Alla Camera salta il “bavaglio” al Web

Indicato da molti come la versione italiana del discusso provvedimento americano SOPA che nei giorni scorsi ha provocato la protesta globale del web, salta l’emendamento alla legge Comunitaria 2011, battezzato “bavaglio al web”, introdotto da un deputato della Lega Nord, Giovanni Fava.

Il discusso emendamento oggi è stato battuto alla Camera con l’approvazione di sei identici emendamenti soppressivi presentati da Pdl, Idv, Fli, Api, Pd e Udc. Gli emendamenti hanno cancellato l’articolo passando con 365 voti a favore, 57 contrari e 14 astensioni.

La proposta Fava aveva da subito scatenato le proteste del web poiché introduceva, di fatto, la possibilità per «qualunque soggetto interessato», e non più solo le autorità competenti, di chiedere al provider la rimozione su internet di contenuti considerati illeciti. Inoltre il fornitore del servizio avrebbe avuto l’obbligo di monitorare preventivamente le attività o i contenuti potenzialmente lesivi, pena il riconoscimento di un concorso di colpa. Tutti i siti, anche quelli giornalistici, e i social network come Facebook e Twitter, sarebbero stati interessati dagli effetti potenzialmente “censori” del provvedimento.

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