Smart City Index: anche l’Italia verso la svolta smart

Anche le città italiane stanno cercando la loro strada verso le Smart Cities ma, seppur avviando progetti volti a rendere visibili innovazioni e servizi, fino ad ora non esisteva uno strumento che mostrasse a che punto sono le diverse città italiane nel percorso verso la realizzazione concreta della Smart City.

È necessario, infatti, rispettare le diverse realtà, cercando di identificare le best practice, al fine di ricavare i modelli percorribili, più adatti ad ogni tipologia di città e di situazione locale. Per questo motivo è nato lo Smart City Index Between, che da 10 anni effettua un monitoraggio sistematico della diffusione dell’ICT (dalla banda larga alle piattaforme di servizi digitali), ponendosi l’obiettivo di misurare il livello di “smartness” delle città italiane con una metodologia il più possibile oggettiva e dinamica.

Lo Smart City Index vuole essere un contributo allo sviluppo delle Smart Cities in Italia, che sta avvenendo in modo lento e disomogeneo. Tutti i soggetti locali (sia i Comuni, sia gli altri stakeholders locali coinvolti nei progetti di Smart City) stanno percorrendo le curve di apprendimento in modo indipendente e senza sfruttare le esperienze delle altre città. Nonostante il ritardo registrato nei confronti delle altre città europee, anche in Italia si incominciano a vedere i primi risultati delle innovazioni legate al paradigma delle Smart Cities.

Il ranking dello Smart City Index, che valuta le prestazioni di tutti i 116 Comuni capoluogo di provincia “primari” individuati dall’ISTAT, è una classifica relativa, pensata per misurare non il livello assoluto di innovazione Smart, ma la distanza tra la città migliore (punteggio = 100) e le altre. In questa ottica, Bologna è la città più avanti nel percorso verso la Smart City (= 100), non perché abbia tutte le innovazioni, ma perché ha, nel complesso delle aree tematiche considerate, più innovazioni delle altre città. Bologna è seguita da Milano e Roma, e poi Reggio Emilia, Torino e Firenze.

Ciò che va enfatizzato è la nascita della nuova piattaforma che vuole diventare un punto di riferimento per confrontarsi attorno al tema delle città intelligenti” afferma Cristoforo Morandini, responsabile dell’Osservatorio sulla Banda Larga. “Il fine ultimo è di aumentare il benessere all’interno delle città. Questo diventa un punto di riferimento per mettere a confronto esperienze e capire quali sono le best practice, quali sono i modelli di riferimento percorribili e anche il modo più efficiente per sfruttare l’innovazione tecnologica”.

In generale le città del Nordsi concentrano prevalentemente nella parte alta del ranking e quelle del Sud e Isole occupano la parte bassa, risultando predominanti nelle retrovie della classifica. Le città del Centro, invece, si distribuiscono più uniformemente. Tuttavia vi sono molte eccezioni: Bari, Salerno, Potenza, Lecce e Cagliari compaiono tra le prime 40, mentre una dozzina di città del Nord si trovano dall’80°posto in giù, tra cui Trieste, Novara ed Alessandria, per citare quelle sopra gli 80.000 abitanti.

Parlando dell’Index, Morandini afferma: “È vero che è una piattaforma informativa, ma è uno strumento che consentirà di diffondere più velocemente l’innovazione a dei costi più sostenibili senza dover ricominciare tutto da capo caso per caso. Gli indicatori sono un modo per posizionarsi e anche un modo per verificare quali sono i progetti che avranno l’impatto più tangibile sul benessere delle città”.

Per ora i provvedimenti e le iniziative messe in atto in Italia sul tema Smart City non sono che un inizio. Secondo Morandini, infatti, sono molte le città che hanno cominciato un percorso ma sono ancora poche quelle che riescono a garantire una disponibilità diffusa di tutte le tecnologie che si vanno a monitorare. L’obiettivo per il prossimo futuro quindi, secondo Morandini è “superare la massa critica minima che consente effettivamente di ottenere dei benefici diffusi. La città smart non esiste ancora, ma è giunto il momento di sfruttare al meglio le tecnologie e le risorse a nostra disposizione”.

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