Le sfide della sostenibilità sociale passano per un diverso approccio ai dati: intervista a Piero Pelizzaro

Il nuovo ospite della rubrica CIO 4 Sustainability è Piero Pelizzaro, Direttore dell’Officina per la Rigenerazione dell’Immobile Pubblico all'interno dell'Agenzia del Demanio

Anche se non mancano alcune sfide e nodi da sciogliere, gli obiettivi della sostenibilità passano oggi sempre più da un utilizzo consapevole degli strumenti digitali. Ne è convinto Piero Pelizzaro, nostro nuovo ospite per la rubrica CIO 4 Sustainability: una lunga esperienza nelle politiche sui cambiamenti climatici e nella pianificazione della resilienza urbana, negli ultimi anni è stato nominato Responsabile del Dipartimento Europa e Relazioni Internazionali del Comune di Bologna e Chief Resilience Officer del Comune di Milano. È, inoltre, consulente del Ministero della Transizione Ecologica per il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.

Dal 2022 ricopre, all’interno dell’Agenzia del Demanio, il ruolo di Direttore dell’Officina per la Rigenerazione dell’Immobile Pubblico: una struttura che, tenendo conto che l’Agenzia del Demanio gestisce 43mila beni immobili dello Stato, lavora per accelerare processi di innovazione andando a creare un ecosistema di soggetti pubblici e privati, ponendo come obiettivo il miglioramento della vivibilità e del funzionamento di tutto quello che è il patrimonio pubblico sul territorio nazionale.

Il ruolo abilitante del digitale

Le attività dell’Officina, in tal senso, intercettano fortemente le principali tematiche della sostenibilità, e attribuiscono agli elementi digitali un ruolo – seppur non esclusivo – di primaria importanza. “Pensiamo, in un edificio, a tutti gli aspetti di domotica e a come questi possano essere collegati ad elementi di misurazione di impatto ambientale esterno”, ha spiegato Piero Pelizzaro, “ma anche a come attraverso la sensoristica della domotica stessa si possa andare a lavorare sulle manutenzioni predittive, che in questo modo, diventando delle manutenzioni più puntuali, possono impattare positivamente su più fronti della sostenibilità: infatti, intervenendo non su tutto l’edificio ma su un suo specifico elemento, è possibile agire in modo positivo non solo sulla sostenibilità ambientale, ma anche su quella economica, perché abilita una migliore gestione dei costi”.

Ma non solo: il digitale può generare, in questa prospettiva, un enorme impatto anche a livello sociale. Un impatto che Piero Pelizzaro identifica, in particolar modo, in una parola: inclusività. “Le tecnologie possono rappresentare una grande opportunità per rendere opere, luoghi fisici, immersivi e accessibili a tutti. Basti pensare al fatto che queste consentono oggi, ad esempio alle persone non vedenti, di poter fruire di un’opera d’arte attraverso una sua riproduzione puntuale in 3D; ma anche, in generale, al fatto che consentono di rendere accessibili a tutti i cittadini opere e luoghi fisici che oggi non lo sono. Questa è sostenibilità, perché è un tema di vera e propria inclusione. Ed è un tema sul quale è fondamentale continuare a ragionare e lavorare nei prossimi anni”.

Integrare trasformazione digitale e sostenibilità

Insomma, le tecnologie hanno un ruolo di primaria importanza nell’abilitare la sostenibilità in ogni declinazione di questo concetto. Ed è per questo che oggi, secondo Piero Pelizzaro, le organizzazioni – pubbliche o private che siano – non possono più prescindere da un cambiamento che veda, sempre più, un’integrazione tra questi due elementi: trasformazione digitale e sostenibilità.

Per raggiungere questo obiettivo, ossia quello di una sempre maggiore attenzione verso il tema della sostenibilità digitale, un ruolo strategico può essere ricoperto da coloro che, all’interno delle organizzazioni stesse, sono chiamati a gestire l’elemento digitale e le sue potenzialità. “Credo che il ruolo dei Chief Information Officer, dei responsabili dell’innovazione, sia oggi assolutamente determinante. In primo luogo, perché possono mettere a disposizione strumenti importanti per la gestione delle attività: basti pensare a quanto detto in precedenza rispetto alla domotica negli edifici ed ai suoi effetti di sostenibilità. In secondo luogo, credo che queste figure manageriali abbiano una funzione centrale nel creare, all’interno dell’organizzazione, consapevolezza rispetto a quelli che possono essere gli effettivi impatti. Penso, in questo senso, al modo in cui una corretta gestione ed esposizione dei dati possa aiutare a comprendere gli impatti che azioni virtuose possono avere sulla nostra società. Quello del CIO o del responsabile dell’innovazione, dunque, è un ruolo trasversale e fondamentale, che spazia dall’efficienza tecnologica e climatica alla sostenibilità economica, fino ad arrivare alle tematiche sociali come quelle dell’inclusività”.

Dunque, coloro che nelle organizzazioni hanno ruoli decisionali riguardo gli elementi tecnologici possono avere un ruolo altrettanto importante nell’aumentare la consapevolezza sul fatto che, per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, è possibile trovare nella tecnologia stessa un importante alleato. Ed è per questo motivo che, sottolinea Piero Pelizzaro, i CIO e i responsabili dell’innovazione dovrebbero oggi essere sempre più coinvolti nella definizione di strategie orientate alla sostenibilità. “Questo è quello che avviene nell’Agenzia del Demanio, dove il CIO è coinvolto in maniera importante in quanto si è voluto affiancare la trasformazione digitale alla sostenibilità come driver portanti del nuovo piano strategico industriale, ma che, purtroppo, non sempre avviene in tutte le organizzazioni italiane. Credo però, allo stesso tempo, che i segnali che abbiamo visto negli ultimi Stati Generali organizzati dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale siano molto positivi, nell’ottica di una sempre maggiore integrazione tra i due elementi: si sta assistendo dunque ad un’accelerazione, fondamentale nella strada per la sostenibilità digitale”.

Nodi da sciogliere

Al netto dei progressi segnalati verso questa maggiore integrazione, tuttavia, non mancano alcuni ostacoli che è necessario superare. Uno di questi, secondo Piero Pelizzaro, risiede nell’attuale approccio ai dati: elementi dal grande potenziale, ma non sempre adeguatamente sfruttato. “Credo che ancora troppo spesso si guardi solamente ai dati che abbiamo ampiamente a disposizione, tanto da chiedersi cosa farne con simili quantità, senza però osservare quelli che non abbiamo e di cui invece avremmo bisogno. Sono però questi ultimi quelli che dovremmo considerare con grande attenzione, e la cui disponibilità potrebbe aiutarci nell’affrontare sfide fondamentali di sostenibilità: in questo senso vedo un grande potenziale nella dimensione sociale, dove il guardare ai dati che oggi non abbiamo aiuterebbe molto nella direzione di sfide come quelle dell’inclusione o della parità di genere. Certamente, però, questo richiede in primo luogo un cambiamento di mentalità. Bisogna riconoscere l’esistenza di certe sfide, come quella della parità di genere, e questa è la precondizione per il raggiungimento di certi obiettivi”.

Inoltre, anche la percezione “economica” che in alcuni casi si ha del digitale può rappresentare un ostacolo, nel percorso verso la sostenibilità digitale. “Nonostante credo che oggi la tecnologia venga vista come un investimento più che come un costo, perché abilita risparmi, aumenta la produttività e via dicendo, ci sono alcune correnti contrarie che vedono la spesa digitale solamente come un costo senza guardare ai ritorni positivi che questa può generare. Sono convinto, però, che anche chi la vede solo come un costo sappia bene che non è così, e che questa mancata volontà di cambiamento sia dettata da un tema di controllo, al fine di coprire altre inefficienze che il digitale potrebbe far emergere, più che da motivazioni economiche”.

Accompagnare la trasformazione digitale

Insomma, occorre sciogliere alcuni nodi per cogliere e sfruttare appieno il potenziale che la tecnologia può liberare nella direzione della sostenibilità. Nell’ambito delle organizzazioni, in tal senso, ci sono alcune leve che, se adeguatamente implementate, possono aiutare ad aumentare la consapevolezza rispetto all’importanza della sostenibilità digitale. “Anzitutto, credo sia importante che la sostenibilità digitale passi anche da premialità salariali collegate al raggiungimento di determinati obiettivi: l’aspetto economico può infatti essere determinante”, spiega Piero Pelizzaro. “Inoltre, altro aspetto importante è quello di far capire che il digitale non complica la vita, ma piuttosto la semplifica. In questo senso, però, c’è un grosso tema da considerare in termini di trasformazione digitale: la fase di transizione, ovvero i primi mesi, è sempre la più critica. Non esiste, e non è mai esistita, una rivoluzione senza qualche sacrificio. Per questo è importante un accompagnamento molto forte in questa fase di passaggio, al fine di ridurre gli impatti negativi che potrebbe creare. Peraltro, vedo questo processo come un’opportunità, perché è in grado di generare un senso di comunità all’interno dell’organizzazione”.

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