I nuovi trend per la mobilità sostenibile nel 2022

Mobility as a Service, ripensamento degli spazi urbani, soluzioni innovative per la mobilità elettrica, IoT e Geofencing: vediamo, per il 2022, alcuni trend globali volti alla decarbonizzazione della mobilità

Immagine distribuita da Pixabay

Il 2022 sarà senza ombra di dubbio l’anno delle grandi trasformazioni, dirette ed indirette, nel settore della mobilità e dell’automotive. Ovviamente un fattore esogeno, quale è stato la pandemia da Covid19, ha comportato un tale shock del sistema a livello globale che ha ulteriormente accelerato le scelte di innovazione che molti attori pubblici e privati contavano di mettere in campo nei prossimi anni. A ciò si sono aggiunti altri fattori, come l’avvio delle nuove politiche europee in materia di ambiente e clima, e le stesse scelte dell’UE in materia di incentivi allo sviluppo delle batterie e dei veicoli dotati di mobilità elettrica.

In questo scenario, in parte sulla base delle scelte innovative interne al sistema, in parte per i fattori esogeni che sono stati appena citati, si stanno manifestando già oggi i primi segnali di una grande trasformazione in atto nel mondo dei trasporti e che vedrà già nel 2022 alcuni cambiamenti importanti basati su due direttrici: da una parte il cambio delle abitudini di consumo e degli stili di vita degli individui, dall’altra l’impegno degli stakeholder nel promuovere nuove soluzioni tecnologicamente più avanzate e performanti per la mobilità sostenibile.

Da questi aspetti, associati all’impegno globale per la riduzione dell’impatto delle attività umane sul clima, emergono alcuni trend globali volti alla decarbonizzazione della mobilità che riguardano in particolare quattro aspetti: mobilità condivisa, ripensamento degli spazi urbani, soluzioni innovative per la mobilità elettrica, IoT e Geofencing.

“Mobility as a Service” e nuovi scenari urbani

Secondo gli studi più accreditati, circa il 24% delle emissioni globali di CO2 oggi deriva dal settore dei trasporti. In Europa e negli Stati Uniti i trasporti incidono addirittura per quasi il 30% sulle emissioni complessive di gas serra. Dunque, promuovere una mobilità sostenibile significa contribuire a ridurre i gas serra che rappresentano la principale causa del cambiamento climatico.

La mobilità come servizio

Secondo le analisi presentate nel Mobility Futures 2030 Forecast di Kantar, “Il ciclismo sta guadagnando slancio in molte città di tutto il mondo, dato che le persone sono sempre più alla ricerca di modi di trasporto più verdi e sani. Città amiche della bicicletta come Parigi, Amsterdam e Copenaghen continuano a investire nei loro sistemi di bike-sharing e nell’espansione e nel miglioramento delle loro già estese reti ciclabili”. Le previsioni di Kantar, infatti, indicano per il 2030 una ripartizione nell’adozione dei differenti mezzi di trasporto pari al 7% per la bicicletta, del 10% per il transito a piedi, del 32% per il trasporto pubblico e del 46% per l’uso dell’automobile (con una flessione per quest’ultima pari al 10% rispetto al 2020).

Nel 2022 quindi si prevede, da parte di Kantar come dell’IEEE SA, una netta crescita dei sistemi digitali a supporto della MaaS (Mobility as a Service), ovvero la sempre maggiore diffusione di tutti quegli strumenti a supporto della “mobilità come servizio”. In questo scenario il mezzo di trasporto scelto, che sia un’auto condivisa, una bicicletta, il trasporto pubblico o un e-scooter, non fa più differenza. La mobilità diventa un servizio che viene noleggiato e pagato, se lo si desidera anche con sistemi di abbonamento online, l’importante è per l’utente che si tratti di un trasporto “green” tanto quanto efficiente in termini di qualità di servizio.

Queste soluzioni di mobilità condivisa, dal car-sharing al bike-sharing fino alle app per l’aggregazione dei differenti servizi di mobilità, contribuiranno fortemente dal 2022 fino al 2030 alla riduzione del parco macchine privato in circolazione ed attraverso i servizi di noleggio, a breve come a lungo termine, favoriranno anche la circolazione sempre maggiore di soli veicoli ad emissioni zero.

L’impatto sugli ambienti urbani

Tutto ciò avrà un impatto anche sulle funzioni e le strutture degli spazi urbani poiché, il combinato disposto tra le pratiche di smart working ed i servizi di Mobility as a service, spingeranno a mutare anche gli assetti delle nostre città. Infatti, come emerge dai trend descritti nel “Mobility Report 2022” curato dal Dott. Stefan Carsten del Zukunftsinstitut, oggigiorno solo il 20% di tutti gli spostamenti in autovettura in Europa inizia o finisce davanti alla propria abitazione, e ciò favorisce l’adozione di soluzioni di trasporto ad hoc che impattano sui servizi urbani. “L’architettura verde coinvolge anche la mobilità. In futuro – si legge nel rapporto – i parcheggi non domineranno più il paesaggio urbano. Invece, l’attenzione si concentrerà su concetti di condivisione”.

Sempre nel report presentato da Carsten si rileva che l’impatto sulla mobilità urbana riguarderà, soprattutto nell’ultimo miglio, il ripensamento della viabilità e degli spazi pubblici e che in quest’ambito città come Copenaghen e Amsterdam sono all’avanguardia. In particolare, stanno incentivando l’uso diffuso delle “cargo bike”, ripensando il transito dei veicoli per corrieri e dei veicoli per pendolari; soprattutto, stanno potenziando le infrastrutture come le piste ciclabili e le aree di interscambio per una mobilità multifunzionale.

La stessa visione è condivisa dall’Architetto e designer Carlo Ratti, accademico e direttore del Senseable City Lab presso il MIT di Boston, che ha evidenziato come nel caso di Singapore la capacità di pianificazione e lungimiranza del Comitato per il trasporto stradale autonomo di Singapore (CARTS) ha permesso alla città-stato nel 2022 di portare a termine una sperimentazione avviata nel 2016 relativamente ai veicoli a guida autonoma. Secondo il Professore del MIT, infatti, l’introduzione dei mezzi a guida autonoma stravolgerà il sistema di trasporto urbano e la città stessa come è stata finora concepita: “Dopo essere andati al lavoro – scrive Ratti – la maggior parte delle persone non ha bisogno che la loro auto sia parcheggiata fuori casa o in ufficio per tutto il giorno. Se quell’auto fosse a guida autonoma, potrebbe passare il suo tempo inattivo dando passaggi a membri della famiglia, vicini, conoscenti o chiunque altro in città”. Il MIT, Senseable City Lab, stima che la transizione alle auto condivise e senza conducente potrebbe consentire a Singapore di eliminare circa l’80% dei suoi 1,3 milioni di posti auto. Il nuovo terreno disponibile potrebbe stimolare una reimmaginazione delle aree residenziali, con i marciapiedi allineati non con file di auto e parchimetri, bensì con posti a sedere all’aperto per ristoranti, parchi giochi e giardini in miniatura. Lo spazio potrebbe anche essere dedicato a stazioni di ricarica per veicoli elettrici, aree di carico e scarico per i servizi di consegna per l’e-commerce, e aree di parcheggio per scooter e biciclette “condivise”.

La mobilità elettrica sarà innovativa e condivisa

Nel 2022 vedremo sempre di più affermarsi il ruolo di diversi player dei settori dell’energia e dell’automotive, grandi e piccoli, e la convergenza tra le loro soluzioni per uno sviluppo innovativo e flessibile dei sistemi di mobilità non solo nelle aree urbane. Ed in questo scenario, grandi player nazionali come Eni ed alcune innovazioni provenienti dal mondo dell’auto di Torino, fanno dell’Italia un centro all’avanguardia per alcune soluzioni digitali e sostenibili.

Ad esempio, in Italia Eni, dalla fine del 2021 sta già lavorando alla trasformazione delle proprie stazioni di servizio in un’ottica di supporto alla mobilità elettrica e per l’offerta di nuovi servizi al cliente connessi non soltanto alla sfera della mobilità. In quella logica già citata di ripensamento del trasporto urbano ed extraurbano, Eni ha scelto di trasformare le proprie Eni Live Station da stazioni di servizio in “mobility point”, ovvero centri dedicati alla mobilità (soprattutto elettrica), alla persona ed alla vettura. Ciò favorirà, innanzitutto, la conversione delle aree di rifornimento in spazi multiservizio che tramite app e colonnine (attive h24 con i servizi interamente gestiti in cloud per tutte le 4.000 stazioni di servizio) consentiranno pagamenti di bollettini ed altri servizi postali, ma anche l’offerta in app di servizi specifici riservati al singolo cliente e nuovi servizi tramite telepass anche per i pagamenti cashless. Inoltre, questi ambienti “ibridi” consentiranno anche l’interscambio tra diversi servizi di mobilità, in particolare per l’uso del carsharing Eni “Enjoy” il cui parco vetture l’azienda sta progressivamente dotando di sole vetture elettriche. Infine, la congiunzione tra gli Eni mobility point ed il carsharing di Eni sta favorendo lo sviluppo non solo delle colonnine elettriche per la riscarica “fast” ed “ultrafast”, ma anche la diffusione di sistemi di ricarica per l’idrogeno (grazie alla partnership con Air Liquide) e sistemi di “battery swapping” grazie ad una partnership con XEV cars. In particolare, la partnership con XEV consentirà da un lato di agevolare la diffusione dei sistemi di scambio batteria, dall’altro, consentirà l’uso del servizio di carsharing con le nuove vetture per i sedicenni, che offrono sicurezza ed ampliano la platea del trasporto full-electric nelle aree urbane.

IoT, convergenza delle reti e Geofencing

A completamento di questa nuova visione della mobilità sostenibile, sia con mezzi pubblici sia con vetture private, a partire dal 2022 vi sarà, secondo gli esperti, una sempre più massiccia diffusione dei sistemi di raccolta e gestione dei dati, soprattutto di quelli connessi direttamente alle vetture e alle loro condizioni d’uso, al fine di renderli mezzi sempre più adatti ad un uso rispettoso dell’ambiente e flessibile rispetto alle esigenze degli utenti.

In questo l’Internet of Things (IoT) sarà fondamentale, poiché in futuro collegherà miliardi di dispositivi, dagli smartphone agli impianti di riscaldamento fino alle stesse automobili, assumendo quindi un ruolo centrale anche nelle pratiche di mobilità. Nel prossimo futuro chiunque, inserendo un tragitto in un’app di mobilità, mediante un software che è in rete con tutti i sistemi di trasporto ed i fornitori di servizi, riceverà la combinazione ideale di mezzi di trasporto adattata a seconda del giorno, dell’ora o del carico. L’intelligenza artificiale, analizzando i “Big Data“, potrà conoscere le esigenze dei singoli cittadini e regolare in modo flessibile l’assegnazione tra strade e piste ciclabili a seconda dell’ora del giorno. In futuro enormi quantità di dati viaggeranno tra conducenti, veicoli, produttori, centri di servizio e infrastrutture comunali, e la protezione dei dati e le connessioni sicure avranno un ruolo decisivo.

Parimenti, prenderanno sempre più piede i sistemi di geofencing nelle aree urbane, come dimostra anche la sperimentazione conclusasi a Torino a fine 2021, in collaborazione con Stellantis la quale ora punta a diffonderne l’impiego. Si tratta, infatti, del progetto “Turin Geofencing Lab”, mediante il quale l’impiego di specifici sensori sul veicolo consentiva di monitorare in tempo reale l’uso di sistemi elettrici per lo spostamento nelle aree ZTL e non solo. Il sistema geofencing è stato anche adottato già su alcuni modelli di veicoli Ford, in particolare sulla gamma plug-in hybrid destinata al mondo del lavoro. L’obiettivo del sistema è quello di consentire il passaggio automatico dal motore a combustione all’elettrico non appena la vettura varca un’area di geofencing all’interno di aree sensibili della città. Ciò consente non soltanto nelle aree ZTL di passare in automatico all’elettrico per accedervi, ma potrebbe essere applicato anche ad aree volutamente delimitate virtualmente come quelle in prossimità di scuole o ospedali. Questo renderebbe possibile sia ridurre le emissioni di gas serra, ma anche di ridurre drasticamente i rischi per la salute dei soggetti più fragili nella popolazione.

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