Energy Efficiency Movement: l’efficienza non è un’opinione

L’efficienza energetica è il modo più efficace per ridurre le emissioni di CO2: è questa consapevolezza che ha spinto ABB a creare l'EE Movement, un movimento dedicato all'uso razionale dell'energia. Ne abbiamo parlato con Alessandro Pueroni di ABB Italia

Immagine distribuita da Piqsels

Se si parla di clima e di ambiente, prima di parlare di fonti di energia più o meno pulite, serve parlare di efficienza energetica. Del resto, quale miglior modo di ridurre il proprio impatto ambientale se non evitare di consumare o sprecare energia? Energia necessaria per ogni nostra attività, ogni prodotto che utilizziamo. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno quotidianamente deve essere fabbricato, lavorato e spedito. Tutte queste attività consumano energia e tutte generano emissioni di CO2.

Ma laddove ovunque si consuma energia, c’è la possibilità di risparmiarla. Ne sono particolarmente consci in ABB, per cui “l’efficienza energetica è il modo più efficace per ridurre le emissioni di CO2.” Una consapevolezza, quella del Gruppo svizzero-svedese, che l’ha portata a creare addirittura un movimento interamente dedicato all’uso razionale dell’energia. Si tratta dell’EE Movement (Energy Efficiency Movement), che attraverso il coinvolgimento di dipendenti, clienti, fornitori, mira appunto a ridurre le emissioni climalteranti focalizzando l’attenzione laddove serve. Ne parliamo con Alessandro Pueroni di ABB Italia, che ci rivela anche numeri sorprendenti su ciò che assorbe la maggior parte dell’elettricità prodotta globalmente.

Che cosa è l’EE Movement e quali sono i suoi obiettivi?

È un’iniziativa che nasce in ABB all’interno della business area “Motion”. Sostanzialmente si muove in due direzioni. La prima è quella di sostenere la nostra strategia di sostenibilità, la seconda contribuire in maniera rilevante al raggiungimento degli obiettivi di Parigi per la riduzione delle emissioni di carbonio entro i prossimi dieci anni.

In che modo (e perché) pensate sia utile coinvolgere gli impiegati, clienti, fornitori ecc. di ABB?

Il primo passaggio, fondamentale, riguarda la consapevolezza dell’esistenza e dell’utilizzo di certe tecnologie utili al risparmio energetico, con un ritorno economico. Senza consapevolezza non ci sono né la diffusione e quindi neanche l’adozione di questi strumenti.

Il primo passaggio riguarda la consapevolezza dell’esistenza e dell’utilizzo di certe tecnologie utili al risparmio energetico, con un ritorno economico. Senza consapevolezza non ci sono né la diffusione e quindi neanche l’adozione di questi strumenti

Vorremmo coinvolgere nel discorso tutti i Paesi firmatari dell’accordo di Parigi, il maggior numero possibile di stakeholder, ossia attori diversi e rilevanti per l’elevata tecnologia che offrono. Questo per avere non solo le tecnologie corrette, ma anche la giusta sensibilizzazione affinché queste stesse tecnologie siano applicate negli ambienti industriali e commerciali.

Altri attori importanti possono essere i governi degli stati, i decisori pubblici e le istituzioni in generale, che hanno il compito di stimolare l’adozione di queste tecnologie, anche introducendo regolamentazioni locali o a livello europeo. Altri attori sono le imprese private e gli istituti pubblici, che possono trarre vantaggi in termini di riduzione del consumo energetico e delle emissioni di CO2.

Ci sono poi realtà come la nostra, che sviluppano, producono ed investono in tecnologie in questi ambiti. L’Energy Efficiency Movement non vuole essere un movimento “monodirezionale”, focalizzato solo su ABB, ma una iniziativa capace di coinvolgere anche i nostri partner e gli altri player che operano nei nostri stessi settori.

Infine, molto importante è anche il coinvolgimento di università e centri di ricerca, che hanno il compito di formare le nuove generazioni, affinché si possa avere tutti da qui in poi il senso di urgenza e dell’efficacia di queste nuove tecnologie.

Perché i motori elettrici, a partire da quelli utilizzati in ambito industriale, ricoprono un ruolo così importante nella lotta al cambiamento climatico?

Il motore elettrico, anche se non è di recente creazione, è probabilmente l’apparecchiatura più sottovalutata, in termini di utilizzo, nel nostro sistema industriale e commerciale. Nell’industria, il 70% di quello che si fa lo si fa utilizzando dei motori elettrici. Sostanzialmente due terzi dell’intero consumo elettrico nel settore industriale mondiale è assorbito da un motore elettrico, quindi il motore elettrico ha un ruolo predominante nei consumi energetici globali. Il 45% dell’energia elettrica globale viene assorbita da questi componenti. Tutto ciò che è meccanica e movimento all’interno di un’azienda o di un sistema produttivo coinvolge l’energia elettrica, quindi aumentare l’efficienza in questo ambito è fondamentale.

Se prendessimo l’ottanta per cento dei 300 milioni di motori industriali oggi operanti al mondo e li portassimo alla classe di efficienza IE5, avremmo un risparmio di energia enorme, pari a 160 terawattora, pari al consumo annuale di energia della Polonia

I motori elettrici nel mondo sono circa 300 milioni. Se li rendessimo più efficienti, subito, con le tecnologie oggi disponibili, avremmo dei risultati molto rilevanti. Per essere più concreti, se prendessimo l’ottanta per cento dei 300 milioni di motori industriali oggi operanti al mondo e li portassimo non alla classe di efficienza IE3 (efficienza premium, ndr), ma alla superiore IE5, già disponibile, avremmo un risparmio di energia enorme, pari a 160 terawattora. Vale a dire il consumo annuale di energia della Polonia.

Altra componente chiave poi è l’inverter. Se il motore è il “muscolo” che trasforma energia elettrica in meccanica, l’inverter non è altro che l’intelligenza che governa il motore, controllando velocità e coppie. In sostanza, significa muovere i motori solo se c’è reale necessità. Un concetto banale, ma poco applicato. Solo il 23% di quei 300 milioni di motori è dotato di questa “intelligenza”.

Abbinando inverter e motore si può ottenere un risparmio energetico del 25%, con risultati eclatanti. E se a questi famosi 300 milioni di motori applicassimo inverter e tecnologia energetica avremmo un saving pari al 10% del consumo elettrico globale, vale a dire il 40% degli obiettivi di Parigi. Il tutto senza dover stravolgere impianti o sistemi produttivi.

In pratica, a quali effetti o risultati sta portando l’EE Movement?

La prima cosa è la consapevolezza, e in questo il White Paper pubblicato lo scorso marzo su scala internazionale è stato ed è molto importante. Il secondo passo è stato prendere impegni ben chiari. Noi ne abbiamo due: uno di brevissimo termine, che porterà ABB nel 2023 di riuscire a contribuire ad un risparmio energetico di 78 terawattora, grazie all’introduzione in questo prossimo anno e mezzo di ulteriori inverter e motori ad alta efficienza nei settori in cui operiamo; il secondo, di medio periodo, è ridurre di 100 milioni di tonnellate di CO2 l’impatto ambientale delle attività dei nostri clienti.

Qual è in tutto questo l’impatto di digitalizzazione e connettività?

La digitalizzazione, e con essa l’internet of things, ci permette di fare un passo importante in avanti, di avere un controllo reale dell’efficienza energetica. Non soltanto garantire l’ottimizzazione funzionale delle apparecchiature, ma una loro manutenzione condotta nel miglior modo possibile.

Ad esempio, grazie al digitale è possibile calcolare interventi di servizio o di ripristino esattamente nel momento in cui servono, o addirittura in anticipo, grazie alla manutenzione predittiva. Questa è la possibilità di disporre dello stato del nostro condition monitoring da remoto, garantendo così la massimizzazione degli uptime degli impianti (il tempo in cui un impianto ha funzionato senza interruzioni, funzionando correttamente, ndr) e la minimizzazione degli stop per gli interventi di manutenzione. Che, se fatti in maniera reattiva o semplicemente programmata, sono assolutamente efficaci ed efficienti, sia per l’impianto che per i consumi delle apparecchiature stesse.

ABB è impegnata in una digitalizzazione che sia facilmente applicabile. Per farlo ha creato da una parte uno smart sensor per i motori, cioè il primo componente che senza nessun cablaggio può essere applicato sul motore elettrico per capire da remoto la situazione e pianificarne e garantirne la manutenzione; dall’altra un pannello di controllo 5G per inverter che permette di mandare tutte le informazioni che lo riguardano al cloud. Tutto questo senza che vi siano cavi collegati.

Questi due nuovi prodotti permettono di abbinare i vantaggi che la digitalizzazione e la connettività possono portare ovunque, con la possibilità immediata di scalare questi stessi vantaggi. La digitalizzazione, quindi, è fondamentale per una maggiore fruibilità delle tecnologie votate all’efficienza energetica.

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