Il ritardo sull’Agenda Digitale costa 1 miliardo al mese

L’Osservatorio Agenda digitale della School of Management del Politecnico di Milano stima che il ritardo sull’attuazione  dell’Agenda Digitale italiana costi al Paese oltre un miliardo al mese. Il Rapporto, alla cui presentazion ha preso parte anche Francesco Caio, mette in evidenza come la piena attuazione delle misure previste dall’Agenda Digitale potrebbe generare molti vantaggi economici per la penisola rendendo la Pubblica Amministrazione molto più snella ed efficiente.

Mettendo in atto la fatturazione elettronica verso la PA così come le linee guida della Sanità Digitale, passando per l’introduzione del Cloud Computing, quindi risparmiando sulla spesa pubblica attraverso l’innovazione, e non attraverso i tagli, si potrebbe risparmiare un miliardo di euro al mese.

Si legge in un estratto della ricerca “il corretto ricorso a infrastrutture Cloud vale 1 miliardo di euro in tre anni e lo sviluppo di negoziazioni online, attraverso strumenti di eProcurement, ne varrebbe 5 ogni anno, passando dall’attuale 5% di transato online sulla spesa pubblica per beni e servizi al 30%”. Infine, “l’auspicata riduzione dei pagamenti con il denaro contante è in grado di far recuperare 5 miliardi di euro in Italia dall’evasione fiscale sul sommerso, se si incrementasse la quota di pagamenti elettronici dall’attuale 20% al 30% del totale, a cui si aggiungono i vantaggi della conservazione elettronica degli archivi fiscali, in grado di rendere più rapidi i controlli, per altri 10 miliardi di recupero fiscale”.

Insomma l’Agenda Digitale non è solo una leva di efficienza nella Pubblica Amministrazione, ma anche un’opportunità di crescita per le imprese, se si considerano, ad esempio 6 miliardi di minori costi nell’ipotesi di aumento della digitalizzazione dei processi commerciali, la nascita di nuove startup, e il risparmio per le famiglie, pari a 3 miliardi di euro l’anno, se ci fosse la una crescita dell’ecommercedal 2,6% al 10%.

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