Data-governance: più benefici o ostacoli?

La governance dei dati è strategica per le aziende: nel 2013 il 96% degli intervistati già lo sosteneva secondo la Survey sulla Data Governance del Rand Worldwide e nel 2011 un report McKinsey indicava i Big Data come la nuova frontiera d’innovazione e competizione. La stessa McKinsey, 5 anni dopo, nel giugno 2017, ha confermato e rafforzato questo concetto anche in virtù del fatto che il volume dei dati prodotti, stando al rapporto, si è più che duplicato in tre anni ed è destinato a crescere ancora.

La vita delle persone si è traslata on line e questo ha generato un importante flusso di informazioni possibili da raccogliere, analizzare e quindi usare per costruire la governance. Solo negli Stati Uniti si stima che oggi si producano oltre 2.000 exabytes di dati, numero destinato a duplicarsi nel giro di poco tempo. La disponibilità di dati ha favorito la diffusione di tecniche e tecnologie in grado di apprendere dai dati al fine di automatizzare, attraverso la costruzione di specifici algoritmi, alcune decisioni: si pensi al machine learning e alle numerose applicazioni di questo tipo già impiegate in diversi comparti.

Negli ultimi 5 anni, secondo McKinsey, ad aprire la possibilità di utilizzare i tanti dati prodotti ha contribuito anche la crescita della potenza di calcolo delle macchine e della capacità di memorizzazione delle stesse: basti pensare che nel 2016 in Cina il supercomputer ritenuto più potente era 40 volte più performante del computer più veloce del 2010.

Quali le opportunità della data governance?

La Data Governance viene considerata un’opportunità rispetto al raggiungimento degli obiettivi sugli utili, la riduzione dei costi e quindi la scelta di una strategia in grado di migliorare i risultati di business. McKinsey, nel suo ultimo rapporto, rimarca il fatto che non tutti i dati generano valore: molto dipende da come sono usati (e se sono usati, ndr) oltre che da chi li utilizza. La stessa informazione potenzialmente può essere valutata in modo economicamente diverso a seconda del contesto e del modo in cui questa viene analizzata e utilizzata per migliorare la strategia aziendale.

Tra i diversi vantaggi di un ecosistema dati ben costruito, questi alcuni di quelli individuati nel rapporto:

Ottimizzazione dei costi e dei ricavi. Un’attenta analisi dei dati può incidere positivamente sia sui costi (per esempio lavorando su manutenzione predittiva, gestione dei processi, procurement, supply chain e logistica) che sui ricavi, attraverso l’apertura a nuovi mercati, il miglioramento dell’esperienza utente e la scelta di migliori modalità di distribuzione.

Marketing e pubblicità. I dati che possono incidere su queste attività sono tipicamente quelli raccolti dai social media, dalle scelte dei clienti oltre che dalla profilazione degli stessi. L’unico limite ai possibili vantaggi è costituito dalla capacità di analisi utile a intercettare informazioni interessanti in mezzo a molto “rumore”.

Intelligenza artificiale. Machine learning e deep learning richiedono importanti quantità di dati per poter essere applicate con successo. Le aziende in grado di raccogliere e usare dati per innescare processi di apprendimento automatico hanno sicuramente un vantaggio competitivo sulle altre.

Data-driven marketing

Secondo uno studio del marzo 2017 condotto da Jaywing su 250 manager di aziende di media dimensione, gli intervistati ritengono che la data-governance possa migliorare non solo la strategia di contatto dei clienti (62%) ma anche quella di cura del cliente (56%) e acquisizione di nuove fette di mercato (43%). Una miglior gestione dei dati è ritenuta dal 92% delle aziende una priorità negli investimenti aziendali, anche se solo un 57% sostiene di avere le risorse necessarie per poter investire su questo.

Nonostante le buone intenzioni, pertanto, molte sono ancora le aziende in difficoltà nell’applicare una seria politica di data-governance: infatti mentre la quasi totalità delle aziende sostiene di raccogliere e gestire dati sulle vendite, poche sono quelle che utilizzano la data science per fare un’analisi più mirata e utile. Il 65% degli intervistati da Jaywing, poi, sostiene di non utilizzare al meglio i dati per fare proposte mirate ai clienti e migliorare in questo modo la loro esperienza d’acquisto.

Quali gli ostacoli?

Numerosi sono gli ostacoli che scoraggiano le aziende, pur consapevoli che una corretta gestione dei dati potrebbe portare grandi benefici. Tra questi troviamo la disponibilità dei dati spesso gestiti per silos e poco condivisi internamente (65%), la qualità delle informazioni raccolte a volte poco curate e quindi inaffidabili (62%) e l’integrazione tra banche dati differenti, anche ostacolata dall’adozione di formati non standard di salvataggio che limitano lo scambio tra piattaforme differenti.

Oltre a questo, la mancanza di competenze è riconosciuta come uno dei principali problemi da 4 intervistati su 10. Solo un felice 9%, secondo Jaywing, non ha rilevato ostacoli e si è strutturato per poter sfruttare al massimo i dati raccolti.

Il punto di vista di Canon

Il tema della data-governance è centrale per l’attività di molte aziende, che oggi affrontano un percorso complesso e articolato lungo diversi aspetti fondanti dell’organizzazione: dagli asset tecnologici alla cultura aziendale, fino alle competenze interne. Si tratta tuttavia di una grande opportunità per abilitare o migliorare tutti quei processi che hanno forte impatto sul business. Una buona gestione dell’informazione e del dato, può incidere in modo sostanziale sul funzionamento dell’intera organizzazione” dichiara Teresa Esposito, Marketing & Sales Excellence Director di Canon Italia.

A tutto ciò si aggiunge la normativa internazionale in materia di privacy e sicurezza dei dati, che troverà piena applicazione dal 25 maggio 2018. Un’importante sfida che richiede a molte aziende di ridefinire la loro strategia d’Information Governance e di gestione dei dati personali e sensibili” continua Teresa “La complessità dei requisiti normativi, anche sotto il profilo di accountability e pervasività degli adempimenti, sta spingendo la maggior parte delle società a sviluppare un approccio olistico di adeguamento, allo scopo di identificare e implementare, entro i termini di legge, le misure tecniche e organizzative più adeguate”.

In questo ambito Canon offre servizi e soluzioni basate su un modello di information governance che permette di gestire le informazioni e dati in conformità alla normativa, con un approccio sviluppato in cinque fasi:

  • Discover: identificare le modalità in cui i dati sono gestiti e conservati al fine di effettuare un risk assessment
  • Secure: definire l’insieme delle policies, degli strumenti e dei processi necessari alla riduzione o eliminazione del rischio
  • Manage: strutturare un’adeguata gestione e registrazione per l’accesso ai dati, prevenire accessi non autorizzati, automatizzare processi di compliance attraverso workflow
  • Report: riportare eventuali violazioni
  • Review: aggiornare periodicamente le policies a nuove esigenze interne o esterne

La complessità e la forza della normativa internazionale può rivelarsi per le aziende un’opportunità per rivedere e ottimizzare i loro processi documentali con un duplice vantaggio: garantire la sicurezza nella gestione del dato e rendere più efficienti ed efficaci i flussi informativi interni ed esterni”.

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