SysKrack: ragazzi uniti per trovare i bug della società e correggerli

Un laboratorio di fabbricazione digitale in una piccola realtà lucana, Grassano, vicina a Matera e apparentemente distante da un mondo virtuale fatto di oggetti stampati in 3D. Una realtà quasi paesana, composta da circa 5mila anime, che ha saputo far nascere e crescere un’associazione di giovani entusiasti che hanno fondato l’associazione Syskrack a seguito della morte prematura di un loro coetaneo, Giuseppe Porsia, aka Syskrack, ingegnere informatico, maker, innovatore a volte incompreso, precursore della stampa 3D scomparso improvvisamente per un incidente il 5 luglio 2013 mentre era in Spagna.

Dovevamo trovare un modo – racconta Giuseppe Liuzzi, uno dei fondatori di Syskrack –per ricordare Peps ma soprattutto per dare vita ai tanti progetti innovativi che aveva in mente. Già 5 o 6 anni fa aveva progettato di costruire una sua stampante 3D sposando la filosofia open hardware. La stessa che ci accompagna e ci accompagnerà sempre, insieme all’idea che aveva Giuseppe di Krack The System, ovvero della possibilità di cambiare in meglio il sistema, la società in cui viviamo, attraverso l’individuazione di bug (leggi errate, persone che cercano scorciatoie, burocrazia, ecc.) che solo persone attente, curiose e impegnate possono capire e risolvere”.

Una curiosità e una passione che ha guidato i ragazzi nella costruzione della prima stampante, assemblata dai pezzi arrivati nei pacchi postali a casa di Giuseppe dopo la sua morte, messi insieme sotto la guida del padre Pasquale Porsia e di Giacomo Falaschi, un amico con cui Giuseppe aveva condiviso i suoi progetti.

La nostra associazione è nata il 24 gennaio 2014 – racconta Giuseppe – proprio il giorno in cui Peps avrebbe compiuto 30 anni. Il giorno dopo abbiamo aperto ufficialmente il fablab che abbiamo voluto fosse a Grassano, nonostante il posto apparentemente non apra a grandi prospettive. Ci piace pensare di poter aiutare la nostra comunità locale a crescere. Ci piace pensare che i nostri artigiani possano guardare lontano e sposare un nuovo modo di costruire oggetti unendo tradizione e innovazione. Ci piace pensare che il nostro territorio e soprattutto i nostri ragazzi possano trovare nel fablab un posto in cui progettare, creare e anche sognare. Crediamo che questo avrebbe voluto anche Peps”.

Oltre un centinaio i soci di Syskrack, provenienti non solo dal territorio ma da diverse parti d’Italia. Tutti uniti dall’obiettivo di migliorare le attività del territorio e proporre modelli innovativi creando momenti di confronto e condivisione di conoscenza.

Il nostro fablab – afferma Pasquale Montemurro, project manager di Syskrack Lab – è aperto nei fine settimana ed è diventato un punto d’incontro per molti che vengono per imparare cose nuove o condividere ciò che sanno fare. Oltre questo con alcuni abbiamo dato vita ad uno spin-off del fablab, BadMakerLab, una società di servizi, consulenza, prototipazione e vendita di stampanti 3D. Un modo per provare a fare impresa sulle cose che ci piace fare e nelle quali crediamo. Abbiamo pensato che potendo lavorare su questo avremmo potuto continuare a garantire il nostro supporto da volontari con chi ne aveva bisogno, ovvero gli studenti e i ragazzi più giovani”.

Al laboratorio tanti i progetti che prendono forma: la stampante 3D SysKrack i3, derivata dalla stampante open source Prusa i3 e sviluppata con l’obiettivo di migliorarne le caratteristiche di velocità e precisione; la Big Falla, prima stampante di grandi dimensioni a levitazione magnetica nata proprio dal progetto di “uno di loro”, Giacomo Falaschi, e la progettazione di un drone 3D realizzato con hardware open source in collaborazione con il BasLUG (Basilicata Linux User Group), e il Cecilia (Centro per la Creatività di Tito).  

Il primo violino d’Europa stampato in 3D, poi, arriva proprio da Grassano e da questo fablab. “Anche se non siamo (e forse non saremo mai) – dice Giuseppe Liuzzi – degli esperti mastri liutai di violini, abbiamo costruito il primo violino acustico stampato in 3D. Non una nostra invenzione, ma di un gruppo di designer con cui siamo in contatto“.

Molti i progetti in cantiere: tra le prime l’ormai tradizionale Syskrack 3Days, una tre giorni di corsi, convegni, confronti sulla stampa 3D accompagnati da momenti ludici e di musica dal vivo nell’area del campo sportivo cittadino che si trasforma per l’occasione in area camping.

Oltre a questa un progetto di alternanza scuola lavoro con un istituto superiore della zona finalizzato a costruire oggetti 3D che possano aiutare le persone non vedenti a fruire del patrimonio artistico. “Ci piace l’idea – racconta Pasquale – di poter dare, attraverso la stampa delle cose da vedere, una percezione che va ben al di là di una semplice descrizione in braille di quello che si ha di fronte”.

Altro bel progetto, supportato dal Rotary Club, quello dell’adesione a un network internazionale, Enabling The Future, che raccoglie il lavoro di modellazione, documentazione e sviluppo di protesi stampabili meccaniche, in particolare per bambini vero grande.

Vogliamo credere – conclude Giuseppe – nella forza della condivisione della conoscenza e mettere le nostre energie al servizio di quanti possano trarne vantaggi”.

Le difficoltà per una realtà associativa come questa non mancano certo: non è facile parlare di innovazione in un territorio legato alle tradizioni, ma è proprio qui che serve più che altrove incubare le idee e soprattutto dar loro gambe per poter andare lontano, pur restando ancorati alla propria terra.

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