Ritorno al passato o inizio del futuro con il nuovo Nokia 3310?

HMD Global ha annunciato, al recente Mobile World Congress di Barcellona, il ritorno del glorioso Nokia 3310. il piccolo e coloratissimo telefono fu ritirato dal mercato nel 2005 dopo la vendita di circa 125 milioni di esemplari. Un cellulare “vecchio stile” con tastiera fisica, display a colori tondeggiante da 2,4″ QVGA, fotocamera da 2 Mega Pixel, 16 MB di memoria interna (espandibile fino a 32 GB tramite microSD), radio FM, player MP3, Bluetooth 3.0 e batteria rimovibile da 1200 mAh in grado di garantire fino a 22 ore di conversazione e 1 mese in standby.

E’ un’operazione vintage in tutto e per tutto, che ci riporta improvvisamente indietro di 12 anni. Il revisionato 3310 è pensato per chi intende utilizzare il cellulare così come si faceva un tempo: telefonate, SMS e poco altro. Nella stessa direzione va anche la dotazione dell’alloggiamento dual sim. Il prezzo di collocamento di circa 49 euro toglierà ogni dubbio ai nostalgici che non resisteranno al fascino di rispolverare vecchie abitudini con un cellulare (attenzione non smartphone) dai colori sgargianti e dalle forme ormai inconsuete. Niente applicazioni, accesso ad internet in cambio di vecchie suonerie e vecchi giochi tipo il mitico Snake. Sembra uno scherzo o peggio ancora un’ennesima cattiva scelta di chi gestisce il brand Nokia.

La nascita dello smartphone

Nessuno del settore si può scordare della clamorosa débâcle della casa finlandese a metà del decennio scorso, dopo un periodo in cui cellulare era stato sinonimo di Nokia. All’inizio del nuovo millennio il concetto di smartphone fu introdotto proprio in Finlandia probabilmente con il modello 7650 (Sistema Operativo Symbian, Memoria interna di 4 MB, Fotocamera). Un sistema operativo dedicato al mobile e per la prima volta si introduceva al mass market il concetto del video in mobilità. Un accesso ad Internet limitato, nel cosiddetto “walled garden”. Il sistema wap creato come replica isolata del web dei personal computer. Era nato uno standard e tutti coloro che volevano fare servizi consumer in mobilità (per il business nel frattempo Blackberry imponeva un ambiente ancora diverso) dovevano adattarsi a questo modello.
Io stesso andai ad Helsinki per studiare prodotti e piattaforme che consentissero di veicolare servizi a valore aggiunto (VAS) nei telefoni degli utenti. Il paradigma sembrava incontrovertibile e, sebbene per un periodo la chiusura totale della Nokia ai compromessi si dimostrò vincente, all’improvviso si trasformò nel suo più grande punto debole. Prima Samsung e poi Apple scardinarono il fortino e la casa finlandese si scoprì di colpo fragile e vulnerabile. Così è il mondo della tecnologia, il tuo modello è vincente e dominante finché non ne arriva uno che lo supera e tutto ciò avviene velocissimamente.

I primi feedback del mercato

Dal punto di vista storico, quindi, il rilancio del Nokia 3310 sembra semplicemente un piano pensato per gli utenti low-profile, che hanno bisogno solo di chiamare ed essere raggiungibili, spendendo il meno possibile. Una sorta di cerca-persone evoluto. Utenza target anziani, analfabeti digitali e persone con budget di spesa molto bassi.
Fatto sta che al MWC17 di Barcellona l’attenzione catturata dal redivivo è stata enorme, complice probabilmente anche il fatto che nessun altro vendor (Apple, Samsung…) ha presentato nuovi modelli di smartphone.
La chiusura del “caso” potrebbe essere questa, semplice e indolore. A me però non convince. Siamo in un periodo, ormai 10 anni, in cui di novità dirompenti, le famose killer-application, non se ne vedono.

L’uragano i-Phone

Dal lancio del primo i-Phone nel 2007, nessun’altra innovazione ha cambiato le abitudini delle persone in maniera radicale. L’i-Phone ha introdotto il concetto dell’always-on, dell’Ubiquitus Computing, della multicanalità. Da allora l’accesso alla rete non fa distinzioni di “come”, “dove” e “quando”. Dal 2007 si sono succeduti proposte e lanci tecnologici, stampanti e TV 3D, smart watch e glasses, droni, ma nessuno ha raggiunto indistintamente la massa. Gli Over The Top tendono a creare un ambiente federato che copra progressivamente tutte le esigenze dell’utente digitale. Non propongono grandi novità dal punto di vista tecnologico, aumentano semplicemente la dipendenza dal proprio ecosistema.

Nuova prospettiva di evoluzione tecnologica

E’ sicuro che, come in tutti i processi, anche in questo settore si vivono fasi alterne. E’ naturale che ci siano momenti di grande innovazione e momenti di stasi. Però forse siamo anche arrivati a un momento in cui l’offerta tecnologica ha superato l’effettivo bisogno umano. Le persone non possono fare meglio di stare connesse h24, in alta definizione e alla velocità della luce. E’ una questione di esigenze ed anche di sostenibilità economica. L’innovazione e la sperimentazione non finiranno mai di migliorare la nostra vita e di soddisfare sempre meglio le nostre esigenze ma, probabilmente, bisogna cominciare a cambiare la prospettiva.
Molto spesso il mercato corre dietro semplicemente alla novità, soprattutto se di “marca”. Conta più l’effetto “wow” e la comunicazione che non le effettive evoluzioni e l’efficacia introdotte. Probabilmente gli utenti sono arrivati a saturazione e la ricetta vincente potrebbe essere quella di puntare più sulla qualità delle soluzioni disegnate e realizzate piuttosto che sull’omologazione alle mode del momento.

Chi vive nell’ambito digitale, sa benissimo che per essere competitivi e determinanti è necessario anticipare i tempi, conoscere sempre tutte le tecnologie e capire cosa chiede il mercato. In quest’ottica non cambia nulla, scouting e sperimentazione sono alla base di tutti i processi evolutivi. Quello che è necessario probabilmente è cambiare la modalità di impiego delle innovazioni.

Il Nokia 3310 potrebbe rappresentare questa inversione di tendenza: badiamo al sodo e ai reali bisogni del mercato, senza indurre bisogni artificiosi. Siamo in un periodo di rivisitazione dei modelli e per recuperare la cosiddetta “crisi” dovremo verificare sempre l’effettivo bilancio costi/benefici prodotto: è il solo modo per ridurre i deficit e ritornare a generare modelli virtuosi.

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