Industry 4.0: abbiamo un piano!

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La vittoria del no al referendum costituzionale, le dimissioni di Matteo Renzi e la crisi di Governo immediatamente successiva avevano gettato nei primi giorni di Dicembre incertezza in merito all’attuazione del Piano Industria 4.0, ma grazie all’intervento in primis del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è arrivato il via libera anche del Senato che ha confermato il testo arrivato dalla Camera sbloccando così gli incentivi per gli investimenti sul digitale.”. Così esordisce Giuseppe D’Amelio, Information Management Solution & Services Director di Canon Italia.

Con il piano Industria 4.0 il Governo punta a mobilitare investimenti privati aggiuntivi per 24 miliardi di euro in quattro anni – afferma D’Amelio – di cui 10 miliardi per incentivare gli investimenti privati su tecnologie e beni Industria 4.0; 11,3 miliardi per aumentare la spesa dei privati in ricerca, sviluppo e innovazione; 2,6 miliardi per potenziare la finanza a supporto di Industria 4.0, start-up e venture capital. Tra gli incentivi che saranno attivi dal 1° gennaio 2017, ci saranno i superammortamenti del 140% per l’acquisto di beni strumentali, ma soprattutto quelli del 250% per gli investimenti in innovazione. ”.

Quale la cosa migliore del piano Industria 4.0?

Giuseppe D'Amelio
Giuseppe D’Amelio, direttore dell’information management solution & services di Canon Italia.

ll piano fa riferimento a una cabina di regia pubblico-privata. Ne fanno parte, oltre alla Presidenza del Consiglio, 6 Ministeri insieme ai Politecnici di Bari, Milano e Torino oltre alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, i Centri di ricerca, la Cassa Depositi e Prestiti, Confindustria e alcune organizzazioni sindacali. Ritengo la collaborazione con questi digital innovation hub estremamente positiva poiché rappresentano l’incontro delle idee che maturano a livello accademico con la realtà tecnologica del momento e il tessuto del mercato. Creare un ecosistema è importante: oggi viviamo come consumer in un contesto connesso e sociale che ci permette di accedere a relazioni e interazioni. Questa modalità deve essere attuata anche dalle aziende. Il tema dell’ecosistema è fondamentale per implementare un nuovo modello di business da parte delle aziende stesse, per esempio attraverso piattaforme connesse di market place. Del resto la maggiore flessibilità permette oggi di passare dalle produzioni a larga scala a quelle di piccoli lotti. Al tempo stesso il network mette in contatto il mondo dell’impresa con il mondo accademico, agevolando gli aspetti di innovazione e scambio di idee da implementare per il mercato.

Cosa “invidiare” agli altri?

Il tema della trasformazione digitale è un percorso che coinvolge tecnologie, business e aspetti normativi. I Paesi che hanno iniziato a ragionare in termini di industria 4.0, come la Germania che ha coniato questo termine nel 2011, hanno sostenuto le azioni a livello federale coinvolgendo grandi player industriali e tecnologici. Lì c’è un impegno pubblico di 1 miliardo di euro per finanziare principalmente progettualità e centri di ricerca applicata; agevolazioni fiscali per investimenti in start-up tecnologiche. In Francia l’Industrie du Futur è un piano di reindustrializzazione e investimento in tecnologie guidato centralmente dal Governo con un impegno pubblico di 10 miliardi di euro. Nel Regno Unito il Catapult – High Value Manufacturing è un piano di azione sponsorizzato dal Governo e dal Cambridge University’s Institute For Manufacturing che coinvolge università e player industriali. Si punta al finanziamento di progettualità aziendali e centri di ricerca applicata. Negli Stati Uniti il Manufacturing Usa è un network di istituti e di lab di eccellenza, per la diffusione tecnologica e delle competenze, costituiti da grandi gruppi privati ICT e università, promosso dal Governo e finanziato tramite partnership pubblico-private. L’impegno è di 0,5 miliardi di dollari.

Nella proposta del piano nazionale italiano si è preso a riferimento quello che stanno facendo anche gli altri Paesi sul settore del manufacturing per rifarsi alle best practice internazionali. L’efficacia sarà definita in base a come verrà sfruttato dalle aziende.

Quale la strategia di Canon rispetto alla Digital Transformation?

Siamo coinvolti nella trasformazione digitale su due livelli: internamente ed esternamente. In Canon ci impegniamo a far evolvere la nostra offerta attraverso l’innovazione tecnologica e una profonda conoscenza dei processi di business di ciascun settore di mercato, con l’obiettivo di proporre ai nostri clienti soluzioni che migliorino i loro processi e permettano di cogliere le opportunità messe a disposizione dal business digitale. Opportunità che in alcuni casi possono modificare la struttura stessa della industry di riferimento. La trasformazione digitale sta impattando su tutti i settori di mercato. Sul tema specifico industria 4.0 la nostra azienda ha un portfolio molto ampio che va incontro a questo tipo di rivoluzione. Ad esempio sul fronte del software, grazie alle piattaforme IRIS e THEREFORE, possiamo offrire una suite completa di Enterprise Content Management (ECM) utile a gestire in maniera efficiente tutte le informazioni e documenti integrati ai prodotti. Sul fronte degli analytics e dei Big Data abbiamo messo a punto una soluzione di Business Imaging Intelligence, un sistema di Video Analisi in grado di abbinare le potenzialità di una telecamera di video sorveglianza a quelle di uno strumento destinato all’analisi video per la raccolta di dati statistici. Questa soluzione offre molteplici applicazioni utili per diversi settori di Mercato. Il sistema produce esclusivamente dati statistici, senza che nessuna immagine venga archiviata, nel pieno rispetto della privacy. Applicata con successo nel settore Retail e Transportation, la soluzione di BII può essere utilizzata ai fini di monitorare i sistemi produttivi: dalla verifica dell’idoneità dei prodotti al controllo dei magazzini e delle isole di stoccaggio a bordo linea per rendere più efficiente il flusso produttivo, fino all’individuazione di presenze non prevista di oggetti e personale lungo la linea di produzione.

Quali gli sviluppi futuri della nuova Rivoluzione Industriale?

Alcune tecnologie che afferiscono alla industria 4.0 non sono ancora mature per essere adottate su larga scala, ma le aziende ne devono tener conto per i piani futuri per accedere a quell’ecosistema di cui abbiamo parlato precedentemente. Un’attenzione particolare deve essere posta ai dati e alle informazioni trattati come asset per gestire al meglio la governance. Tutte queste tecnologie sono interessanti se poste in relazione diretta con l’efficienza di costi e il miglioramento della produzione. Diversi studi sostengono che attualmente meno dell’1% delle informazioni su dati raccolti vengono poi utilizzate per supportare le operazioni di business. Questo evidenzia che la capacità di “monetizzare i dati” da parte dell’azienda non è ancora sufficiente. La tecnologia avanza molto velocemente e sempre più il digitale sta creando nuovi modelli operativi, basati sulla convergenza fra il mondo fisico e quello digitale. Oggi però è facile essere confusi dalle mode del momento, mentre è importante focalizzarsi fin dall’inizio sulla monetizzazione dell’innovazione, ovvero sull’impatto che le innovazioni tecnologiche possono avere nelle aziende in fatto di ottimizzazione dei costi e creazione di nuove fonti di fatturato. Due esigenze, dunque, entrambe da soddisfare: da un lato l’innovazione, dall’altro il miglioramento dei risultati di business.

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