Geolocalizzare un ospedale e sapere con quali mezzi arrivarci e in quanto tempo è uno dei tanti “effetti collaterali” di E015 di immediata comprensione per i cittadini. Spiegare un progetto così complesso e di natura tecnica non è cosa semplice, ma apprezzarne le ripercussioni sul miglioramento della vita di tutti i giorni indubbiamente sì.
Abbiamo parlato di questo progetto, diventato best practice nazionale e internazionale, con Maria Rosa Marchetti, Dirigente dei Sistemi Informativi della Regione Lombardia.
Quali i vantaggi portati da E015 ai cittadini? Quale la cosa più apprezzata del progetto fino a questo momento?
E015 facilita la creazione di soluzioni software integrate che permettono di sfruttare al meglio le informazioni condivise da soggetti diversi. Il cittadino non utilizza direttamente l’Ecosistema Digitale ma trae vantaggio da app, siti web, totem o altri sistemi innovativi che senza E015 sarebbe stato molto più complicato e oneroso creare. I principali vantaggi di E015 sono i bassi costi di gestione, soprattutto nella condivisione delle informazioni, e la possibilità di accedere alle informazioni e ai canali messi a disposizione dagli altri aderenti.
Quali gli sviluppi ai quali state lavorando che ritiene siano più interessanti? Quali i tempi e le difficoltà rilevate per la loro realizzazione?
E015 è nato da EXPO 2015 e si è sviluppato su base volontaria di conseguenza, oggi, è molto più diffuso in alcune aree della regione che in altre, pertanto, una delle priorità è proprio quella di coinvolgere le aree meno rappresentate, così da raggiungere una certa omogeneità delle informazioni presenti. Un secondo obiettivo è quello di rendere l’Ecosistema un sistema di condivisione delle informazioni fra le Pubbliche Amministrazioni, sia a livello locale che nazionale.
Per entrambi gli obiettivi il percorso è già stato avviato e si pensa di avere dei risultati nel corso dell’anno prossimo. Le principali difficoltà sono legate alla complessità di spiegare un progetto “tecnologico” dove il valore principale è dato da relazioni, procedure e standard. Per fare degli esempi concreti, in E015 sono oggi disponibili servizi digitali (ovvero, tecnicamente, pubblicazione di API) nel campo dell’infomobilità (orari e percorsi del trasporto pubblico, bike sharing, disponibilità dei principali parcheggi, ecc.), degli eventi culturali in cartellone (mostre, spettacoli teatrali e altro), dei provvedimenti di contrasto all’inquinamento atmosferico e molte altre ancora.
Il catalogo a disposizione della comunità di E015 conta attualmente più di 150 API che hanno generato 370 relazioni digitali tra i soggetti che hanno aderito e prodotto oltre 80 app per gli utenti finali.
Regione Lombardia è impegnata nell’arricchire l’ecosistema con nuovi servizi sul turismo, sul welfare e per gli enti locali, favorendo una maggiore efficienza amministrativa con l’interoperabilità dei sistemi.
E015 dimostra quanto importante sia la collaborazione pubblico-privato: quali i vantaggi?
La collaborazione tra pubblico e privato è uno degli aspetti più innovativi di E015 e funziona soprattutto perché vantaggiosa per entrambi: il privato ha accesso facilmente a informazioni che gli permettono di arricchire i propri prodotti o servizi verso i clienti, mentre le Amministrazioni, con il solo sforzo di pubblicare i propri dati all’interno dell’ecosistema, hanno l’opportunità di moltiplicare i canali attraverso i quali diffondere le proprie informazioni di pubblica utilità.
Uno degli strumenti utili ad attivare la collaborazione all’ecosistema è rappresentato dalla legge 15 del 2017 di Regione Lombardia, con la quale si chiede ai soggetti vincitori di bandi regionali un “ritorno digitale” attraverso la condivisione di informazioni in E015.
Quale il ruolo dei dati negli ecosistemi digitali? Quale il loro valore?
I dati sono il cuore dell’ecosistema, che nasce proprio per valorizzarli garantendo vantaggio sia a chi li mette a disposizione (ed è interessato alla loro diffusione) sia a chi li utilizza arricchendo le proprie applicazioni. La natura di E015 permette di avere il dato più corretto e aggiornato fra quelli disponibili, dato che viene preso direttamente alla fonte (chi quel dato lo raccoglie o costruisce), evolvendo così anche il concetto di “open data”; avere aggiornamenti in tempo reale; conoscere dove e come i propri dati verranno utilizzati, dal momento che solo gli aderenti vi hanno accesso e devono sempre richiederne l’eventuale utilizzo; tutelare i propri dati dall’utilizzo scorretto e vincolarne l’utilizzo al rispetto di specifiche policy.
Tra i progetti del team di trasformazione digitale e AgID quale ritiene sia strategico per agevolare la trasformazione digitale della PA e perché?
Sono importantissimi tutti i progetti che mirano a sostenere e diffondere l’interoperabilità perché rendono più semplici le procedure e permettono di superare la “storica” barriera culturale alla condivisione di informazioni tra i diversi soggetti della PA. In particolare stiamo collaborando sia con Team che con AgID per la realizzazione del catalogo nazionale delle API portando, oltre ai contenuti, l’esperienza di E015 come caso concreto di applicazione del modello di interoperabilità a ecosistema.
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