rischio sismico e idrogeologico, è capace di organizzazione e mobilitazione eccezionale nella risposta immediata all’evento, come si è verificato anche in occasione degli ultimi terremoti in centro Italia.

La gestione dell’emergenza comincia però dalla valutazione del rischio e dalla sua prevenzione. Secondo la classificazione del GMSE/Copernicus, iniziativa dell’Ente Spaziale Europeo per il monitoraggio e la sicurezza ambientale, il processo di gestione dei disastri naturali ha infatti una fase che precede l’evento, durante la quale si può valutare la vulnerabilità del territorio, ad esempio valutando il rischio sismico degli edifici, intervenire per mitigare i possibili danni e pianificare l’emergenza. Nei casi in cui ciò è possibile, come nei casi d’alluvione, occorre, in prossimità dell’evento, allertare la popolazione. Per eventi imprevedibili, come i terremoti, occorre intercettare e localizzare rapidamente l’evento. Poi c’è l’emergenza, che può durare giorni o settimane, durante la quale l’obiettivo è salvare vite umane e portare sollievo alle popolazioni colpite. La fase post- disastro è quella della ricostruzione e del sostegno alla ripresa.

Le tecnologie e i sistemi informativi, specie quelli geografici, sono essenziali per ogni fase di un processo estremamente critico. I dati che alimentano i sistemi dedicati sono:

  • Immagini satellitari;

  • Modelli digitali del terreno (DTM) e di elevazione (DEM);

  • Dati meteo;

  • Rete dei trasporti;

  • Demografia e densità della popolazione;

  • Mappe di base;

  • Uso del suolo e fabbricati;

  • Reti di distribuzione luce, gas;

  • Infrastrutture critiche;

  • Localizzazione di scuole, ospedali e punti vulnerabili e ogni punto di interesse che può essere messo in relazione con l’evento catastrofico.

Non tutti questi dati sono aperti e disponibili, ed alcune categorie di informazioni non potranno mai esserlo, come le informazioni sulle infrastrutture critiche, che sono per loro natura da gestire con riservatezza e in sicurezza.

Tuttavia lapproccio Open Data alla condivisione dell’informazione può potenziare l’efficacia della gestione: condividere la conoscenza dei fenomeni migliora la qualità degli interventi in tutte le fasi dell’emergenza, come mostra l’immagine seguente, tratta dal rapporto EPSI/European Data PortalOpen Data in Natural Hazards Management“.

disaster-phase

Pirma del disastro: conoscere per prevenire e mitigare

Condividere la conoscenza sul territorio e i sui rischi aumenta la consapevolezza della necessità di prevenzione.

Il portale nazionale #italiasicura presenta la mappa aggiornata degli interventi del Governo per il contrasto al rischio idrogeologico, per la sicurezza delle scuole e le infrastrutture idriche. Nella sezione Open Data del portale, oltre ai dati sui cantieri aperti, sono disponibili i dati su pericolosità idraulica, frane e alluvioni, ottenuti come mosaicatura dei dati redatti dalle Autorità di Bacino, Regioni e Province Autonome.

Si tratta dati curati da ISPRA (Istituto Superiore per la. Protezione e la Ricerca Ambientale), che effettua pubblicazioni di eccezionale cura e qualità. Ad esempio con il progetto LINKEDISPRA l’istituto rilascia il Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo, il quadro del consumo del suolo, i dati della Rete Mareografica e Ondametrica Nazionale:sono tutti in formato Linked Open Data, quindi standard e interoperabili al massimo grado, ottimamente documentati e resi agevolemente consultabili con l’integrazione del browser RDF Open Source LodView.

LIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) controlla l’attività sismica e vulcanica del territorio nazionale e del bacino mediterraneo. Questo lavoro di sorveglianza viene svolto da tecnici specializzati, sismologi e vulcanologi, che studiano ed elaborano i dati trasmessi in tempo reale dalle stazioni della Rete Sismica Nazionale. In caso di terremoto elaborano un’analisi accurata del fenomeno e trasmettono in pochi minuti al Dipartimento di Protezione Civile la posizione, l’ipocentro, la magnitudo Richter MLla lista delle località più vicine all’epicentro. Tali informazioni sono fondamentali per ottenere una stima preliminare dei possibili effetti al fine di valutare le risorse necessarie da mettere in campo per gestire le eventuali emergenze. INVG adotta una politica Open Data per i suoi dati, tutti disponibili con licenza Creative Commons Attribution 4.0 International License e interrogabili via web services.

Gli enti locali possono mettere a disposizione dati di grande dettaglio, ad esempio la Regione Umbria pubblica il bollettino sismico della rete sismica locale della Regione Umbria (Re.Si.R.) con cadenza mensile, le proprie carte di pericolosità e la banca dati delle indagini geognostiche e geofisiche, quest’ultima alla base della realizzazione delle carte geologiche e di pericolosità sismica locale. In seguito al recente sisma i dati territoriali aperti dell’Umbria si sono poi arricchiti con il rilascio della banca dati dei fabbricati.

Rispondere all’emergenza: aiutare meglio

Quando la catastrofe si verifica occorrono molte informazioni per poter pianificare ed eseguire gli interventi. Accade che ci sia carenza di dati sulle zone colpite, specie se gli eventi si verificano in aree dei Paesi meno sviluppati, inoltre le catastrofi modificano il paesaggio e la viabilità per cui è vitale avere dati aggiornati per compiere al meglio l’azione di soccorso.

Il modo più veloce e affidabile di avere dati geografici utili e aggiornati si è rivelato essere in alcuni casi il crowdsourcing dell’informazione; la mappatura effettuata dai volontari del progetto OpenStreetMap ha reso più semplici le operazioni dopo il disastro del terremoto del Nepal del 2015.

Anche per il terremoto del centro Italia la comunità OpenStreetMap italiana si è mobilitata prontamente e già dal giorno successivo i suoi volontari erano chiamati a contribuire per Amatrice. Decine di mappatori hanno raccolto dati anche per i successivi eventi della zona umbro-marchigiana.

Nelle emergenze, a partire dal terremoto di Haiti del 2010, si è cominciato a far uso di modalità semplici e accessibili a tutti di raccolta e condivisione delle richieste di soccorso. Tramite la piattaforma di raccolta di segnalazioni Ushahidi, volontari hanno intercettato, localizzato e diffuso le richieste d’aiuto che giungevano da vari canali come Twitter/SMS, permettendo di salvare molte vite e cambiando per sempre il concetto di mappa di crisi.

Anche l’iniziativa no profit Terremotocentroitalia, oltre a fornire informazioni, raccoglie segnalazioni che tendono a far incontrare la generosità di chi offre qualcosa, alloggio, tempo, oggetti o altro, con i fabbisogni. Sono richieste degli aiuti più vari, dalla lavatrice alla donazione di libri, così come le offerte vanno dall’ospitalità, all’aiuto psicologico professionale, ai giocattoli. Le segnalazioni sono raccolte attraverso un repository github attraverso molti canali social e i dati sono rilasciati in Open Data.

Dopo: trasparenza nella ricostruzione

Il monitoraggio civico svolge un ruolo sempre più forte nella lotta alla corruzione e nel controllo sul buon operato delle amministrazioni.

OpenRicostruzione è un’iniziativa di Wikitalia con Regione Emilia Romagna, Anci e Action Aid, per il monitorggio degli interventi di ricostruzione dopo il sisma dell’Emila del 2012. Mostra in modo molto chiaro, nello stile di OpenExpo, dove e come sono stati spesi i fondi e quali le imprese coinvolte. Si tratta di un modello di trasparenza con gli Open Data applicato ad una ricostruzione che, se pur con qualche ombra, ha restituito le case ai suoi abitanti ed è ben lontana dall’opacità globale della gestione post-sisma dell’Aquila. Anche in quel caso c’è però stata un’esperienza importante di monitoraggio civico che ha dato conto in tempo reale della rimozione delle macerie, attività da controllare in quanto molto soggetta ad infiltrazioni criminali.

A conferma che il controllo civico attraverso l’Open Data è ormai irrinunciabile, Vasco Errani, Commissario straordinario per la ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto del Centro Italia, ha annunciato che intende proseguire con il modello Open Data per dar conto nel dettaglio dei milioni di euro raccolti con la campagna di donazione via SMS e prevenire i sospetti suscitati da passati impieghi per questo tipo di raccolte fondi.

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