10 minuti con … Comunità energetiche

La comunità energetica sfrutta le risorse delle tecnologie digitali per usare l’energia in modo sostenibile, ottimale e consapevole. Per chi ne vuole sapere di più, ecco come dedicare 10 minuti (o 10 ore) per approfondire questi temi

Immagine distribuita da Vecteezy con licenza CCO

La ‘comunità energetica’ sfrutta tutti i dati raccolti dai dispositivi domestici e urbani – attraverso i sensori e le risorse dell’Internet of things – per usare energia in maniera (il più possibile) sostenibile. Attraverso le nuove tecnologie digitali, i cittadini della comunità hanno piena consapevolezza dei propri consumi, e monitorano i processi energetici con una gestione attiva e partecipata.

In questo contesto, gli utenti e residenti hanno un controllo totale, decentralizzato – e quindi ‘democratico’ – di quello che è il loro rifornimento energetico, e lo regolano in base alle esigenze collettive del centro urbano. Questo uso evoluto e virtuoso dell’energia permette di ottimizzare le risorse, e quindi allo stesso tempo di ridurre i consumi, gli sprechi, l’inquinamento e le emissioni di CO2. In questo senso, anche le comunità energetiche possono rappresentare un tassello utile e funzionale per comporre il grande puzzle della decarbonizzazione, e verso un futuro Low e Zero Carbon.

Non esiste un modello standard: la comunità energetica è una realtà flessibile e può variare per strutturazione e funzionamento in base al contesto economico, ambientale e socio-culturale in cui si sviluppa. La comunità potrebbe essere locale o interessare aree più ampie; potrebbe poi trattarsi di un sistema totalmente autosufficiente o dotato solo di singole istallazioni – per esempio pannelli fotovoltaici – per la produzione da fonti di energia rinnovabile, come quella solare. Per chi ne vuole sapere di più, suggeriamo una piccola panoramica di fonti d’informazione su questo mondo in piena evoluzione.

Navigando online, si possono cercare contenuti ad esempio sul sito web dell’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile, che realizza anche il ‘Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica’, e nel ‘National Inventory Report’ dell’Ispra, che ha anche un sito web molto interessante.

Costruire una società e comunità sostenibili

Sempre sul web, articoli e approfondimenti si trovano sulle pagine dell’agenzia di stampa Ansa, in particolare all’interno del canale dedicato ad ambiente, energia e clima, e sul periodico ‘green’ Nuova Energia come anche su un’altra testata del settore, Quotidiano Energia.

Per quanto riguarda libri e pubblicazioni che trattano questi temi, si può fare riferimento a ‘Il mondo rinnovabile’, scritto da Valeria Termini e pubblicato da Luiss University Press, mentre Edizioni Codice ha pubblicato in Italia ‘Una cura per la Terra. Manifesto di un ecopragmatista’, scritto da Brand Stewart, mentre Il Mulino ha realizzato ‘Energia e clima. L’altra faccia della medaglia’, scritto da Alberto Clò.

Una pietra miliare sul mondo che comprende energia, centri urbani e sostenibilità è ‘Building a sustainable society’, scritto nel 1982 da Lester Brown, fondatore e direttore del World Watch Institute, ed era pensato come un appello alla decarbonizzazione per la nazione americana che stava iniziando a superare la crisi petrolifera della metà degli anni Settanta.

Comunità energetiche, resilienza e consumo  consapevole

 Nel 2002 esce ‘Dalla culla alla culla’, nel quale i due autori, William McDonough e Michael Braungart, disegnano uno scenario opposto a quello del ‘vecchio’ sistema lineare di produzione e consumo energetico: con edifici paragonati agli alberi perché producono più energia di quella che consumano e purificano le acque di scarico. Un’opera visionaria, come quella di un altro volume in inglese: ‘Sharing cities: a case for truly smart and sustainable cities’, pubblicato da The Mit Press.

Il centro di studi e ricerche Energy & Strategy Group, del Politecnico di Milano, realizza ogni anno il suo ‘Electricity market report’, nel quale viene ampiamente trattato anche il tema delle comunità energetiche, in cui “la collaborazione attiva tra operatori di sistema permette l’aumento della resistenza della rete”, rilevano gli ingegneri dell’Energy & Strategy Group: “coinvolgendo tutti i cittadini di un centro urbano, infatti, è più semplice aggregare dati di domanda e risposta, dunque gli operatori di sistema possono sfruttare una maggiore flessibilità dei dati. Uno dei fini fondamentali di queste comunità è, del resto, quello di migliorare la resilienza del sistema stesso”.

Tecnologie, comunità energetiche e riduzione della CO2

Altri riferimenti sempre ricchi di spunti e informazioni – anche sulle piattaforme Twitter e Instagram – possono essere quelli di Energia & Clima Italia (@climaitalia), QualEnergia.it (@qualenergia.it), Legambiente (@legambiente), e anche di Greenpeace Italia (@greenpeace_ITA).

Leggendo, tra notizie flash e interventi più approfonditi, gli esperti del settore spiegano ad esempio che in un edificio di una comunità energetica “le tecnologie permettono la gestione e l’analisi dei dati sul riscaldamento, la ventilazione e l’aria condizionata della casa; ogni dato non tiene conto solo dei consumi del singolo, ma dei consumi della comunità”. Attraverso il tracciamento dei consumi energetici e la condivisione costante di informazioni con l’intera rete, gli elettrodomestici sono gestiti in modo intelligente: in situazioni di sovraccarico, i dispositivi sono messi in pausa o disattivati per non aggravare il consumo energetico complessivo della rete. “Tutto ciò porta più efficienza, più sostenibilità, meno inquinamento e CO2, e meno costi”.

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