Class action contro le grandi del mobile per le app lesive della privacy

Le applicazioni mobili di recente sono state al centro di  numerose polemiche  a causa di comportamenti “scorretti” e lesivi della privacy perpetrate da alcune di esse e da piattaforme mobili, all’insaputa degli utenti. Per questo motivo le policy applicate dagli OS mobili sono sotto osservazione da parte delle autorità, ma questo non è bastato ad un gruppo di querelanti che in America ha dato vita a una class action contro 18 società di peso del mercato mobile.

La class action, presentata lunedi al Western Division del U.S. District Court, Austin Division, chiama in causa: Path, Twitter, Apple, Facebook, Beluga, Yelp!, Burbn, Instagram, Foursquare, Gowalla, Foodspotting, Hipster, LinkedIn, Rovio, ZeptoLab, Chillingo, Electronic  Arts e Kik  Interactive.

La denuncia è stata effettuata da 13 persone “a nome di se stessi e tutti gli altri in una simile situazione”, che saranno rappresentati dagli studi legali Carl F. Schwenker e Jordan Law Firm.

L’annuncio è stato dato alla conferenza SXSW per massimizzarne l’effetto sia sui media sia tra i professionisti del mondo della tecnologia presenti all’evento.

Una citazione di Robert Fulghum “Non prendere cose che non sono tue” riassume la posizione dei querelanti che chiamano in causa direttamente Apple, ma non Amazon e Google. Per quanto nei fascicoli presentati si parli anche delle due compagnie, esse al momento non risultano chiamate in giudizio.

La class action, qualora riuscisse a coinvolgere altre persone e a dimostrare comportamenti legalmente scorretti, potrebbe costare una grossa somma di denaro in risarcimenti alle compagnie coinvolte.

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