La lente della Sostenibilità Digitale su progetti presenti e futuri: intervista a Fabrizio Pedranzini

Il nuovo ospite della rubrica CIO 4 Sustainability è Fabrizio Pedranzini, Direttore dell'Area dei Servizi ICT del Politecnico di Milano e Responsabile per la Transizione Digitale dell’Ateneo

È Fabrizio Pedranzini, Direttore dell’Area dei Servizi ICT del Politecnico di Milano e Responsabile per la Transizione Digitale dell’Ateneo, l’ottavo ospite della rubrica CIO 4 Sustainability. Sempre attento alle tematiche di integrazione dei sistemi, in collaborazione con gli Enti governativi ha promosso e coordinato tavoli di lavoro e progetti per lo sviluppo di servizi nel comparto universitario e l’adozione delle piattaforme abilitanti. Sul tema della sostenibilità sta affrontando con particolare interesse l’integrazione dei sistemi ICT con le piattaforme di progettazione BIM e di facility management del patrimonio edilizio.

Tecnologia e sostenibilità, un binomio inscindibile

Il digitale e l’innovazione tecnologica sono sempre più in grado di abilitare importanti cambiamenti ed esserne il motore all’interno delle aziende e delle organizzazioni. A fronte di ciò diventa necessario il coinvolgimento diretto del CIO anche se non sembra ancora esserci, in termini generali, una piena consapevolezza di quanto il suo ruolo possa rappresentare un elemento fondamentale, di snodo e  congiunzione, tra due mondi ormai inscindibili: quello della trasformazione digitale e quello della sostenibilità.

D’altro canto, secondo Fabrizio Pedranzini, solo recentemente ha iniziato a svilupparsi consapevolezza sul ruolo della Sostenibilità Digitale, rispetto alla quale è necessario attivare iniziative specifiche di sensibilizzazione e di coinvolgimento degli stakeholder che risultano rilevanti sia per l’avvio di iniziative che per la realizzazione di interventi.

E’ necessario infatti far sì che i progetti vengano impostati tenendo sin da subito presente il punto di vista della sostenibilità digitale e valorizzandone le possibili implicazioni e sinergie rispetto ad altri interventi, anche riferiti ad ambiti differenti.

Tale approccio consente l’individuazione di aree di possibile miglioramento sia dell’infrastruttura e dei servizi, che dei comportamenti delle persone, ottenendo al tempo stesso un uso più efficiente dell’energia. “Per fare un esempio, il fatto di consentire la prenotazione delle sale riunioni gestendone il microclima e l’illuminazione sulla base dell’occupazione e delle preferenze degli utenti, permette ottimizzare i flussi energetici e, contemporaneamente, determina un migliore livello di comfort per il fruitore finale. Ogni volta che si esegue un intervento, è buona norma pensarlo in un’ottica che permetta di raccogliere, integrare e configurare un sistema che sia sostenibile”.

La sensibilità verso questi temi ha comunque avuto negli ultimi anni un significativo impulso per effetto di eventi che hanno marcatamente condizionato sia le nostre vite individuali che gli scenari sociali ed economici, basti pensare alle conseguenze della pandemia e della crisi energetica determinata dal conflitto ancora in corso.

Tali eventi hanno infatti contribuito ad evidenziare l’importanza, nella vita quotidiana di tutti noi, dei servizi ICT e delle infrastrutture preposte alla loro erogazione. “Quanto accaduto ci ha costretti a trovare nuovi paradigmi di lavoro, di svolgimento delle attività e di erogazione dei servizi, individuando differenti usi degli spazi e delle risorse e costringendoci a prendere atto di una nuova normalità, basata anche su tecnologie rese disponibili in modo pervasivo grazie all’impulso emergenziale. Ciò ovviamente non vale solo per le implicazioni dello smartworking, basti pensare, in ambito didattico, alle opportunità formative offerte dalle nuove tecnologie e dagli strumenti collaborativi.”

Al tempo stesso, l’effetto della recente crisi energetica ci ha portato a guardare con maggiore attenzione non solo agli sprechi e alla necessità di cambiare comportamenti delle persone, ma anche alla necessità di adottare un differente approccio progettuale. “Abbiamo capito che l’edificio non è costituito solo da muri ed impianti, ma anche da sottosistemi complessi che per garantire una gestione ottimale e sostenibile dei flussi energetici e dei servizi richiedono un’elevata integrazione con l’uso di tecnologie avanzate. Ciò con riferimento sia alla raccolta di informazioni dal campo che alla loro elaborazione per la realizzazione di digital twin di supporto alla gestione degli edifici, non solo di carattere operativo ma anche legata all’implementazione di sofisticate policy energetiche“.

Ciò tuttavia non basta, è necessario sviluppare un approccio che supporti tutte le fasi del ciclo di vita del costruito, integrando piattaforme BIM di progettazione con sistemi di facility management per una gestione ottimale e sostenibile delle attività manutentive.

Innovazione a supporto della sostenibilità sociale

L’aspetto fondamentale è che le tecnologie, in particolare quelle legate ai servizi ICT, vengano metabolizzato da tutti come parte integrante della quotidianità. Il fatto raccogliere dati, anche molto dettagliati e saper applicare algoritmi di data mining o modelli di intelligenza artificiale che permettono di trarre delle informazioni significative per supportare l’innovazione tecnologica nella vita di tutti i giorni, sono quindi aspetti di cruciale importanza, anche per le implicazioni sul trattamento di dati personali. “Siamo in una fase molto stimolante, nella quale conta molto anche la creatività e la capacità di cogliere (e far cogliere) le opportunità che offre un panorama tecnologico in continua evoluzione” spiega Pedranzini, “A mio parere stanno emergendo numerosi spunti che ci permetteranno di realizzare in modo sostenibile servizi  innovativi a supporto delle attività delle persone. A esempio usando nelle aule opportuni sensori che consentano non solo di ottimizzare i flussi di riscaldamento/raffrescamento in base al numero dei presenti, ma anche di supportare le ricerca di aule con caratteristiche di occupazione specifiche (ad esempio silenziose e con pochi occupanti)”.

La qualità del lavoro è una delle dimensioni più importanti della sostenibilità, e la percezione di questa diventa essenziale, all’interno delle politiche aziendali, come propulsore di nuove opportunità. Seguire misure sostenibili, in tal senso, influenza positivamente e a lungo termine l’organizzazione interna, generando miglioramenti sia a livello economico che d’immagine dell’azienda stessa.

“Dal punto di vista sociale, dunque, è fondamentale mettere le persone in condizioni tali da poter lavorare senza particolari vincoli di tempo e spazio, e di poter svolgere la propria mansione in modo sicuro all’interno di un contesto che non è necessariamente legato all’ambiente lavorativo fisico”. Il punto di vista di Pedranzini è chiaro: sfruttare meglio gli spazi, utilizzandoli in modo differente. Privilegiando una progettazione architettonica più funzionale e garantendo all’interno dell’azienda una maggiore flessibilità e fluidità. Tutto questo coniugato al fatto che ci sono attività lavorative che possono essere svolte a casa o in altri luoghi, consentendo dunque di limitare anche gli spostamenti. Riuscire a far spostare meno le persone, facendole lavorare in altri contesti, e magari anche in modo più soddisfacente, può generare quindi un impatto sociale altamente positivo. I potenziali vantaggi dello smart working in termini di sostenibilità, dunque, non sono pochi: oltre al risparmio di tempo e di costi di spostamento, può abilitare un miglioramento del work-life balance del lavoratore. Ma non è tutto, perché il minor numero di persone che raggiunge il posto di lavoro comporta, allo stesso tempo, un notevole risparmio energetico per le aziende, oltre che un’ottimizzazione degli spazi.

Sostenibilità digitale e consapevolezza


È fondamentale, quindi, acquisire consapevolezza di come le tecnologie ICT permettano di progettare, realizzare e governare sistemi anche molto sofisticati e complessi, salvaguardandone al tempo stesso la sostenibilità.

Secondo Pedranzini “E’ importante riuscire a cogliere e far comprendere quale siano i vantaggi di una soluzione che tenga conto degli aspetti legati alla sostenibilità digitale rispetto a una che invece li trascuri e far percepire che potrebbe essere win-win per tutti, sia per i servizi erogabili che per i costi e gli aspetti di sostenibilità. E’ fondamentale però essere concreti e cercare di individuare da subito possibili ambiti ai quali applicare questo approccio facendone percepire le potenzialità. In aggiunta alla gestione integrata del patrimonio edilizio, complessa e marcatamente interdisciplinare, si possono facilmente individuare altri spunti di interesse, che coinvolgono ulteriori contesti di intervento”.

Da un punto di vista strettamente legato all’ambito dei sistemi informativi, sarebbe opportuno porre maggiore attenzione ad una corretta gestione del ciclo di vita delle informazioni, garantendone la sostenibilità attraverso la memorizzazione delle sole informazioni necessarie e limitatamente al tempo previsto dal loro “piano di conservazione”. Troppo spesso infatti osserviamo un ingente spreco di risorse per l’archiviazione di informazioni inutili o addirittura eccedenti rispetto alla minimizzazione prevista dal GDPR.

Dovremmo poi porre attenzione alla sostenibilità delle scelte architetturali effettuate per lo sviluppo e l’erogazione dei servizi, valutando opportunamente gli strumenti e le infrastrutture impiegate. In tal senso potrebbe essere di grande utilità anche un supporto normativo e regolatorio che agevoli il procurement in ottica sostenibile”.

“Non va però trascurato” conclude Fabrizio Pedranzini “un ultimo aspetto di grande importanza per garantire che l’approccio proposto venga recepito ed applicato: le attività di formazione e sensibilizzazione. Si tratta infatti di un cambiamento culturale che deve essere pervasivo e che deve portarci a considerare le tematiche di sostenibilità in modo spontaneo e naturale. A tal fine possono giocare, per loro natura un ruolo fondamentale le università, con riferimento sia alla formazione di nuove figure professionali con focalizzazione specifica che all’attività di aggiornamento in ottica di Lifelong learning, fondamentale per garantire una continua crescita in un contesto in rapida evoluzione”.

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