Google non ha violato i brevetti Oracle

Google non ha violato i brevetti Oracle, questo è quanto ha stabilito la corte californiana chiamata ad occuparsi del caso.

Oracle sosteneva che il gigante della ricerca avesse infranto il copyright di Java durante lo sviluppo di Android, arrivando a chiedere un miliardo di dollari di danni. Google si era difeso sostenendo che non aveva violato la proprietà intellettuale dell’avversario che non poteva proteggere tramite copyright alcune pati di Java, in quanto software di programmazione open-source.

La giuria, a tutti gli effetti, ha ritenuto che Oracle avesse provato la violazione del copyright, ma non è riuscita a raggiungere un verdetto unanime riguardo a se l’utilizzo da parte di Google rientrasse nella clausola del “utilizzo leale, equo o corretto” (fair use).

Il fair use è una  limitazione ed eccezione al diritto esclusivo garantito dalle leggi sul copyright USA. Permette l’utilizzo limitato del materiale protetto, senza la necessità di acquisirne i diritti dal detentore, come materiale grezzo per la creazione di nuove opere o progetti, purché tale utilizzo sia in accordo con le finalità della legge sul copyright, definite come promozione “del progresso della scienza e delle arti utili“. Il fair use è quindi orientato a permettere opere derivate prevalentemente  in campo scientifico ed educativo; e deve rispettare un principio di bilanciamento degli opposti diritti, basato su quattro fattori: scopo dell’utilizzo (commerciale o nonprofit-educativo), la natura del lavoro protetto dal copyright, la quantità e la consistenza del materiale utilizzato, e il potenziale effetto che l’utilizzo può avere sul valore di mercato del materiale protetto.

La giuria californiana non è riuscita a stabilire all’unanimità se l’utilizzo da parte di Google del materiale Oracle rientrasse in questi principi di bilanciamento, pertanto Google, almeno per il momento, ha vinto la disputa. Il Giudice William Alsup non ha ancora deciso, però, su una serie di questioni che potrebbero influenzare i possibili futuri ricorsi.

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