IBL: l’Agcom dovrebbe “prendere di petto il tema della concorrenza”

L’Agcom dovrebbe “prendere di petto il tema della concorrenza”. È il parre dell’Istituto Bruno Leoni (IBL), espresso in un report che studia le possibili relazioni tra interventi dell’autorità di Garanzia e andamento del mercato, “La regolamentazione delle telecomunicazioni. Un bilancio dell’Agcom 2005-2012 e l’agenda per il prossimo settennato“. L’istituto ritiene che alcune delle decisioni più importanti dell’Agcom abbiano avuto effetti soltanto parzialmente soddisfacenti o addirittura negativi, soprattutto per quanto riguarda la concorrenza nel mercato della telefonia fissa.

Il mercato fisso “è influenzato dalla presenza di un incumbent che ha una quota di mercato ancora elevata, che continua a generare cassa e a registrare margini operativi stabili e soddisfacenti, mentre è preoccupante la situazione degli operatori alternativi a causa dell’aumento dei costi wholesale (dal 2008 in poi) a solo vantaggio di Telecom Italia.“. Ancora peggiore la situazione per le connessioni broadband, secondo l’istituto.  Il settore sarebbe a sua volta dominato da Telecom Italia e “l’assenza di infrastrutture alternative alla rete in rame dell’incumbent fa collocare l’Italia tra i paesi europei con il minor livello di penetrazione e qualità del servizio“. IBL sottolinea, inoltre, che la contrazione registrata nel mercato della telefonia fissa “non è compensata dall’andamento del mercato mobile“.

L’Istituto auspica che il nuovo consiglio dell’Autorità non sprechi un’opportunità preziosa e prenda misure in grado di risolvere le “questioni complesse ereditate“.

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