Global Accessibility Awareness Day: pensiero digitale plurale

Copenaghen, 18 Maggio 2017: questa data sigilla il #GAAD |Global Accessibility Awareness Day (http://globalaccessibilityawarenessday.org/), un evento che promuove l’accessibilità al digitale da parte delle persone con disabilità accolto nel cuore dell’Europa, nel cuore di questo tempo di incessante sviluppo di strategie e tecnologie che moltiplicano l’ubiquità ma che rischiano di essere solo dei “replicanti” se non amplificano anche la partecipazione e la presa di parola di ciascuno di noi.

In questa direzione va il GAAD: evento not-for-profit organizzato dall’azienda di software danese “Siteimprove” che vede come cerimoniere di eccezione niente meno che Sir Tim Berners-Lee, padre fondatore del nostro World Wide Web. Che il padre del web vada a tenere a battesimo un evento dedicato all’accessibilità, qualcosa deve dire anche a chi sostiene che progettare e configurare in modo accessibile web, mobile apps e il digitale siano sole cose che riguardano una categoria o una minoranza, quella delle persone con disabilità che – pur a volerla vedere in questo modo – non è esattamente minoritaria: già anni fa lo scrittore Matteo Schianchi ne parlava come la “terza nazione del mondo” e oggi l’OMS stima siano oltre un miliardo le persone con disabilità sul pianeta, quasi 4 milioni in Italia, circa 80 milioni in Europa che, con il crescere della società anziana ma attiva e digitalmente interattiva, si avvierà rapidamente a superare questo dato.

E dunque se Tim Berners-Lee, “the web father”, decide di aprire la giornata dedicata alla consapevolezza dell’accessibilità, vuol dire che questa – tra la prole del web – è una fra le predilette,una fra quelle che maggiormente possono ancora dargli – o restituirgli più pienamente – quel ruolo di motore rivoluzionario di una società partecipata di azioni reali-digitali, quel ruolo di “motore di ricerca delle conoscenze” che ha messo in moto sharing e interconnessione fra identità prosumers. Che tutti possano avere questa opportunità: questa è ancora la sfida digitale aperta.

Il #GAAD che trasformerà oggi Copenaghen in una grande piazza all’aperto di accessibilità globale conduce ad un obiettivo da tenere tutti bene in vista, per non rischiare di essere esclusi da un dibattito e da un circuito produttivo-economico-trasformativo che intorno al concetto di “digital access” inevitabilmente si innescherà aprendo direttrici di investimento e sviluppo e comprovando ulteriormente che “pensare accessibile” è una chiave strategica di presente e futuro per il mondo profit e non profit ma, ancor prima, per la storia di autonomie e conoscenza di milioni di cittadini europei. D’altronde è proprio guardando alla questione sociale allora emergente – ma ormai urgente! – che l’Europa dagli anni ’90 tramite Piani d’Azione e Direttive persegue l’obiettivo di colmare i divari digitali, in termini di literacy e dotazione di infrastrutture, di competenze progettuali e conoscenze condivise e fruibili da parte di ogni cittadino parlando da allora di “Information Society For All”, arrivando poi nel 2006 ad indire un’iniziativa apripista: “e-Inclusion – Be part of it”, passando dall’inserire la parola “accessibilità” al primo punto degli otto settori prioritari sui quali investire per la “Strategia europea sulla disabilità 2010-2020” (http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=1137&langId=it) fino scegliere anche #inclusione fra le parole chiave della più ampia strategia di crescita verso Europe 2020 per una società intelligente, sostenibile, inclusiva.

L’azienda danese Siteimprove sta investendo in questa direzione in ottica in qualche modo comunitaria essendo membro del Consorzio Internazionale W3C (https://www.w3.org) che detta le linee guida per la progettazione del web accessibile e di IAAP – International Association of Accessibility Professionals (http://www.accessibilityassociation.org)  che  connette individui e organizzazioni che hanno individuato nell’accessibilità un’asse di promozione strategica delle proprie mission professionali. Con questa iniziativa, l’azienda si pone l’obiettivo di “incoraggiare a parlare, riflettere e apprendere come l’accessibilità digitale di web, software e applicazioni mobili interessi persone con diverse disabilità” e sia una questione su cui è necessario un confronto collettivo che superi “criteri di valutazione generali che rimangono confusi, talvolta persino inadeguati”. Oltre a Tim Berners-Lee, l’evento ospiterà esperti da tutto il mondo, coordinati dal cofondatore canadese di GAAD, Jennison Asuncion, ed è stato aperto gratuitamente al mondo dell’informazione al fine di divulgarne contributi e idee. Lo seguiremo per TechAbility@work che da qui riprende i suoi passi digitali.

E se qualcuno – avendo un sito – volesse diventare supporter del GAAD e del pensiero accessibile, qui il link al “GAAD-widget”: http://nick.freear.org.uk/2017/05/14/gaad-widget.html.

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Giornalista pubblicista e Dottore di ricerca in Scienze della Comunicazione con un progetto sulla “Cultura accessibile”, dal 2011 al 2013 è stata assegnista di ricerca nel Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale (CoRiS) della Sapienza Università di Roma per un progetto sulla e-Inclusion nel lavoro delle persone con disabilità finanziato dall’Istituto Superiore di Comunicazione e Tecnologie dell’Infromazione (Iscom) del MISE. Da oltre un decennio svolge ricerca sulle opportunità offerte dall’ICT nel promuovere e realizzare l’inclusione e la partecipazione delle persone con disabilità. Ha lavorato nella Fondazione ASPHI Onlus di Bologna occupandosi di integrazione dei disabili tramite assistive technologies. Nel 2013 ha promosso la seconda edizione del seminario “Inclusione digitale. Promotori di accessibilità” realizzato nel Dipartimento CoRiS insieme con IBM Italia. E’ Docente a contratto di Tecnologie Digitali per l'Apprendimento presso l'Università Lumsa di Roma. Ha scritto numerosi articoli e saggi sul tema tra cui “Sciences for Inclusion. Cultural approach to disability towards the Society for all” e “Oltre il senso del limite" di Bonanno Editore.

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