Sostenibilità Digitale: asset strategico per la competitività del sistema Paese. Intervista ad Andrea Di Santo, AD di Canon Italia

Occorre sviluppare una cultura della sostenibilità, per guardare al tema in ogni sua declinazione e stare al passo con la trasformazione digitale: perché la Sostenibilità Digitale, oggi più che mai, è la strada per la competitività e il successo delle imprese

Andrea Di Santo, Amministratore Delegato di Canon Italia, è l’ospite di questo nuovo appuntamento con Sustainability Talk, la rubrica dedicata ad approfondire i temi della sostenibilità digitale attraverso le parole dei C-Level di grandi aziende italiane. Quasi trent’anni di esperienza professionale, la sua, dal mondo delle aziende industriali e tech – da ABB ad Alstom, da Hitachi a Siemens – fino alle più recenti esperienze nel settore della consulenza.

Nel corso della sua carriera, come emerso dalle parole della sua intervista, ha maturato una chiara visione dell’attuale importanza della sostenibilità. Un tema oggi imprescindibile per le imprese, che dovrebbe penetrare nelle strategie e riflettersi nell’operatività quotidiana. “Qual è l’impatto della sostenibilità nella Governance? Enorme – ha spiegato in apertura della sua intervista – A mio parere, infatti, a oggi uno dei principali motivi per i quali un’azienda non raggiunge i risultati ai quali aspira è da ricercare proprio nella mancata trasmissione, nella propria strategia, di una visione di sostenibilità che sia adeguata ai tempi. E, se non si ha una visione chiara o adeguata in quest’ambito, di conseguenza anche la Governance non sarà chiara o consona. E questo, ovviamente, influisce sui risultati d’impresa”.

Serve una cultura della sostenibilità

È proprio a partire da queste premesse, nelle quali è evidente la centralità della sostenibilità rispetto al business, che per le imprese italiane la strada verso la maturazione di una piena consapevolezza dell’importanza del tema sembra essere ancora lunga. “Se ne parla, è diventato una specie di ‘mantra’: non credo ci sia oggi un manager, di azienda piccola o grande, che non parli di sostenibilità. Quello che occorre chiedersi, però, è quanto questa sia poi effettivamente praticata. Quanto, cioè, sia diventata uno strumento di management all’interno delle aziende”.

Ed è qui che, secondo l’Amministratore Delegato di Canon Italia, c’è ancora molto da fare. “Credo che se ne parli ancora troppo in termini di comunicazione, mentre è ancora troppo poco un tema che accompagna i manager, piuttosto che i dipendenti, nella loro operatività quotidiana. Sarebbe invece fondamentale che le persone che lavorano in azienda ogni giorno, si chiedano se quell’attività o decisione sia sostenibile o meno. Serve, in altre parole, una vera e propria cultura della sostenibilità”.

D’altra parte, quello della sostenibilità è anzitutto un tema culturale, come ribadisce anche Stefano Epifani nel suo libro Sostenibilità Digitale. Affinché questa cultura possa svilupparsi, però, oltre che il necessario impegno individuale, nel contesto delle imprese sarà fondamentale l’impulso derivante dai vertici, che deve raggiungere le persone a tutti i livelli aziendali. “Credo di avere, nel ruolo che ricopro attualmente, una grande responsabilità. Ciò che voglio e devo riuscire a fare è infatti ‘instillare’ una vera mentalità della sostenibilità, per tutti i dipendenti, affinché per tutte le azioni che svolgono quotidianamente, dalle più semplici alle più importanti, ragionino in termini di sostenibilità. L’obiettivo finale, poi, è che questo impulso dal management si trasformi naturalmente in un cambio di mindset: in altre parole, alla fine di questo percorso non sarò più io a dover dire alle persone cosa devono fare, ma saranno loro stessi a comprendere che la sostenibilità deve rappresentare il criterio alla guida di ogni singola azione”.

Nelle imprese, quest’attenzione verso la sostenibilità, specifica Andrea Di Santo, richiede però oggi una visione a 360 gradi. Un tema fondamentale, per adeguarsi all’incremento del livello di consapevolezza da parte della società rispetto all’importanza del tema, che comincia, in questo senso, ad andare oltre la sola dimensione ambientale. “Mentre pre-Covid penso che la questione ambientale fosse predominante, la pandemia ha fatto da acceleratore rispetto ad alcune importanti dinamiche. In particolare, le persone hanno cominciato a farsi più domande rispetto alla propria qualità della vita, e questo ha fatto sì che si consolidasse un fenomeno rilevante: molti, infatti, hanno lasciato le aziende perché queste ultime non erano sostenibili, ma non in senso generale, bensì per sé stessi. Cercano un work life balance diverso, più adeguato. Questo è un fenomeno verso il quale le aziende devono mantenere un elevato livello d’attenzione, perché se è importante attrarre talenti, è altrettanto importante comprendere i cambiamenti nelle loro esigenze per riuscire a trattenerli. Dunque, credo che a partire dal post-Covid la sostenibilità a tutto tondo sia diventato un elemento ancor più importante, di cui essere coscienti e da declinare nella gestione operativa di tutti i giorni”. Parole che, d’altra parte, sono confermate dai dati: dall’ultima ricerca della Fondazione per la Sostenibilità Digitale emerge infatti come ben il 91% degli italiani intervistati ritenga importante aumentare il proprio livello di informazione sul tema della sostenibilità.

Stare al passo della trasformazione digitale

Nella gestione di tutti questi aspetti, la tecnologia digitale ha ed avrà un ruolo assolutamente fondamentale. “Un ruolo talmente importante, e talmente evidente, che ce ne accorgiamo soltanto quando il digitale manca”, ha commentato Andrea Di Santo.

Che si tratti di supportare obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale o economica all’interno delle aziende, infatti, secondo l’AD di Canon Italia, a oggi qualunque attività non può prescindere dalla tecnologia digitale. “Basti pensare a tutto il tema dell’economia circolare, del riuso: per poter gestire simili processi, devo poter essere in grado di tracciare i prodotti, e questo non è possibile senza l’utilizzo della tecnologia digitale. Dunque, digitale e sostenibilità sono talmente legati tra loro che credo sia impossibile pensare che la tecnologia non sia la base per azioni a supporto della sostenibilità ambientale”.

Allo stesso modo, le possibilità offerte dalla tecnologia sono molteplici anche rispetto all’organizzazione quotidiana del lavoro – dallo smart working ai molteplici strumenti digitali a disposizione dei lavoratori – con impatti potenzialmente positivi nella direzione della sostenibilità su più fronti. Anche in questo caso però, secondo Andrea Di Santo, fondamentale sarà la direzione che il management delle aziende saprà imprimere a questo cambiamento. “I tool ci sono. Faccio un esempio: attraverso la tecnologia è possibile fornire servizi di manutenzione da remoto. Questo consente di abbassare i costi, di non spostare fisicamente i tecnici e – nel contempo – il cliente beneficia di tempi di intervento più veloci. Una situazione win-win su tutti i fronti: per l’azienda, per l’ambiente e per il dipendente stesso, verso il quale c’è un impatto sociale potenzialmente positivo. Affinché questo possa accadere, tuttavia, è fondamentale che il management abbia una visione tale da comprendere la portata del cambiamento, e spingere, anziché fare da freno, verso questa direzione”.

Ed è dunque questa la visione da adottare per far sì che il digitale possa esprimere i propri impatti positivi sul business delle imprese. “Bisogna stare al passo”, spiega l’AD di Canon Italia, “perché, nello scenario attuale, ne va della competitività e del successo delle imprese. Quindi, il digitale ha un impatto concreto anche a livello economico per le imprese: se non se ne fa un corretto utilizzo, si ha un problema”.

Supportare la Sostenibilità Digitale per la competitività del Paese

Sostenibilità e digitale rappresentano due pilastri fondamentali che dovranno sempre più svilupparsi, e intrecciarsi, nelle imprese del nostro Paese: in un’ottica, dunque, di sostenibilità digitale. Un obiettivo sfidante, per raggiungere il quale, a un approccio attivo da parte delle imprese, dovrà affiancarsi anche un impegno concreto da parte delle istituzioni. “Dovrebbero, innanzitutto, ragionare in termini strategici sul tema della sostenibilità, ed a 360 gradi. Poi c’è la questione del digitale: si dovrebbe capire come questo rappresenti un’opportunità irrinunciabile per tornare ad essere competitivi. In Italia, infatti, abbiamo un costo del lavoro un po’ troppo alto rispetto agli altri Paesi, e la digitalizzazione è uno dei modi per abbassare questo costo. Per questo motivo, credo sia fondamentale che la Sostenibilità Digitale venga sostenuta con una strategia di lungo periodo, come chiave per la competitività del nostro Paese”.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here