Telecom Italia: trimestre difficile in Brasile

Telecom Italia attraversa un periodo difficile in Brasile, soprattutto a causa di due contenziosi con le autorità del paese. L’autorità brasiliana di vigilanza sulle telecomunicazioni (Anatel) aveva, infatti, vietato a tre dei maggiori operatori del paese, tra cui Tim Brazil, la vendita di nuovi contratti di telefonia mobile, in risposta alle crescenti lamentele dei consumatori sulla qualità del servizio e della copertura. Il ricorso di Telecom Italia contro la decisione era stato respinto delle autorità giudiziarie, ma alla fine la società è riuscita a trovare un accordo con le autorità e la vendita di nuovi contratti è stata sbloccata. Tim Brazil ha, inoltre, un contenzioso aperto con il fisco brasiliano che pretende circa 550 milioni di euro tra imposte non pagate, sanzioni e interessi.

Telecom Italia sconta, quindi, nel trimestre un rallentamento su cui pesano questi eventi straordinari (42.1 milioni di reais). La società ha, ad esempio, dovuto accantonare 26.1 milioni di reais per le eventuali disposizioni amministrative dell’authority (periodo 2007-2009).

L’utile netto di Tim Brazil risulta, di conseguenza, sostanzialmente stabile, fermandosi a 318 milioni di reais (+0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). I ricavi sono cresciuti, al contrario, dell’8% (4.722 milioni di reais) e il margine operativo lordo adjusted del 7.5% (1.244 milioni di reais).

Il dato più positivo riguarda, però, la crescita della base abbonati superiore alla media del mercato (+17.2% vs 13.9%). Tim Brasile raggiunge così una quota di mercato del 26.8%, grazie ai 69.4 milioni di linee attive. La crisi economica si fa sentire. Tim Brasil, oltre a registrare tassi di crescita inferiori rispetto al passato, ha visto crollare il valore delle proprie azioni del 20% negli ultimi tre mesi e del 35% negli ultimi sei.

Il terzo trimestre è stato molto difficile” ammette il neo direttore generale per le attività di Telecom Italia in Sud America, Andrea Mangoni; riferendosi al divieto di vendita temporaneo imposto dall’Authority brasiliana e alla controversia fiscale. “Questi eventi, anche se non necessariamente in relazione ai fondamentali aziendali, hanno finito per impattare pesantemente sulla nostra immagine e ad un livello inferiore, sui dati finanziari“.

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