Ricerca IDC: aziende manifatturiere e la sfida della complessità

Differentemente rispetto al passato, il mondo contemporaneo è pervaso e caratterizzato dalla complessità. Non un fenomeno, ma una vera e propria condizione, che non manca di manifestarsi in tutta la sua poliedricità: a livello sociale, culturale, economico. Abbraccia, così, anche il mondo aziendale.

Oggi, ogni impresa, piccola o grande che sia, deve fare i conti con crisi economica e recessione. Gestione ed ottimizzazione delle risorse – economiche ed umane, tangibili ed intangibili – diventano, così, imprescindibili.

D’altra parte, in ottica esterna, il contesto operativo si fa sempre più complesso: per via della convergenza dei mercati, aziende con core business radicalmente differenti possono, in un batter d’occhio, ritrovarsi a spartire fette di uno stesso mercato, da competitor. Riconoscere l’avversario, quindi, non è più immediato ed intuitivo come in passato.

In chiave sociale, infine, la situazione si fa ogni giorno più eterogenea. L’impresa si rivolge ad un target che, sotto la spinta dell’atomizzazione della società e della trasversalità dei consumi, risulta sempre più profilizzato. Non segmenti, ma persone. L’appiglio, per sopravvivere e riemergere da questa situazione, sembra essere uno: la gestione della conoscenza, un processo a metà tra il tecnologico ed il sociale.

Un problema trasversale ai diversi settori di mercato, sta proprio nel fatto che molti attori economici non riescono a fronteggiare la complessità: processi aziendali troppo rigidi e sistemi IT che nascono già obsoleti. Fattori sociali e tecnologici, che mettono in crisi due aziende su tre, secondo quanto rilevato e comunicato attraverso un white paper realizzato da IDC Manufacturing Insights, e sponsorizzato da Infor.

Il documento, dal titolo “Alla ricerca dell’eccellenza operativa: accelerare il cambiamento con un sistema ERP di nuova generazione”, fa il punto della situazione a livello internazionale per le imprese manifatturiere. Un campione sostanzioso, composto da 378 aziende provenienti da quattordici paesi (tra i quali l’Italia) e operanti in quattro differenti settori (automotive, industrial machinery, aerospaziale, elettronica high-tech).

Il tutto, in uno scenario che, a livello contestuale, non lascia grande spazio all’ottimismo: negli ultimi cinque anni, la complessità produttiva è aumentata, ed il trend nei prossimi tre anni seguirà questo andamento, con ogni probabilità.

Densa di significato, a tal riguardo, l’analisi di Pierfrancesco Manenti, head di IDC Manufacturing Insights, Europe, Middle East & Africa:  “Le imprese devono affrontare direttamente le sfide chiave, come sfruttare e trasformare la complessità che pervade le proprie attività operative, riducendo al contempo le complicazioni interne tramite processi coerenti, personale meglio informato e linee di comunicazione aperte”.

Fondamentalmente, gestire la complessità attraverso personale qualificato e competente, e tramite una migliore circolazione delle conoscenze all’interno dell’azienda, elementi imprescindibili per poter parlare di processi flessibili, panacea della complessità.

Ovviamente, la tecnologia può (e deve) giocare un ruolo fondamentale in tutto questo. Continua Manenti: “Vi è una forte richiesta di applicazioni moderne in grado di supportare nuovi modelli operativi orientati al cliente per consentire alle aziende di sfruttare l’innovazione e una crescita profittevole”.

All’atto pratico, perciò, come hanno intenzione di muoversi le aziende? Nei settori dell’aerospaziale e dell’automotive, si guarda con interesse ad una migliore pianificazione e previsione della domanda (come dichiarato, rispettivamente, dal 57% e dal 60% delle imprese), passando per la soddisfazione del cliente, elemento cardine per ritrovare il bandolo della matassa, secondo la metà degli intervistati (50% e 49%). Dati molto simili si ritrovano per il settore dell’industrial machinery: il 53% delle società punterà con decisione sulla customer satisfaction, ed il 51% su una migliore pianificazione della domanda.

Differenti le risposte delle società operanti nell’high-tech: il 49% di queste è propenso al raggiungimento di una migliore integrazione tra l’IT e il business, alla pari con il ricorso ai paesi “a basso costo” per i propri approvvigionamenti (49%). Questi i punti chiave, ovvero le principali iniziative per contrastare – e, magari, sfruttare a proprio vantaggio – la complessità, che guideranno le strategie aziendali delle imprese manifatturiere nei prossimi tre anni.

Chiosa Andrew Kinder, Director Product Marketing di Infor: “Strategia tecnologica e applicazioni enterprise appropriate hanno un ruolo importante da svolgere nell’affrontare la sfida della complessità, con soluzioni in grado di agevolare un migliore decision making, supportare una forza lavoro sempre più mobile e offrire alle imprese agilità aziendale anziché rigidità”.

Flessibilità, appunto, che passa tanto per i cambiamenti tecnologici, quanto per l’innovazione organizzativa e sociale all’interno dell’azienda.

 

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