Lorenzo Mineo: il ruolo di utility e “prosumer” nella necessaria transizione energetica

Intervista a Lorenzo Mineo, VP Power & Systems di Schneider Electric su come accelerare la transizione energetica e su come cambia il ruolo delle utility

Immagine distribuita da Crushpixel con licenza CCO

In un contesto energetico sempre più complicato, con costi sempre più elevati ed aziende e cittadini in difficoltà , serve capire come si può accelerare la transizione energetica e come cambia il ruolo delle utility. Si può fare qualcosa fin da subito, anche distaccandosi dal ruolo specifico del distributore di energia, guardando anche agli scenari di più lungo periodo? Lo abbiamo chiesto a Lorenzo Mineo, VP Power & Systems di Schneider Electric.

Lorenzo Mineo, VP Power & Systems di Schneider Electric

“Noi lavoriamo molto con le utility, per noi è un settore fondamentale, a maggior ragione con gli investimenti del recovery fund”, spiega Mineo: “Le utility sono di fatto dei distributori energetici e di servizi: di energia elettrica soprattutto, ma anche di gas e di acqua. Storicamente investono sulla parte hardware, infrastrutturale, ma più passa il tempo e più la simbiosi tra digitale e sostenibilità fa sì che gli investimenti vadano verso delle soluzioni più moderne,  digitali e di piattaforma. Per questo motivo uno dei nostri obiettivi è quello di lavorare  in partnership con le utility per far sì che si possa investire  in maniera più coraggiosa, su progetti innovativi.

Come si può nella pratica accelerare la transizione energetica e raggiungere una maggiore indipendenza da gas e combustibili fossili, quanto mai necessaria non solo per l’ambiente, ma anche alla luce di scenari internazionali sempre più volatili?

Tutto è basato sulla tecnologia. Il mondo è sempre più elettrico e quindi bisogna continuare a lavorare sull’efficienza di tutti gli apparecchi, ma anche in ambito di produzione e distribuzione di energia”, puntualizza Mineo: “Oggi l’energia elettrica italiana viene ancora prodotta per un 40% dal gas e in pari quota dalle rinnovabili: in uno spazio temporale al 2030, che è anche l’orizzonte fissato dal piano europeo Repower EU, prevediamo uno sbilanciamento a favore delle rinnovabili, un aumento dei consumi ma limitato dall’efficientamento energetico e pertanto  continueranno a servire sempre più prodotti e sistemi innovativi.”

Secondo Mineo, questo percorso potrà portare alla realizzazione di una moltitudine di impianti di produzione di energia elettrica piccoli e delocalizzati sul territorio, con la logica conseguenza di stressare e saturare la rete elettrica esistente. Nonostante la rete elettrica italiana sia matura, il funzionamento intermittente dei tanti impianti rinnovabili che verranno realizzati rende necessario una gestione smart e digitale dell’intero ecosistema energetico.

Esistono nuovi player e, se sì, che ruolo possono avere questi nuovi operatori del settore energetico nel sostenere la transizione verso le energie pulite?

“Sì, si parla molto di comunità energetiche e di “Prosumer”, nuovi player che consumano e producono energia contemporaneamente ed essendo collegati alla rete. Se gestiti in maniera opportuna, possono favorire il bilanciamento dei carichi e quindi della rete stessa. La tecnologia esiste con referenze fuori dal nostro Paese (per esempio negli Stati Uniti e nei Paesi nordici), pertanto per accelerare questa transizione si rendono necessari quanto prima un piano regolatore e una legislazione in grado di incentivare adeguatamente questi nuovi operatori.”

REPowerEU, di cosa si tratta? E in che modo l’Ue può interrompere la dipendenza dal gas e in generale dai combustibili fossili?

“È un piano con una visione al 2030 della Commissione europea, che ha come obiettivo quello di rendersi il più indipendenti possibile dalla fonte primaria di energia che è oggi il gas, e si basa sui concetti di risparmio e di aumento dell’efficienza.”

Meglio un kilowatt in meno, ma green…

“Come anticipato, servirebbe un piano incentivante (il Recovery Fund ne fa parte), in simbiosi con una burocrazia più snella, per accorciare i  tempi di realizzazione degli impianti. In questo ambito notiamo un trend di crescita importante degli “edifici del futuro(smart building), caratterizzati da una gestione digitale di tutti i vettori energetici (raffrescamento, riscaldamento ed elettricità) e in grado di autosostenersi grazie a impianti fotovoltaici a tetto, microturbine eoliche e pompe di calore per rendersi indipendenti dal gas. Esistono anche nuovi tipi di investimento digitali, che vanno ad operare sulle logiche di funzionamento, Ma purtroppo al momento sono ancora troppo poche le  utility che investono in tal senso.”

Insomma, Schneider Electric sostiene tutte queste esigenze e la trasformazione di questo difficile scenario energetico. Ma come può essere partner del Paese e delle sue utility per una nuova strategia energetica pulita e basata sul digitale (elettricità 4.0)?

“Schneider Electric, pur continuando a investire una quota considerevole del proprio turnover in ricerca e sviluppo di prodotti, negli ultimi anni ha acquisito molte società di software. Oggi possediamo offerte digitali che aiutano i nostri clienti tanto in fase di progettazione quanto nell’ esecuzione del progetto: in tal senso citerei la società ETAP, che sviluppa algoritmi per il dimensionamento elettrico e una serie di applicazioni specifiche per le varie tipologie di business. Per quanto riguarda la gestione di impianti e asset proponiamo l’Advanced Distribution Mangement System (ADMS) un software per la gestione delle reti molto complesse e ampie.

Ci terrei inoltre ad evidenziare una nuova piattaforma denominata Autogrid Flex,  una sorta di  anello di congiunzione tra chi produce energia elettrica, chi la distribuisce e il mercato, cioè noi cittadini. Si tratta di un software estremamente articolato, che abilita i già citati “prosumer” e comunità energetiche a operare nell’intero contesto della rete italiana. Abbiamo referenze per ognuno di questi software e abbiamo come obiettivo la realizzazione di qualche impianto pilota nel territorio italiano. I progetti pilota rappresentano un tema importante, nei quali una società come la nostra può e deve investire anche in partnership con le utility.”

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here