Apple, Google e co: accordo nella Silicon Valley anti mobilità per i dipendenti?

Apple, Google, Intel, Pixar, Lucasfilm, Intuit e Adobe dovranno affrontare un procedimento antitrust per aver stretto una serie di accordi comuni, in base ai quali non avrebbero assunto personale proveniente dalle aziende coinvolte nel patto, con il fine di scoraggiare richieste di aumento dello stipendio e limitare la mobilità e lo sviluppo di percorsi di carriera al di fuori della società da parte dei loro dipendenti.

Lucy Koh, giudice presso la Corte Federale della California, sta portando avanti il caso sulla base della denuncia di cinque ex dipendenti, tutti ingegneri del software, coinvolti dal piano dei sette colossi dell’ICT per eliminare la concorrenza tra le aziende coinvolte sui loro dipendenti.

Il caso si evolve intorno ad un commento fatto dall’ex CEO di Apple, Steve Jobs, al CEO di Palm: “Dobbiamo fare tutto il possibile per fermare le offerte fatte ai dipendenti per cambiare lavoro e gli altri sforzi di reclutamento che generano concorrenza tra le imprese”. Accordo che poi non fu stipulato tra le due società, e che diede il via a un contenzioso da parte di Steve Jobs.

Il tacito patto consisteva in una rete interconnessa di espliciti accordi bilaterali tra le società: “Il fatto che tutti i sei accordi bilaterali risultino identici e siano stati stipulati in segreto tra i sette imputati nell’arco di due anni, suggerisce che tali accordi siano il risultato di collusione, e non frutto del caso”, scrive il giudice Koh nel suo procedimento.

Il processo su questo caso dovrebbe partire entro giugno 2013.

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