Approccio design oriented e tecnologia per la salute: intervista a Barbara Sala

Anche una piccola e media impresa può dire la sua sui temi dell’innovazione applicata al miglioramento della vita e della salute delle persone”. La storia di Delcon, raccontata da Barbara Sala, CEO di Delcon USA Inc. e Amministratore Unico di Delcon Italia, parla di un’azienda che in Italia fattura 10 milioni di euro nella quale lavorano meno di 60 persone e che, nel settore medicale, è riuscita ad affermarsi nell’ambito della raccolta e lavorazione del sangue, trasformando il suo approccio e adeguando le competenze delle persone che ci lavorano.

In quale modo Delcon ha portato innovazione dentro l’azienda?

La mission di Delcon è diventata negli anni quella di portare innovazione dentro i centri trasfusionali, dove la situazione è stagnante da una decina d’anni, anche per quanto riguarda le apparecchiature utilizzate. Per fare innovazione abbiamo utilizzato da una parte l’approccio design e dall’altro abbiamo introdotto tecnologie. Attraverso il design, sviluppato grazie alla collaborazione con Cefriel, abbiamo riscoperto il contatto stretto con il cliente, con il fruitore finale dei nostri prodotti che ora co-progetta insieme a noi i prodotti finali, anche attraverso il design thinking, aiutandoci a comprendere le reali esigenze presenti nella filiera trasfusionale. Per esempio, nella bilancia per la raccolta di sangue che stiamo sperimentando ora, il confronto con gli operatori ha fatto emergere la difficoltà di doversi piegare molte volte nel corso della raccolta, e la comparsa nel tempo di problemi e dolori posturali. Questo ci ha portato a disegnare una bilancia che, grazie al design allungato, fosse in grado di portare al tempo stesso il vassoio verso il basso, per permettere la donazione di sangue per caduta, e il display verso l’alto, per permettere all’operatore di raccogliere il sangue restando in posizione eretta. Tutto questo con un corpo unico, evitando ogni parte amovibile con lo scopo di facilitare le operazioni di logistica, lo spostamento dei dispositivi e riducendo al minimo la presenza di parti fragili soggette a rottura.

Come una piccola-media impresa riesce ad affermarsi nel mercato facendo innovazione?

Per quanto riguarda Delcon, abbiamo definito un framework di lavoro basato sul co-design e il co-sviluppo all’interno di un ecosistema di partner e clienti, e scelto un mercato per sperimentare, quello americano, dove si sentiva forte la necessità di innovare. Abbiamo individuato poi un partner come Cefriel che ci aiutasse a cambiare il nostro approccio in fase di ideazione dei device medicali, e un cliente, un centro trasfusionale negli Stati Uniti con cui ideare, progettare e validare i dispositivi in maniera congiunta. Da questa fusione di soggetti diversi è nata una nuova bilancia di raccolta del sangue, strutturata sulla base dell’ascolto degli operatori e dei donatori. Con Cefriel abbiamo lavorato sull’interfaccia utente e abbiamo sperimentato, anche insieme al partner americano, un modello di analisi sul campo. Siamo partiti per gli Stati Uniti con il progetto della bilancia per la raccolta ad aprile 2018; a luglio siamo tornati e abbiamo portato un primo prototipo e un modello in realtà aumentata, e a dicembre 2018 abbiamo consegnato un prototipo funzionale che ha consentito una simulazione vera e propria della raccolta di sangue, dalla quale sono emerse molte altre informazioni utili a perfezionare il nostro prototipo. A luglio del 2019 abbiamo sperimentato un secondo prototipo completamente ingegnerizzato per andare in produzione che sarà lanciato sul mercato nei primi mesi del 2020. Ci siamo resi conto che l’attività di co-progettazione curata insieme a Cefriel non ha ricadute soltanto su questo prodotto, ma ci ha consentito di raccogliere informazioni preziose anche per la progettazione di altri prodotti.

Qual è il vantaggio che può avere una piccola realtà nel fare innovazione?

Grazie alle dimensioni piccole della nostra realtà, abbiamo la possibilità di presentarci come una boutique dell’innovazione, chiedendo al cliente di salire a bordo di un progetto costruito sulle sue esigenze. Questo è possibile grazie alla nostra flessibilità, facilitata dalla dimensione e da una governance con pochi livelli gerarchici, che consente decisioni rapide e vicine ai problemi. Certamente abbiamo modificato il nostro approccio, abbiamo dovuto sviluppare nuove competenze , non solo sulle tecnologie ma anche di project management, e abbiamo fatto formazione continua, impattando profondamente sulla cultura aziendale.

Quali sono le tecnologie digitali che contribuiranno a migliorare la sanità e a raggiungere l’obiettivo 3 di Agenda 2030, “assicurare il benessere e la salute per tutti e per tutte le età”?

IoT, Big Data ma anche Intelligenza Artificiale, combinate tra loro, porteranno grandi vantaggi nel settore e-health. Nel caso dei nostri dispositivi medicali, per esempio, grazie a queste tre tecnologie sarà possibile migliorare le prestazioni dei dispositivi, monitorare lo stato di salute dei donatori anche a distanza e soprattutto semplificare l’utilizzo di questi apparecchi da parte dell’operatore che si occupa della raccolta del sangue. Sarà possibile, poi, con l’utilizzo della sensoristica RFID, monitorare alcuni parametri durante il trasporto, quali la temperatura, per garantire una migliore conservazione del sangue, che è un bene prezioso. Efficientando i consumi si potrà, per esempio, nel caso degli apparecchi utilizzati per la raccolta di sangue, favorire la donazione in mobilità, che è prassi diffusa nella maggior parte del mondo e in particolare negli Stati Uniti dove vengono organizzate delle vere e proprie maratone di raccolta in alcune città, uffici, scuole, con furgoni organizzati per raccogliere o per installare veri e propri centri di raccolta temporanei, in grado di raccogliere grandi quantità di sangue in una sola giornata. La nostra esperienza ci dice però che non bastano le tecnologie digitali per innovare, ma serve un approccio design driven, in grado di identificare i reali problemi e i bisogni della filiera prima di pensare alle soluzioni tecnologiche o di prodotto.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here