Windows “vende” Linux?

Della storia d’amore tra Microsoft in salsa Nadella e Linux abbiamo già parlato diverse volte (l’ultima qui, con rimandi alle puntate precedenti).

Una nuova puntata della love story è andata in onda l’11 maggio scorso in occasione della Microsoft Build Conference 2017, dove Terry Myerson, Executive Vice President di Windows and Devices Group, ha presentato importanti novità relative alla possibilità – già annunciata con (fin troppo) clamore l’anno scorso – di far girare programmi per Linux dentro Windows.

In questa occasione Myerson ha annunciato che presto gli utenti di Windows potranno scaricare Ubuntu dallo Windows Store, la piattaforma con cui Microsoft distribuisce le applicazioni per Windows. Di più: non solo Ubuntu, ma anche SUSE e Fedora saranno presto scaricabili dallo store e installabili “dentro Windows”. Ancora di più: le distribuzioni potranno essere avviate “simultaneamente”. Sembra bello.

E invece no.

Le ragioni sono le stesse che abbiamo evidenziato qui l’anno scorso. In più stavolta osserviamo che:

  • la possibilità di download dallo store piuttosto che da un’altra parte in realtà non sembra un valore aggiunto di grande rilevanza per il target di utenti – gli sviluppatori di software, esperti per definizione – a cui è rivolta la proposta.

  • A parte la presenza nello store e la futura presunta varietà dell’offerta di distribuzioni basate su Linux (che, per chi non lo sapesse, non sono solo tre ma migliaia), non ci risultano ufficialmente cambiamenti riguardo alle funzionalità offerte dal progetto “Bash on Windows Subsystem for Linux”, che riguardano appunto la possibilità di eseguire la shell (Bash) e alcuni altri programmi a riga di comando presenti nelle varie distribuzioni. Ufficialmente. Perché invece qualcuno ha già provato a fare di meglio, riuscendo ad avviare anche l’interfaccia grafica (Unity) di Ubuntu dentro Windows, operazione peraltro (quella sì) non banale come installare un’app da uno store. Fortunatamente l’esperienza utente dei sistemi operativi basati su Linux è ben differente da questa (che invece sembra pensata apposta per farli sembrare complicati), ed è più vicina alla facilità e alla spensieratezza che si respirano a Cupertino che all’aria fumosa dei laboratori di Intelligenza Artificiale del MIT nel secolo scorso. Provare per credere.

  • Non sappiamo bene cosa esattamente verrà ospitato nel Windows Store e cosa esattamente scaricheranno ed installeranno gli utenti. Qualcuno si è chiesto giustamente se abbia senso chiamare ancora “Linux” qualcosa che funziona dentro Windows e quindi senza la necessità del kernel dei sistemi operativi basati su Linux, che è appunto… Linux.

Ancora una volta, e a maggior ragione alla luce delle recenti notizie relative ai danni causati nel mondo dalla diffusione del ransomware noto come WannaCry, riteniamo che il modo migliore per entrare in contatto con i sistemi Linux sia quello di installare realmente un sistema Linux sul proprio PC. Gli utenti Windows da sempre, che magari non sanno dove mettere le mani, possono provare a cominciare da qui. Il passo successivo consiste nel farsi aiutare: da un centro di assistenza serio, oppure da una delle centinaia di comunità di utenti (Linux Users Group, LUG) sparse per l’Italia che di solito non aspettano altro che fare nuove installazioni di Ubuntu, SUSE, Fedora o una qualsiasi delle altre migliaia di distribuzioni esistenti.

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