Misurare la Sostenibilità, con l’aiuto del Digitale: intervista a Massimo Bollati

La sostenibilità è un tema con il quale oggi ogni azienda deve necessariamente confrontarsi. Tuttavia, bisogna renderla misurabile: ed è qui (e non solo) che il ruolo del digitale per la sostenibilità diviene fondamentale, come spiega Massimo Bollati, Direttore per la Trasformazione Digitale presso l’Agenzia del Demanio – Ministero Economia e Finanza

Sostenibili, volenti o nolenti

L’attenzione verso il tema della sostenibilità è ancora principalmente ambientale, ma la mia sensazione è che, soprattutto negli ultimi anni, si stia capendo che anche la dimensione sociale sia assolutamente rilevante”, spiega Massimo Bollati in apertura della sua intervista, rendendo conto di una sempre maggiore presa di consapevolezza rispetto l’importanza di un elemento che, oggi più che mai, è diventato imprescindibile per qualsiasi azienda o pubblica amministrazione.

Una presa di consapevolezza che, tuttavia, non è maturata in maniera improvvisa, ma è il frutto di un percorso sul quale ha inciso l’intervento di alcuni fenomeni particolarmente rilevanti. “Arriviamo da anni in cui, già nel periodo pre-pandemia, i temi legati alla sostenibilità, indirizzati dall’Agenda 2030, erano già molto caldi”, continua Bollati, “Tuttavia, abbiamo visto in particolare tre fenomeni illuminanti per una maggiore presa di consapevolezza su queste tematiche, non solo nelle aziende, e quindi a livello di management, ma anche a livello individuale, per ognuno di noi. Il primo è senz’altro l’azione di un movimento giovanile particolarmente forte ed ispirato che, un po’ in tutto il mondo, ha messo questi temi al centro dell’agenda, anche con toni spesso accesi. Il secondo è quello legato all’emergenza che abbiamo vissuto: veniamo ormai da tre anni di pandemia che, se è vero non è direttamente collegata ai temi della sostenibilità, è senza dubbio un fenomeno in grado di far riflettere su quello che è il ruolo dell’essere umano nell’ecosistema in cui vive. Ultimo punto, non per importanza, è che ormai da qualche anno, e quest’anno in Italia in modo particolare, viviamo sulla nostra pelle gli effetti dei cambiamenti climatici. Insomma: direi che se ci fosse stato ancora un minimo spazio di perplessità, credo che ogni azienda, ogni manager, debba oggi confrontarsi con questi temi. Volenti, o nolenti”.

Quest’ultima frase riassume in maniera efficace il pensiero di Massimo Bollati in merito all’attuale approccio delle imprese sulle tematiche della sostenibilità che, lontano dall’essere sempre spontaneo, è spesso guidato da altri fattori, in particolar modo economici e di business. “Da un lato, ci sono aziende che hanno sviluppato, o comunque trasformato il proprio modello di business nell’ottica di una maggiore sostenibilità, indipendentemente dalle richieste del mercato. Dall’altro, invece, ci sono quelle che sono state ‘costrette’ dal mercato ad adeguarsi: è chiaro che se gli individui, i consumatori, diventano sempre più sensibili su questi temi e la loro domanda va in quella direzione, le aziende debbano cavalcare un po’ l’onda”.

In altre parole, l’attenzione dei consumatori è in grado di guidare gli investimenti delle imprese verso una maggiore sostenibilità: ciò significa che la dimensione economica legata a queste tematiche è spesso indirizzata dall’azione del mercato. Questo è un aspetto particolarmente significativo, soprattutto in quanto, come spiegato da Massimo Bollati, quello economico rappresenta un fattore molto delicato, in grado di incidere sull’approccio delle imprese in tema di sostenibilità: “veniamo da un retaggio nel quale, in ogni caso, ogni euro di investimento o di spesa deve riuscire quanto meno a raggiungere il Break Even Point, e dare anche un solo euro di ritorno. Dunque, credo che tutte le aziende stiano oggi valutando con estrema attenzione il fatto che l’attenzione sui temi della sostenibilità possa avere anche un impatto economico positivo. È chiaro che, in questo senso, mentre uno Stato o un Governo si può permettere di investire e sostenere dei costi sui temi della sostenibilità anche senza che ci sia un ritorno economico, non è detto che tutte le aziende possano fare altrettanto. Insomma, è una partita complessa, ma che deve essere giocata”.

Misurare la Sostenibilità (Digitale)

Nelle aziende, tuttavia, sono stati fatti dei significativi passi in avanti per un più concreto approccio su queste tematiche. In particolare, “l’aver introdotto delle funzioni di governance specifiche, e l’aver nominato delle figure apposite che si occupano di questo tema, è senz’altro un elemento positivo. L’importante, però, è che queste funzioni non diventino delle ‘isole’: ciò significa che le tematiche ESG e della sostenibilità devono essere governate, all’interno delle imprese, in parallelo con le tematiche di business. Questa è una leva di governance fondamentale, e credo si riscontri oggi soprattutto nelle realtà più evolute”.

Inoltre, ha spiegato ancora Bollati, un altro elemento decisivo per rendere fattiva l’attenzione verso la sostenibilità, è quello di tradurre qualsiasi iniziativa, qualsiasi proposito in questa direzione in obiettivi realmente misurabili. Ed è qui, nell’ambito della misurazione, che il ruolo del digitale si fa particolarmente strategico, tanto per le aziende, quanto per le Amministrazioni pubbliche. “Se assumiamo che la sostenibilità deve essere necessariamente misurata, il digitale è lo strumento che meglio si presta in funzione di questo obiettivo. All’Agenzia del Demanio, per esempio, abbiamo sviluppato degli indicatori per la sostenibilità che utilizziamo per i nostri immobili: l’idea è che gli immobili pubblici, essendo luoghi in cui le persone passano la maggior parte del tempo lavorativo, non solo devono essere vivibili, ma anche pienamente sostenibili. Ecco, il digitale ha un ruolo centrale nel favorire questa sostenibilità, sia nell’adozione di soluzioni legate al mondo del Sustainable Building, sia nella misurazione, poi, degli effetti di questa sostenibilità. Tutto questo assume ancora più importanza se consideriamo che gli immobili pubblici, oltre ad essere utilizzati dalle Amministrazioni, sono anche dei luoghi ‘restituiti’ alla cittadinanza, ed è quindi fondamentale tenere conto di questi aspetti”.

Digitale per la sostenibilità, Digitale sostenibile

Quello del digitale in funzione della sostenibilità, secondo Bollati, è un ruolo assolutamente centrale. Allo stesso tempo, però, è anche complesso nei suoi effetti: infatti, quando si considera la relazione esistente tra questi due elementi, e si ragiona in termini di Sostenibilità Digitale, non si può parlare soltanto del digitale come strumento per la sostenibilità, ma occorre considerare anche la sostenibilità del digitale stesso. “Ci sono due macro-temi: da un lato la sostenibilità del digitale, e quindi le scelte relative alle infrastrutture, in termini di data center, di reti, di modalità di alimentazione di queste infrastrutture: questo credo sia un mondo ancora tutto da valutare e da presidiare, anche in Italia. Dall’altro lato, c’è invece il campo delle possibili applicazioni della tecnologia e del digitale sulle tematiche della sostenibilità. Ecco, qui penso che il grande vantaggio offerto dal digitale sia che, ad oggi, non ha confini in termini di possibili applicazioni: ci sono talmente tante e tali opportunità che non le abbiamo ancora del tutto esplorate. Basti pensare, per fare un esempio, alla possibilità di digitalizzare parti di filiere fisiche andando a ridurre drasticamente l’impatto ambientale ad esse collegato, a patto che, ovviamente, le tematiche infrastrutturali e di consumi energetici siano adeguatamente governate. Dunque, si può dire che ovunque il digitale possa essere implementato si può avere un impatto positivo: in altri termini, il digitale e la sostenibilità sono due facce della stessa medaglia.

Le sfide per le Istituzioni

La Sostenibilità Digitale offre quindi una grande opportunità per il futuro del Paese: quella di cogliere i benefici generati dalla digitalizzazione e dalla trasformazione digitale per affrontare al meglio le sfide sulla strada per lo sviluppo sostenibile. In funzione di questo obiettivo, e dunque nell’indirizzare questo percorso, le Istituzioni avranno un ruolo decisivo. Tuttavia, secondo Massimo Bollati, ciò richiede di superare alcuni rilevanti problemi riscontrabili nel nostro Paese. “Credo che con il PNRR e con il Piano Digitale per la Pubblica Amministrazione 2026 si sia fatto molto, e quindi le possibilità ci sono. Tuttavia, in Italia c’è una problematica di execution, relativa all’effettiva messa a terra e realizzazione dei progetti in tempi veloci: per questo penso che la Pubblica Amministrazione e gli enti economici dovrebbero dotarsi di professionisti del mondo digitale, dell’IT, che abbiano la capacità di tradurre nel pratico questi progetti.

Inoltre, penso che l’Italia debba oggi accelerare molto dal punto di vista della formazione. Io non credo che la digitalizzazione elimini posto di lavoro, ma li trasforma, ed offre rilevanti opportunità per il nostro futuro. Cogliere queste opportunità passa però dallo sviluppo delle necessarie competenze digitali, e questo è un ambito in cui bisogna investire, per garantire un futuro sostenibile a tutto il Paese”.

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