Auto elettriche in Italia: il mercato schiaccia l’acceleratore

Oggi in Italia circolano 200mila veicoli elettrici, pari al 4% delle immatricolazioni totali, ma è prevista una forte crescita già entro il 2025. I ritmi di sviluppo dipenderanno da scelte politiche e strategiche, come rimarca la quinta edizione dello Smart Mobility Report, realizzato dall’Energy&Strategy Group, centro di ricerca della School of Management del Politecnico di Milano

Immagine distribuita da Pixabay

Non è certo un caso se le tante iniziative che puntano alla decarbonizzazione dedicano una particolare attenzione alla “mobilità pulita, sicura e connessa”. L’ultima annunciata è il maxi-pacchetto ‘Fit for 55’, con cui la Commissione europea intende ridurre le emissioni del 55% al 2030 e del 100% al 2050.

Il fatto è che in Italia i trasporti sono il primo settore per emissioni di gas a effetto serra, con 104 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel 2018, per il 93% dovuti alla mobilità su strada. Mentre nel mondo sono ‘solo’ il secondo settore per emissioni inquinanti, con 8,2 miliardi di tonnellate su 49 totali, con una crescita del +80% dal 1990.

Per abbatterle? Servirà anche, e molto, la mobilità digitale: la mobilità automatizzata e un sistema di gestione del traffico intelligente, entrambi resi possibili dalla digitalizzazione, che renderanno il trasporto più efficiente e pulito.

La quinta edizione dello Smart Mobility Report, realizzato dall’Energy&Strategy Group, centro di ricerca della School of Management del Politecnico di Milano, è un condensato di numeri e dati, molto utili a tracciare lo stato dell’arte e le prospettive della mobilità innovativa in Italia e all’estero.

In Europa un milione e 300mila nuove e-car in un anno

In Europa sono state immatricolate un milione e 300mila auto elettriche nel corso del 2020. Il primo mercato europeo si conferma la Germania, con più di 394mila vetture immatricolate (+260% rispetto al 2019), seguito dalla Francia, con oltre 185mila nuove e-car (+200%), e dal Regno Unito (175mila, +140%).

Al quarto posto si classifica la Norvegia, con circa 106mila auto (+33%), seguita da Svezia ed Olanda, rispettivamente con 94mila (+130%) e 89mila (+34%) auto elettriche immatricolate.

La mobilità elettrica italiana è in forte crescita, ma servono ulteriori sforzi per raggiungere gli obiettivi del Pniec di 6 milioni di mezzi elettrici circolanti al 2030

L’Italia ha guadagnato tre posizioni all’interno della Top-10 europea rispetto al 2019 – passando dal decimo al settimo posto per numero di immatricolazioni – con le quasi 60mila vetture immatricolate (+250% rispetto al 2019). Di queste, circa 32mila sono ‘full electric’ (+200% rispetto al 2019), e 27mila ibride (+330% in un anno).

Oggi in Italia circolano 200mila auto elettriche, pari al 4% delle immatricolazioni totali. In pratica, la mobilità elettrica italiana è in forte crescita, e tuttavia servono ulteriori sforzi notevoli per raggiungere gli obiettivi del Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima) di 6 milioni di mezzi elettrici circolanti al 2030, e la mobilità a emissioni zero al 2050 auspicata dai provvedimenti normativi comunitari.

Considerando anche biciclette (+44% sul 2019), motocicli (+210%) e bus (+49%), i mezzi elettrici immatricolati in Italia nel 2020 sono cresciuti del 60%, ma rappresentano solo l’1% del parco circolante.

I tre fattori principali nella crescita delle auto elettriche

“Un’azione di Policy più decisa, coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione comunitari, ci permetterebbe di arrivare fino a 8 milioni di auto elettriche sulle strade, con un volume d’affari associato di 245 miliardi di euro”, sottolinea Simone Franzò, direttore dell’Osservatorio Smart Mobility del Politecnico di Milano, “e a ciò si aggiunge un calo di emissioni di CO2 del 42% secondo le nostre stime, che ipotizzano il rispetto delle soglie emissive stabilite dall’Ue e la parziale dismissione dei mezzi più inquinanti”.

Un’azione di Policy più decisa, coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione comunitari, ci permetterebbe di arrivare fino a 8 milioni di auto elettriche sulle strade, con un volume d’affari associato di 245 miliardi di euro

Le auto elettriche nel 2020 sono state comprate in particolare al Nord (67% del totale), seguito dal Centro (26%) e dal Sud (7%), con una distribuzione regionale molto diversa: è il risultato, tra le altre cose, del diverso grado di diffusione delle infrastrutture di ricarica ad accesso pubblico e degli incentivi locali all’acquisto o all’utilizzo dei veicoli elettrici.

La crescita dell’ultimo periodo è dovuta a tre fattori principali. Il primo è il potenziamento degli incentivi all’acquisto. Il secondo, l’ulteriore incremento dei modelli elettrificati offerti dalle case automobilistiche, che puntano decisamente su questo mercato. A luglio 2021 erano 116 i veicoli plug-in (che si ricaricano dalla rete elettrica), un terzo in più del 2020, di cui 71 ibridi (Phev) e 45 ‘full electric’ (Bev).

Ciò significa che dal 2015 sono quasi sestuplicati, con un’accelerazione nell’ultimo triennio, e oggi coprono pur non in modo omogeneo tutti i segmenti e le fasce di prezzo. Il terzo fattore trainante è il potenziamento dell’infrastruttura di ricarica ad accesso pubblico, che a luglio 2021 contava circa 21.500 punti di ricarica (+34% rispetto a un anno prima), in particolare concentrati in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Trentino Alto Adige, Lazio e Veneto.

Auto elettriche: ecco che cosa dobbiamo attenderci da qui al 2030

“Serve un deciso supporto normativo a favore della mobilità sostenibile, che può abilitare in un decennio un giro d’affari pari almeno a 200 miliardi di euro, includendo l’acquisto dei veicoli e lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, con potenziali benefici per tutta la filiera”, rimarca Franzò.

Francia, Germania e Spagna, ad esempio, hanno deciso di supportare maggiormente l’acquisto di veicoli elettrici, il cui elevato costo iniziale rispetto alle auto tradizionali rimane in Italia il principale scoglio da superare.

Che cosa dobbiamo attenderci, quindi, in Italia da qui al 2030? “Una forte crescita dei veicoli elettrici già entro il 2025, e ancora più marcata tra il 2025 e il 2030”, anticipa Franzò, “ma con una forbice che va dai 4 agli 8 milioni di mezzi circolanti elettrici, oltre il 20% del totale”, a seconda di quali iniziative si metteranno in campo.

Quando si parla di elettrificazione del parco auto non si deve rimaner vittime di facili entusiasmi. Ogni vettura immatricolata è una batteria in più circolante, e le batterie pongono ad oggi tre problemi: come vengono prodotte, come vengono ricaricate, come vengono riciclate

Sono poi state analizzate le ricadute ambientali connesse ai possibili scenari futuri: l’elettrificazione del parco circolante e l’introduzione di veicoli con soglie emissive ridotte da un lato, e la parziale dismissione dei veicoli più inquinanti dall’altro, porterebbe a una diminuzione delle emissioni di CO2 del 12% al 2025 e del 30% al 2030 se si proseguisse con il Trend attuale, per arrivare a -17% al 2025 e -42% al 2030 nello scenario più spinto possibile di full-decarbonization. “Tuttavia – afferma Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale quando si parla di elettrificazione del parco auto si deve stare ben attenti a non rimaner vittime di facili entusiasmi. Che il futuro sia basato sulle rinnovabili è indubbio, come è indubbio che è un futuro da render presente prima possibile. Ma non basta spingere l’acceleratore sui numeri delle vetture elettriche immatricolate per affrontare il problema nella sua complessità. Ogni vettura immatricolata è una batteria in più circolante. Ogni batteria circolante, almeno fino ad oggi, pone tre problemi: il primo è come viene prodotta (il litio è il nuovo petrolio, in tutti i sensi, e la sua estrazione è tutto tranne che sostenibile). Il secondo è come viene ricaricata: ha poco senso ricaricare auto elettriche utilizzando energia prodotta da combustibili fossili. Spostiamo l’inquinamento, non lo eliminiamo. Il terzo è come viene riciclata. Ad oggi non esistono metodi realmente efficaci per il decommissioning delle batterie, delle auto come dei monopattini. E finché il loro destino è quello di essere, nella migliore delle ipotesi, immagazzinate qua e là il problema è tutt’altro che risolto. Senza contare fattori di forte impatto economico e sociale, che vanno presi in considerazione per costruire un quadro completo”. Insomma: non basta spingere sull’acceleratore dell’auto elettrica per risolvere il problema della mobilità sostenibile.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here