Il politico della Tasmania che non amava i Like

Quando un Vip perde le staffe sui social media non è bello. Ma è ancora peggio quando a perdere il controllo delle proprie azioni online è un politico. È quello che è successo ad Andrew Nikolic, un membro del Partito Liberale della Tasmania candidato per lo stato federale di Bass cui, a quanto pare, è sfuggito un po’ il concetto di “libertà di espressione” e ha fatto un po’ di casino.

 Nei giorni scorsi il blog satirico New Examiner ha pubblicato un post in cui si annunciava la tragica morte di Nikolic, eroicamente caduto sul campo di battaglia mentre si trovava in servizio in Afghanistan. Nikolic, che in Afghanistan ci ha combattuto veramente tra il 2001 e il 2002, non l’ha presa bene. Quando poi ha letto alcuni sarcastici particolari sulla sua presunta morte lenta e dolorosa è esploso, e ha scritto alla redazione di New Examiner chiedendo la rimozione del post, giudicato irrispettoso per la memoria dei soldati australiani morti in battaglia.

Fino a qui, niente di strano: non sarebbe la prima volta che la satira si spinge un po’ troppo oltre il limite. Peccato che in questo caso, a essersi spinto veramente oltre è stato Mr. Nikolic che, non pago di aver tirato le orecchie a quelli di New Examiner, ha scritto un commento su Facebook in cui minacciava di informare i datori di lavoro di tutti coloro che avevano condiviso e consigliato il post alla propria rete di contatti.
“Spero che i datori di lavoro del vostro gruppo satirico sappiano apprezzare le lettere di lamentele che sto per mandare loro sull’argomento”.

Uhm. Come dire. Sicuramente sono in molti a considerare Facebook come un sorta di diario online. Qui però siamo a un livello superiore: Facebook come diario… per mettere una nota all’utente indisciplinato!

Ovviamente, la risposta della redazione di New Examiner non si è fatta attendere, rifiutandosi di cancellare il post – che peraltro per stessa ammissione del responsabile editoriale si trattava di un rimaneggiamento di un vecchio post di The Onion, altro blog satirico molto noto sul Web – e commentando duramente la reazione di Nikolic: “Minacciare di contattare i datori di lavoro è un’ulteriore prova del fatto che la prima reazione di Nikolic è quella di andare subito all’attacco, senza considerare le implicazioni politiche delle sue azioni”.

Assolutamente vero. Essere un personaggio pubblico significa anche saper accettare e convivere con la propria inevitabile porzione di satira, per quanto “cattiva” possa essere, e saper reagire in modo corretto quando si vuol far sapere che quella stessa satira sta passando il segno, diventando offensiva.

Ma Nikolic si è addirittura spinto oltre: sulla propria FanPage il candidato si è messo a nominare uno a uno e a insultare pubblicamente tutti coloro che avevano messo il fatidico “Like” sull’articolo incriminato. Il tutto una serie di post che, in seguito, sono stati velocemente cancellati dalla pagina Facebook.

A questo punto della storia anche la stampa ha iniziato ad interessarsi alla vicenda e un giornalista di Fairfax Media, uno dei colossi australiani dell’informazione, è andato a sentire entrambe le campane. Da una parte il responsabile editoriale di New Examiner, conosciuto esclusivamente con lo pseudonimo di Martin Gaylord, ha spiegato che non avrebbe mai rimosso il post:

“La gente di questo pianeta si divide tra quelli che apprezzano la satira e quelli che invece non la comprendono. Andrew Nikolic fa parte della seconda categoria, come gran parte dei suoi sostenitori. [Nikolic] non capisce che tutti coloro usano i social media lo fanno per molte ragioni diverse, ma di certo non per esporsi alla sua natura vendicativa”. 

La posizione sostenuta da Nikolic con i giornalisti di Fairfax Media, invece, è clamorosa: ha negato ogni cosa, previa cancellazione di ogni traccia “incriminante” sul Web: ogni commento sulla sua FanPage è stato cancellato. Così Nikolic ha potuto sostenere che…

“Non avevo nessuna intenzione di contattare i datori di lavoro. La mia richiesta è sempre stata la stessa: che il post offensivo venisse cancellato. Sono stato informato di quel post nello stesso momento in cui ho saputo che tre dei nostri soldati erano stati gravemente feriti in Afghanistan: il contenuto del post ha scosso la mia sensibilità”.

 E, quando gli sono stati mostrati gli screenshot dei post in cui nominava e citava le persone che avevano ricondiviso l’articolo, si è difeso così:
“Io non ho nessuna copia personale di questo thread e quindi non posso dire se si tratta di una cosa vera o semplicemente di un’accurata ricostruzione del mio account”.

 

No, Mr. Nikolic. Il problema non è che non puoi confermare la veridicità degli screenshot: il vero problema è che non sei stato abbastanza veloce a cancellarli, e qualcuno è arrivato prima di te!

La vicenda si è conclusa così: il New Examiner si è scusato ufficialmente con tutti coloro che sono stati tratti in inganno dall’articolo, scambiandolo per una notizia vera. Ma non ha mai rimosso il post, continuando peraltro a prendersi gioco di Nikolic.

Quest’ultimo, invece, ha continuato imperterrito la propria campagna elettorale con un notevole spiegamento di forze anche su Facebook. Peccato solo che Nikolic non sia nuovo alle controversie sui social media: pare infatti che qualche tempo fa si sia messo a bloccare indiscriminatamente alcuni utenti della propria FanPage, colpevoli di non apprezzare la sua visione politica. Da questo episodio è nato un gruppo-parodia su Facebook, con tanto di maglietta… Cose che, di certo, non fanno bene all’immagine e alla reputazione di un candidato politico.

Lesson Learned:  Se ti senti insultato o offeso da qualcosa che gli altri hanno scritto di te sul Web, mantieni la calma e cerca di non reagire in modo disordinato o spropositato. Una volta che hai pubblicato anche solo una parola, quella parola è (potenzialmente) per sempre. Non cancellare mai i tuoi errori di comunicazione: sarà molto più difficile darne una spiegazione coerente quando qualcuno verrà da te, portando le prove delle tue azioni

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