Facebook compra Instagram: prime reazioni dagli USA

Per un miliardo di dollari, cifra da capogiro, Facebook acquisisce Instagram, la popolare piattaforma di photo-sharing che, in meno di due anni, ha già fidelizzato 30 milioni di utenti.

Come sagacemente evidenziato via Twitter da Dennis K. Berman, Wall Street Journal’s marketplace editor, “Remember this day. 551-day-old Instagram is worth $1 billion. 116-year-old New York Times Co.: $967 million”. Cioè, “ricordate questo giorno. Instagram, a 551 giorni dalla sua nascita, è valutata 1 miliardo di dollari. Il New York Times, 116 anni di vita, 967 milioni di dollari”.

La società di Mark Zuckerberg, che in questo periodo sta polarizzando l’attenzione attorno alla sua multimiliardaria IPO, investe dunque una cifra colossale. Come dichiarato a caldo dal CEO di FB, sono entusiasta di condividere la notizia che abbiamo deciso di acquisire Instagram, e che il loro team di talento si unirà a Facebook. Per anni ci siamo concentrati sulla costruzione della migliore esperienza per condividere le foto con amici e familiari. Ora saremo in grado di collaborare ancora più strettamente con il team Instagram per offrire anche la migliore esperienza per la condivisione delle foto da cellulare secondo i propri interessi”. Parole a cui fanno eco le dichiarazioni di Kevin Systrom, fondatore di Instagram, che attraverso il blog del suo social network dichiara: “è importante esser chiari sul fatto che Instagram non sparirà. Continueremo ad aggiungere nuove caratteristiche e a cercare nuovi modi per dar vita ad una migliore mobile photos experience”, chiosando poi “E avrete ancora tutte quelle caratteristiche e funzioni che rendono l’app così divertente ed unica”.

Tuttavia – inevitabile per un evento di tale importanza – nel giro di poche ore, commenti, post, articoli e tweet hanno puntato i fari verso questa news, pronti per andare a fondo nella questione. E, di fatto, per capire come mai Facebook abbia deciso di acquisire Instagram.

È Dan Primack, senior editor di Fortune, a far luce sulle motivazioni di Zuckerberg, evidenziando come “lo scorso martedì, al suo primo giorno di vita, più di un milione di persone ha scaricato la nuova app Instagram per Android. Facebook si è innervosita al pensiero di come una company come Instagram riuscisse a migrare da iOS ad Android senza alcun problema”, aggiungendo poi che “inoltre, si è subito sparsa la voce di un’entrata di fondi per Instagram pari a 50 milioni di dollari, da investitori quali Sequoia Capital e Greylock Partners. In altre parole, Facebook poteva avere un competitor.”

Oltre le constatazioni, però, il popolo della rete si sta dimostrando abbastanza riluttante al pensiero di un Instagram targato Facebook. Zuckerberg non ha tardato a specificare che “dobbiamo essere consapevoli su come mantenere e rafforzare i punti di forza di Instagram e le sue caratteristiche, piuttosto che cercare esclusivamente di integrare il tutto con Facebook. Ecco perché siamo impegnati a costruire e far crescere Instagram in modo indipendente”. Nonostante ciò, nascono contestazioni tanto dal basso, quanto da voci autorevoli del Web e della carta stampata.

Infatti, sta rapidamente facendo il giro della rete l’iniziativa di Hacker News, che diffonde istruzioni su come cancellare il proprio account Instagram, rispondendo così a quanti continuano ad annunciare via Twitter l’abbandono dell’app di photo sharing. Motivazione? La politica di gestione della privacy di Facebook.

A tutto ciò, si aggiungono firme titolate quali Om Malik, collaboratore di testate giornalistiche quali The Economist e The Wall Street Journal, che attraverso il portale GigaOM attacca il social network di Zuckerberg in maniera netta e senza mezzi termini: “Facebook era spaventato a morte, sapendo che per la prima volta nella sua vita si sarebbe trovato di fronte ad un competitor che non solo avrebbe potuto rubargli il pranzo, ma che sarebbe stato in grado anche di distruggerne le future prospettive”. Infatti, continua Malik, “Facebook punta molto sulla condivisione delle foto, ed Instagram ha trovato ed attaccato il suo tallone d’Achille: il mobile photo sharing”. Evidenziando poi, in maniera tagliente, che “le persone usano Facebook. Le persone amano Instagram”.

Altri, seppur in maniera più diplomatica, si dimostrano critici e a tratti preoccupati. Una di questi è Christina Warren, redattrice di Mashable, che esprime il suo parere attraverso un articolo di cui il titolo, se non tutto, dice molto: “Dear Facebook, please don’t ruin Instagram” (“Caro Facebook, per favore non rovinare Instagram”).

La Warren, nonostante si dichiari contenta per il team Instagram – “ad esser chiari, non potrei esser più felice per il team Instagram. Si sono guadagnati il successo”, “Il team ha mietuto i profitti del suo duro lavoro” – non può fare a meno di separarsi dalla sua anima di appassionata utente Instagram, chiedendosi “quanto ancora passerà, prima che questa diventi semplicemente un’altra app di Facebook? Quanto tempo ci vorrà, prima che tutto ciò che ha reso questo servizio così speciale, sparisca nel nulla?”.

D’altra parte, la Warren non si esime dal presentare le diversità che caratterizzano questa operazione finanziaria, rendendola differente rispetto alle precedenti: “Diversamente da altre acquisizioni operate da Facebook, come FriendFeed, Divvyshot, Hot Potato, Drop.io e Beluga, Instagram ha una base di utenti che supera i 30 milioni di persone. Sarà molto più dura da ignorare”.

Inoltre, impossibile non considerare il fronte pubblicitario ed i suoi introiti. Facebook si sta muovendo nel campo del mobile advertising e, come sottolineano Shayndi Raice e Spencer E. Ante, dalle pagine del Wall Street Journal, “la società [Facebook, n.d.r.] deve investire nel mobile. Solo in febbraio ha iniziato a vendere spazi pubblicitari sul suo mobile site, nonostante il fatto che circa la metà dei suoi utenti utilizzi Facebook attraverso il suo cellulare”. D’altra parte, continuano i due, “Instagram deve ancora sviluppare un modello per generare entrate pubblicitarie, e rimangono alcuni sostanziali ostacoli. Ad esempio, ci si chiede se i piccoli schermi degli smartphone saranno sufficienti per attirare l’attenzione degli inserzionisti”. E, altra faccia della medaglia, degli utenti.

Un’acquisizione, dunque, diversa rispetto alle precedenti, che muove da varie esigenze di base – puntare verso nuove prospettive, prevenire possibili minacce, etc. – ma che, come specificato da Zuckerberg stesso, resterà forse un caso isolato.

We don’t plan on doing many more of these, if any at all”. Ovvero, “non abbiamo pianificato di farne molte altre di questo genere, se non nessuna”.

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2 COMMENTS

  1. Gli “stupiti” e i “rammaricati” sono i nuovi romantici, quelli digitali.
    Mark è un capitalista Usa: fa affari! Con un investimento modesto rispetto alla valutazione di FB (meno dell’1%), da pagare tra l’altro anche in azioni, ottine tre risultati: cancella un temibile concorrente, acquisisce un gruppetto di grandi professionalità, trasforma il competitor in un piccolo azionista innocuo e solidale.
    Creativo anche nelle operazioni finanziarie, il ragazzo!

    • Eh già professore, sono d’accordissimo con lei! Molti dimenticano che il buon Mark è, prima di tutto, un uomo d’affari. E questa, senza dubbio, è stata una grande operazione finanziaria.
      In realtà, navigando sul web (e di giri ne ho fatti, per la stesura di quest’articolo…!), è raro trovare qualcuno che abbia spezzato una lancia in favore di Mr. Facebook…
      “Nuovi romantici”, concordo… 😉

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