MOOC e social media aiutano l’apprendimento?

Crescono i discenti che decidono di seguire corsi aperti online su larga scala passando dai 35 milioni del 2015 ai 58 milioni nello scorso anno. Questo uno dei dati più interessanti emersi da un lavoro di ricerca svolto da George Veletsianos che ha coinvolto 41 diversi fornitori a livello internazionale.

In crescita esponenziale i fornitori di MOOC, Massive Open Online Courses, ovvero corsi aperti e resi disponibili in rete, pensati per la formazione a distanza che coinvolgono un numero molto elevato di utenti. In America Latina Miriada X ha raggiunto oltre 2,7 milioni di utenti e mette a disposizione sulla propria piattaforma oltre 350 corsi; la piattaforma in lingua araba Edraak, sostenuta dalla Fondazione Regina Rania di Giordania, ha raggiunto lo scorso anno un milione di discenti. Inoltre lo scorso anno in India è stata lanciata una piattaforma nazionale Swayam e anche nel nostro Paese il Governo ha lanciato e sta sostenendo economicamente la piattaforma nazionale  EduOpen. L’azienda Coursera rimane a livello internazionale il più grande fornitore di MOOC con oltre 23 milioni di utenti, seguita da Edx con 10 milioni di utenti, e la cinese XuetangX con sei milioni di utenti, che è tra l’altro anche la prima piattaforma non in lingua inglese in classifica.

Quanti i MOOC e su quali argomenti?

Solo lo scorso anno sono stati erogati oltre sette mila corsi in oltre 700 università nel mondo. Gli argomenti più trattati sono quelli relativi a business e tecnologia che rappresentano più di un terzo del totale. Le aree tematiche relative a business e management sono cresciute del 3% rispetto allo scorso anno, arrivando a costituire il 19,3% di tutti i nuovi corsi.

Social media per l’apprendimento

Le piattaforme social e collaborative sono sempre più utilizzate in ambito formativo e educativo. Attraverso l’implementazione dell’apprendimento online e delle tecnologie a esso correlate, come ad esempio i social media e sistemi di gestione dell’apprendimento (LMS), i formatori, gli amministratori del sistema e i ricercatori possono accedere a dati e percorsi effettuati per valutare l’intero processo di apprendimento dei discenti, di condivisione e scambio dei saperi anche in modalità peer-education. Il carattere distintivo di questo fenomeno è dunque proprio la socialità intesa come produzione ed elaborazione di contenuti propri e interazione diretta tra gli utenti. In questo contesto parlare di interazione rispetto ai processi di apprendimento è quasi riduttivo, poiché quello che si tende a organizzare è una vera e propria comunità di apprendimento che “favorisca sia il superamento dell’isolamento del singolo sia la valorizzazione dei suoi rapporti con il gruppo”. L’acquisizione, da parte degli individui, di conoscenze, abilità o atteggiamenti costituiscono infatti il risultato di un’interazione di gruppo o, più chiaramente, un apprendimento individuale come risultato di un processo di gruppo.

L’uso dei social media favorisce una maggiore partecipazione e secondo un recente studio accademico un migliore supporto per l’apprendimento via MOOC. I risultati evidenziano ad esempio che oltre il 45% dei discenti, a seguito del corso, contribuisce allo scambio di tweet sull’argomento.

La maggior parte degli utenti, si legge ancora nella ricerca, ha contribuito con almeno un tweet (tra 1 e 9) per ogni singolo corso e per una media che supera di poco il 3. La maggioranza dei discenti, quasi il 93%, ha interagito via Twitter in un singolo corso almeno; ben pochi, il 7,28%, ha interagito nelle discussioni via Twitter su più di un MOOC; solo un 1,76% ha invece seguito e interagito con gli hashtag di più di due corsi. In più della metà dei tweet analizzati (57%) sono stati taggati anche altri utenti e nel 65% dei cinguettii è stato inserito un collegamento ipertestuale, a riprova della possibilità data dai social di arricchire i contenuti dell’apprendimento.

Credo che i MOOC – commenta  Emanuele Pucci, Amministratore Delegato Teleskill – siano  uno strumento straordinario per offrire a un vasto pubblico la grande opportunità, per tutti, di poter accedere a una formazione di tipo universitario, senza sostenere costi e anche se lontani dai grandi poli accademici. Viviamo in un’epoca caratterizzata da un approccio long life learning, tutti dobbiamo formarci in continuazione e aggiornare le nostre competenze in un mondo di scenari che cambiano. In tal senso anche le aziende, le Business School, le PMI dovrebbero contemplare formazione e aggiornamento tra gli strumenti indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi.

Se non si è ancora verificato quel tanto atteso “boom” dei MOOC, che gli esperti prevedevano in tempi rapidissimi, è a causa della poca flessibilità nella personalizzazione dei corsi. Oggi l’utente sia che si trovi In Europa, sia che abiti in Cina, vuole essere centrale nella piattaforma in cui opera. Il corso può anche essere interessante, ma se manca di flessibilità e di interattività è destinato, in parte, a fallire. Tutti gli studi condotti in Teleskill e le nostre esperienze di piattaforme e-learning concordano con questo approccio: oggi l’utente considera molto importante poter condividere e interagire con gli altri utenti della rete. I MOOC, nella gran parte, sono ancora poco evoluti in tal senso e e non permettono molte attività considerate comuni, attualmente, da chi “abita” la rete. E non si tratta di un “vezzo”. Senza l’interazione faccia a faccia, gli studenti non riescono a esprimere le loro preoccupazioni e ricevere un feedback immediato di supporto. Inoltre, in assenza di interazione è più difficile per i docenti esprimere entusiasmo e positività per il lavoro in corso e condividere le loro emozioni, fattori che incoraggiano gli studenti a lavorare di più.

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